Periodico registrato presso il Tribunale di Palermo al n.6 del 04 aprile 2012

Anno XI - Num. 53 - 02 ottobre 2023

Anno II - Num. 14 - 25 novembre 2014 Politica e società

La UIL Pensionati illustra campagna “mettiamoci in gioco”. No a degenerazioni patologiche del gioco d’azzardo

TrinacriaNews.eu ha intervistato il segretario generale UIL Pensionati Sicilia Nino Toscano. Leggi intervista all'interno

di Maria Pia Iovino
         

mettiamoci in gioco URL IMMGINE SOCIALPalermo – Si è tenuta, presso la sede della Uil Pensionati Sicilia, in via Enrico Albanese, 19,una conferenza stampa in cui è stata lanciata la campagna di sensibilizzazione Mettiamoci in Gioco contro le degenerazioni patologiche del gioco d’azzardo. Si tratta di un’iniziativa che trova la sua matrice in un Protocollo d’Intesa sottoscritto a Roma il 16 ottobre scorso, dal Coordinamento nazionale di “Mettiamoci in gioco” e dalla Federazione Sistema Gioco Italia di Confindustria per la realizzazione di azioni comuni su quattro macro aree di intervento, di cui la lotta al Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) è una delle sue 4 declinazioni.

Nello specifico, si tratta di un’attività di sensibilizzazione trasversale, presentata nei suoi contenuti e dati sul fenomeno dal dott. Antonino Toscano, segretario generale della UIL Pensionati Sicilia. I destinatari della campagna divulgativa del messaggio sono, sia la Società civile che la Politica, al fine di contrastare efficacemente e puntualmente gli eccessi del gioco d’azzardo, per il quale l’Italia si colloca ai primi posti al mondo per consumo ed indice di gradimento da parte della popolazione.

Secondo una dichiarazione rilasciata dal portavoce alla Camera dei Deputati, Don Armando Zappolini il 14 novembre scorso, la campagna Mettiamoci in gioco si propone di “smontare” il mito illusorio della vincita facile, puntando invece su un dato di fatto: “più si gioca, più si perde, è matematico”.

Il “messaggio” della campagna prevede la massima diffusione in tutta Italia, attraverso spot televisivi e radiofonici, manifesti, locandine, vetrofanie, rotair e banner, pagine di facebook e account twitter. Nello specifico, la Uil Pensionati in Sicilia organizzerà e promuoverà altresì convegni, incontri e dibattiti sul tema, avvalendosi del contributo di professionisti impegnati nello studio e nell’analisi del fenomeno.

Oltre alla Uil Pensionati, aderiscono all’iniziativa il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza, Libera, Acli, Cgil, Cisl, Uil, Ital Uil, Federconsumatori, Arci, Auser, Ada, Anteas, Lega delle Autonomie e numerose altre sigle di associazioni, federazioni sindacali, rappresentanti dei consumatori e realtà di volontariato.

Il segretario generale Toscano, nell’aprire i lavori ha da subito enunciato che il ricorso al “gioco d’azzardo patologico”, espressione volutamente adottata a fronte di quella più “gentile” che non descrive fedelmente la gravità del fenomeno, andrà viepiù aumentando con effetti devastanti dal punto di vista sociale, sanitario ed economico. Nessuna demonizzazione del giocoha precisato il segretariointeso come passatempo episodico; riflettori puntati, invece, sulle degenerazioni patologiche che, purtroppo, inducono tanti anziani e non solo a sacrificare pensioni e stipendi spesso modesti, nella vana illusione che la vita possa cambiare in meglio attraverso improbabili vincite e colpi di fortuna. Noi della Uil Pensionatiha spiegato il segretario generaleabbiamo voluto indirizzare la nostra attenzione principalmente alle ricadute sociali che il fenomeno manifesta presso la popolazione anziana, quale sintomo di disagio sociale: per tanti ultrasessantenni, infatti, il gioco d’azzardo rappresenta un’occasione di fuga dal grigiore quotidiano, dalla solitudine e dallo spettro dell’abbandono che spesso accompagna la terza età”.

Toscano ha parlato di un fenomeno trasversale che investe sempre più ampie fasce sociali. Così, riconducendosi ai dati del CNR 2013, ha riferito che in Italia circa17 milioni (il 42% delle persone residenti in Italia tra i 15 e i 64 anni) è il numero di coloro che hanno avuto contatto con il gioco d’azzardo. Di questi 16 milioni, l’80% non ha alcun problema. Invece, 2.300 mila “giocatori” sono a rischio lieve, 600 mila a rischio elevato e 250-300 mila sono a livello patologico. Per questi si invoca un’immediata cura perché a questi livelli si complica la possibilità di recupero del giocatore-dipendente.

Altro elemento che Toscano ha fatto emergere è l’elevato giro di affari che ruota intorno al suddetto fenomeno. Infatti, il fatturato registrato nel 2013 é equivalso a circa 8,1% miliardi di Euro, proveniente per il 56, 3% da apparecchi (slot machine vlt), seguìto da giochi on line, per il 14,7%  in significativa ascesa, dai gratta e vinci per l’11,4% e dalle scommesse sportive per il 17,5 %.

