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Anno XI - Num. 54 - 30 dicembre 2023

Anno IV - Num. 20 - 01 gennaio 2016 Sport

Amarcord – Bologna, per il Palermo dopo 42 anni una ferita ancora aperta

di Pietro Ciccarelli
         

palermo 73-74 URL IMMAGINE SOCIALIl 23 maggio 1974, con la conquista della seconda e ultima Coppa Italia, battendo in finale il Palermo a Roma nello stadio Olimpico. E’ vero che il Palermo militava in serie B e che la vittoria giunse dopo i tempi supplementari ai calci di rigore; ma non va dimenticato che prima di disputare la finale il Bologna aveva battuto squadre importanti: il Genoa, l’Avellino, il Milan, l’Inter di Helenio Herrera e l’Atalanta. A sua volta il Palermo era arrivato in finale battendo la Juventus.

Il Bologna era allenato da Bruno Pesaola e il presidente era Luciano Conti. La Finale dell’Olimpico si era messa in salita per il Bologna perché dopo 32 minuti il Palermo si era portato in vantaggio con un gol di Magistrelli. Solo al 90’ l’atterramento in area di Giacomo Bulgarelli, da parte di Ignazio Arcoleo, fruttò il rigore che Beppe Savoldi trasformò, portando i rossoblu al pareggio e ai tempi supplementari, che si chiusero senza reti. Si andò ai rigori e Savoldi, Bulgarelli, Pecci e Novellini segnarono, mentre il Palermo sbagliò un rigore consegnando al Bologna la Coppa Italia. La formazione del BOLOGNA: Renato Buso, Tazio Roversi, Angelo Rimbano (dal 76’Eraldo Pecci), Franco Battisodo, Franco Cresci, Ivan Gregori (AdrianoNovellini dal 46’), Pietro Ghetti, Giacomo Bulgarelli,Giuseppe Savoldi, RobertoVieri, Fausto LandiniII. Allenatore Bruno Pesaola. PALERMO: Sergio Girardi, Alessandro Zanin, Aldo Cerantola, Ignazio Aroleo, Dario Pighin, Lorenzo Barlassina, Erminio Favalli, Arturo Ballabio (61’ Salvatore Vullo), Sergio Magistrelli, Sandro Vanello, Giacomo La Rosa (46’ Giorgio Barbana). Allenatore Corrado Viciani

BOLOGNA CHE TREMARE IL MONDO FA

La società rossoblù,negli anni ’30conobbe un periodo di splendore, coincidente con la presidenza di Renato Dall’Ara, in carica dal 1934. Agli ordini prima dell’allenatore ungherese Arpad Weisz, poi di Felsner, il Bologna conquistò per quattro volte il titolo italiano, nelle stagioni1935-1936, 1936-1937, 1938-1939, e solo all’ultima giornata, perse quello della stagione 1939-40, vinto dall’Ambrosiana Inter. Ma nel1940-41, le sorti si capovolsero e questa volta fu il Bologna a imporsi sui rivali milanesi. Con i primi due scudetti consecutivi, il Bologna interruppe il dominio della Juventus, durato quatto campionati di fila. Arpad Weisz aveva già vinto a Milano, con l’Ambrosiana Inter. Fu lui, a far esordire Giuseppe Meazza in campionato e a vincere ,nel 1929-30, il primo scudetto dell’era a girone unico. Fautore di un modulo di gioco più simile al“Metodo WW”di Vittorio Pozzo che al“Sistema WM di Chapman”, Weisz diede un’impronta al gioco del Bologna, introducendo un connubio tecnico con i dettami della scuola danubiana, orientati alla fitta trama di passaggi. Il Bologna si fece notare anche in Europa per una vittoria di prestigio. Già nel 1932 e nel 1934, il Bologna si era aggiudicata laMitropa Cup(o Coppa dell’Europa Centrale), all’epoca considerato il più prestigioso trofeo del calcio mitteleuropeo. Ma ancora più sensazionale fu la vittoria successiva, che valse al Bologna la fama di “squadrone che tremare il mondo fa”.

