Roma – Si è da poco concluso al Palazzo dei Congressi il XVI Congresso nazionale UIL al termine del quale Carmelo Barbagallo è stato eletto all’unanimità Segretario generale, prendendo il posto del Segretario uscente Luigi Angeletti.
Un congresso dallo slogan molto significativo, Lavoro voglia di riscatto, che ha messo al centro di ogni intervento l’emergenza occupazione e l’importanza di rivedere le politiche economiche del Paese che versa in gravissimo stato di crisi.
Si sono succeduti gli interventi di tutti i segretari generali nazionali di categoria e dei segretari generali regionali. Claudio Barone, segretario generale della Sicilia, nel suo intervento ha evidenziato tutte le criticità dell’Isola e l’attenzione e sensibilità del sindacato in Sicilia verso tutti i problemi che in questo momento la attanagliano.
Barbagallo ha così esordito davanti alla folta platea del Congresso: Mi stanno dipingendo in tanti modi, anche con delle caricature. Ho avuto sempre due complimenti che ho apprezzato: che non sono mai cambiato da quando ero delegato di squadra alla FIAT di Termini e che non sono un intellettuale perché mi sono laureato in UIL, la mia laurea l’ho fatta con voi.
Nel suo discorso ha voluto affermare l’importanza e la rilevanza del sindacato mondiale ed europeo per consentire di avere un forte sindacato nel nostro Paese perché con le grandi crisi finanziarie e con le multinazionali è necessario un sindacato che riaffermi il proprio ruolo a livello internazionale. E ha anticipato: Stiamo creando una proposta con CGIL e CISL che ci vede ai livelli più alti del sindacato europeo, della CES.
Ha evidenziato come il sindacato in questi anni sia stato percepito come troppo vicino alle linee di Governo e alla politica dei partiti e questo non è più possibile – ha affermato.
Riguardo allo sciopero generale del 12 dicembre ha detto: ci sarebbero le motivazioni per fare non un solo sciopero generale, ma una grande mobilitazione dell’Europa e del mondo contro i finanzieri che ci hanno affamato e che cercano di portarci indietro 30 anni in questo nostro Continente e, inoltre, rivolgendosi a Renzi: Il nostro Presidente del consiglio ha detto che noi facciamo uno sciopero politico e ci inventiamo scuse per scioperare: Presidente ci stupisca, si inventi una scusa per farci evitare lo sciopero. Noi siamo democratici e riformisti e fino all’ultimo momento abbiamo cercato di discutere, ma se ci fosse stata una disponibilità a discutere l’avremmo colta. Facendo riferimento al fatto che la CISL si sia tirata indietro da uno sciopero che sarebbe potuto essere unitario, ha continuato: Ho ascoltato con le mie orecchie i delegati della CISL, dopo il successo della manifestazione unitaria che ci aveva portato ad avere un incontro con il Governo, chiedere a gran voce lo sciopero generale. Ha, inoltre, asserito: Abbiamo detto al Governo che se si dovessero aprire delle possibilità, con l’apertura di un tavolo per trovare una soluzione ai problemi che abbiamo posto, io come sindacalista aspetterò sino all’ultimo momento. Altrimenti la smettano di dire che facciamo scioperi politici, noi facciamo scioperi per i diritti dei lavoratori, dei pensionati e dei cittadini di questo Paese.
Riguardo al suo nuovo incarico ha commentato: Certo assumere la responsabilità di un’Organizzazione importante come la Uil fa tremare le vene dei polsi, ma io sono testardo, determinato perché la UIL sia più grande e forte di prima!
Sempre rivolgendosi a Renzi , questa volta relativamente alle riforme portate avanti dal Governo ha asserito: il nostro Presidente del consiglio è così veloce che ce ne racconta una la mattina, una al mezzogiorno e una alla sera. E’ per questo che l’ho definito un cantastorie. Io vorrei, invece, che lui si impegnasse, ma se le riforme istituzionali sono quelle che sta facendo – e non so se pensa pure di abolire il Consiglio dei Ministri, visto che non li fa neanche parlare – dove andremo?(ndr. con riferimento al mancato intervento del Ministro Poletti al Congresso)Ma so che è importante che noi offriamo una sponda, noi, caro presidente, siamo disponibili alle riforme della Pubblica Amministrazione, alle riforme del mercato del lavoro, della contrattazione, ma dobbiamo sederci e vedere assieme quali sono gli interessi dei lavoratori e dei pensionati. E incalzando con toni alti: Altrimenti di cosa stiamo parlando: che vi disegnate in testa un progetto e noi dobbiamo obbedire? Questo non è possibile e non lo sarà mai! Caro presidente qua dentro c’è gente che ha votato per voi!