L’Erario ha incassato dal fatturato complessivo circa 8,1 miliardi, corrispondenti al 9%. Secondo Toscano, l’ampia schiera di giocatori rientranti nell’80% che gioca senza essere esposta a rischio oggi, potrà esserlo in futuro, data l’avanzata della crisi, della solitudine e del carattere pervasivo della pubblicità ingannevole. Il segretario generale ha altresì evidenziato la natura speculativa di quanti promuovono e mantengono  il gioco d’azzardo, facendo notare che sul fatturato annuo derivante da tale gioco, l’86% ritorna ai giocatori, molto spesso con piccole cifre “pericolosissime” – definite da Toscano – perché rappresentano un incentivo a tentare il grande colpo.

Di fronte ad un quadro così emergenziale ed alla necessità di promuovere azioni capillari di sensibilizzazione al contrasto del Gioco d’Azzardo Patologico (GAP), la campagna Mettiamoci in gioco propone di: coinvolgere i Sindaci, sia dei piccoli Comuni che delle Città Metropolitane, sì da rendere più agevole il controllo del territorio sul fenomeno; portare a termine le procedure per l’inserimento del GAP nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che devono essere garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale; vincolare l’1% del fatturato annuo dei giochi d’azzardo al finanziamento delle azioni di prevenzione, assistenza, cura e ricerca relative al Gioco d’Azzardo Patologico; dare seguito a quanto stabilito dal Decreto Balduzzi sulla regolamentazione della pubblicità che riguarda il gioco d’azzardo, vietando inoltre, le pubblicità che indicano la possibilità di vincita senza contrapporle alle possibilità di perdita e quelle che promuovono illusorie vincite facili; vincolare l’esercizio delle concessioni al rispetto del codice di autoregolamentazione pubblicitaria adottato dalla Federazione Sistema Gioco Italia, stabilendo al contempo una Autoritydi controllo esterna ad Aams; stabilire una moratoria sull’introduzione dei nuovi giochifino a quando non saranno noti i risultati delle ricerche promosse da enti terzi sui rischi e i benefici delle attuali politiche in materia; adottare un registro unico nazionale delle persone che chiedono l’esclusione dai siti di gioco d’azzardo.

Una proposta di legge che è stata presentata alla Commissione Affari Istituzionali (che noi abbiamo fatto) è stata immediatamente bloccata perché evidentementecome sostiene Toscanonon si vogliono perdere le risorse derivanti dal gioco d’azzardo. Toscano ha parlato anche di “Lobbies in Parlamento” che stanno lì per custodire i privilegi di alcune categorie di cittadini contro chi li combatte.

Il segretario generale infine ha rilevato che, gli effetti del gioco d’azzardo sono diversi tra uomo e donna. Per l’uomo la spinta al gioco sembra essere più materialista, per la donna invece ricorrono fattori più precipuamente emotivi. Faremo degli spot televisivi mirati, per l’uomo e per la donna. Chi è affetto da patologia legata al gioco d’azzardo intanto, nega la sua dipendenza. Poi è colpito da ansia, depressione, senso di colpa, ma non lo ammette. Gli stessi familiari hanno difficoltà a capire il proprio congiunto “colpito”. Quindi – ha concluso Toscano – è importante capire, anche da parte dei medici specialisti, come intervenire.

TrinacriaNews.eu ha intervistato il Segretario generale Uil Pensionati Nino Toscano, ecco di seguito l’intervista:nino-toscano


D. Avete considerato la necessità di istituire delle figure di esperti che vigilino sul comportamento anche “compulsivo” dei giocatori durante le varie fasi del gioco, sì da individuare la genesi della patologia?                                      

R. Il fenomeno va studiato. Tra le iniziative che dobbiamo adottare vi è quella della predisposizione di locandine, di cui dobbiamo vedere come elaborare, perché, io che viaggio per la Sicilia ed entro in molti locali, vedo molte slot machines, ma non vedo un manifesto che avverta a quali rischi si espone il “giocatore”. Ho visto una reazione che mi ha fatto rabbrividire. Una volta aspettavo l’autobus alla stazione, entro in un bar e vedo un uomo, malvestito, (per me era un accattone) il quale aveva giocato 10 euro, prendeva i gettoni, arrivava alla macchinetta, perdeva. Poi tutto agitato, usciva fuori, rientrava, prendeva altri 10 euro per comprare i gettoni, riproducendo lo stesso scenario precedente. La sua reazione era quella di un uomo drogato.

D. Oltre a convegni ha pensato di promuovere dei tavoli di concertazione in cui le varie parti sociali (compresi gli specialisti professionisti) si facciano promotrici di una serie di azioni orientate alla condotta dei giocatori patologici?

R. Non vi è dubbio che il fenomeno deve essere studiato. Noi intanto, partiamo dal basso. Coinvolgiamo le nostre strutture. Noi siamo capillarmente presenti dovunque. La proiezione è quella. Si tratta di costruirla, di sensibilizzare, perché non c’è questa consapevolezza. Bisogna che lo sforzo sia comune, altrimenti, non raggiungiamo l’obiettivo. Sarà difficile, però deve essere affrontato.

D. Sarebbe opportuno il coinvolgimento anche dei familiari dei soggetti affetti da “azzardo-patia”, considerati i loro limiti e l’impreparazione nella lotta al fenomeno?

R. I manifesti, i convegni, gli spot sono diretti a loro. I convegni li faremo con le presenze allargate. Ovviamente, l’obiettivo è di coinvolgere tutti, a cominciare dai familiari. Dobbiamo essere bravi e capillarmente organizzati come chi invece, lucra sul sistema.

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