Accadde nel 1937, a Parigi, in occasione del Trofeoper l’Exposition Internationale“Artset Techniques dans la Vie moderne”(l’Expo di Parigi). Parteciparono al trofeo le più importanti squadre del tempo. Tra le quali, oltre al Bologna campione d’Italia, anche il forte Sochaux, in rappresentanza della Francia, la temibileAustria Vienna del fuoriclasse Matthias Sindelar e loSlavia Praga, altra potenza del calcio danubiano. Ma soprattutto, per la prima volta, prendeva parte ad un torneo internazionale una squadra inglese. In quei tempi, molto difficilmente gli inglesi accettavano il cimento internazionale, chiusi nel proprio splendido isolamento per presunzione di rango, avendo inventato il calcio e ritenendo di essere tatticamente più evoluti del mondo continentale. A rappresentare i maestri del calcio, furono invitati i‘blues’delChelsea.

Superato con un secco 4-1 il Sochaux, il Bologna s’impose contro gli ostici cecoslovacchi dello Slavia per 2-0 in semifinale. Mentre dall’altra parte del tabellone, anche il Chelsea vinse 2-0 contro l’Austria Vienna.

Il 6 giugno 1937, nella finale disputata allo stadio di Colombes, scesero in campo Bologna e Chelsea, con le seguenti formazioni:

BOLOGNA: Ceresoli; Fiorini, Gasperi; Montesanto, Andreolo, Corsi; Busoni, Sansone, Schiavio, Fedullo, Reguzzoni.

Il risultato fu indiscutibile e clamoroso: grazie alle reti di Reguzzoni al 15’, di Busoni al 20’, di nuovo di Reguzzoni al 31’ e al 65’, seguite dal gol della bandiera di Weaver al 72’, il Bologna ottiene una vittoria storica, impartendo una lezione di calcio agli inglesi, ai quali non resta che tentare di buttarla sulla rissa nel finale. Un 4-1 destinato a rimanere scolpito negli almanacchi del calcio. Se il ciclo del Bologna durò ancora qualche anno, fino al sopra ricordato scudetto del ’41, finì qui l’avventura del tecnico Arpad Weisz, non solo calcisticamente. Dapprima, il tecnico di origine ebraica fu costretto a lasciare il Bologna, poi l’Italia, in seguito all’applicazione delle Leggi Razziali. Rifugiatosi in Olanda (dove allenò una piccola squadra), Arpad Weisz, insieme alla propria famiglia, fu poi deportato ad Auschwitz. Da dove, come molti, non fece ritorno.

Ricordare oggi il “Bologna che tremare il mondo fa”, non è solo un viaggio della memoria per i tifosi del Bologna e per gli amanti del calcio, ma anche un atto di giustizia verso la memoria di questo storico allenatore.

*Fonte tremareilmondofa.blogspot.it

L’ultimo scudetto del Bologna risale alla stagione 1963-64, i felsinei erano allenati da Fulvio Bernardini e schierò i seguenti giocatori. William Negri (34 presenze), Carlo Furlanis (34 presenze), Mirko Pavinato (27 presenze), Edmondo Lorenzini (2 presenze), Sidio Corradi (1 presenza),  Paride Tumburus (28 presenze), Francesco Janich (34 presenze), Romano Fogli (33 presenze), Bruno Capra (11 presenze), Marino Perani (28 presenze), Giacomo Bulgarelli (32 presenze), Harald Nielsen (31 presenze), Helmut Haller (34 presenze), Ezio Pascutti (25 presenze), Mimmo Renna (14 presenze), Héctor De Marco (3 presenze), Bruno Franzini (3 presenze).

Ricerche a cura di Pietro Ciccarelli

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