Non ha dimenticato di soffermarsi sulla politica di discredito che il Governo sta operando nei confronti del Sindacato e sulla poca considerazione delle tutele dei lavoratori con esplicito riferimento all’abolizione dell’art. 18: Stanno cercando di mettere fuori campo i corpi intermedi, il sindacato, non certamente per fare gli interessi del popolo italiano. Se penso alle sue dichiarazioni sul Washington Post mi vengono i brividi: “bisogna fare in modo che i datori di lavoro possano assumere chi vogliono e licenziare come e quando vogliono”. E probabilmente nella delega c’è anche l’esecuzione di questo Governo.
Se non ci fosse stato l’art 18 in questo momento di crisi i casi di licenziamento quanti sarebbero diventati? E ha continuato: Questo non è il momento di diminuire le tutele a chi ce le ha e non è vero che si danno tutele crescenti a chi non ce le ha. Sono tutele calanti per tutti! Il Governo deve sapere che noi su tutto questo vogliamo confrontarci e se non vogliono confrontarsi con noi, siccome non ci sono altri corpi intermedi coinvolti, loro pensano di fare quello che vogliono.
Ha poi annunciato, ma non soffermandosi in maniera dettagliata e ripromettendosi di riparlarne approfonditamente in un secondo momento, di un progetto allo studio dei ricercatori della UIL per risollevare il mercato del lavoro: Dopo questo congresso porteremo avanti una proposta, la stanno studiando i nostri ricercatori: fare un patto generazionale fra giovani e anziani. Con lavoro stabile per i giovani e flessibile per gli anziani che è l’esatto opposto di quello che oggi ci propongono per cambiare questa impostazione italiana che non porta da nessuna parte.
Ecco come ha concluso il suo intervento: Quand’ero in Sicilia sono andato avanti sempre per obiettivi, nella categoria, nella camera sindacale e nel regionale dopo, e ora desidero un obiettivo che mi dovete aiutare a raggiungere: la UIL non è seconda a nessuno!
Rivolgendosi ai dirigenti sindacali Barbagallo ha proposto di ridurre la segreteria da 10 a 8 componenti, di estendere il numero del Consiglio Nazionale da 147 a 189 componenti e quello dell’Assemblea nazionale fino a oltre 1600 per ottenere una struttura sempre equilibrata: Ho sempre detto – ha affermato – nella parola “eqUILibrio” c’è la UIL. Noi dobbiamo realizzare una struttura che rappresenti ciò che siamo: giovani, anziani, lavoratori, pensionati del nostro Paese.
Ha poi ringraziato per il suo operato Carlo Ferrarisi che assumerà il ruolo di presidente dell’Istituto studi sindacali.
Ha proposto i componenti della nuova segreteria nazionale UIL che lo coadiuverà: Antonio Foccillo, Guglielmo Loy, Paolo Carcassi, Domenico Proietti, Tiziana Bocchi e Silvana Roseto, segretario organizzativo PierPaolo Bombardieri, tesoriere Rocco Carannante. Proposta che è stata approvata all’unanimità dal Consiglio nazionale.
Infine ha proposto ai componenti del Consiglio nazionale l’esecutivo: Alotti Walter, Angeletti Luigi, Attili Benedetto, Barbagallo Carmelo, Barone Claudio, Bellissima Romano, Bendini Claudio, Biondo Salvo Bizzotto Clamira, Boccardo Tecla, Bocchi Tiziana, Boco Bruno, Bombardieri Paolo, Campo Roberto, Cantini Frrancesca, Carannante Rocco, Carcassi Paolo, Civica Alberto, Colamarco Gerardo, Cortese Giovanni, De Santis Gilberto, Di Menna Masimo, Fioretti Graziano, Foccillo Antonio, Iocco Maria Vittoria, Larizza Pietro, Loy Guglielmo, Mammuccari Enrica, Mannino Maria Pia, Mantegazza Stefano, Margaritella Danilo, Masi Massimo, Massa Piero, Menis Giacinto, Modaro Vincenzo, Nisi Nirvana, Palombella Rocco, Panzarella Vito, Piersanti Livia, Pirani Paolo, Proietti Domenico, Pucci Rosaria, Pugliese Aldo, Ranaldi Alessandro, Ranieri Noemi, Re Anna, Romanazzi Chiara, Roseto Silvana, Serafini Toni, Tarlazzi Claudio, Ticca Francesca, Torluccio Giovanni, Ungaloro Salvatore, Vaccaro Carmine, Vannoni Maurizio, Veronese Ivana, Zignani Giuliano. Anche questa proposta approvata all’unanimità dal Consiglio nazionale.
Breve BIOGRAFIA del neoeletto Segretario nazionale UIL Carmelo Barbagallo
Ha iniziato a lavorare all’età di 8 anni.
Dopo 5 anni di lavoro minorile, 1 anno di lavoro nero e 3 mesi di apprendistato, finalmente viene assunto con contratto regolare in una concessionaria d’auto. Comincia così un periodo lungo quindici anni in cui, cambiando più volte mestiere, acquisisce una grande esperienza del mondo del lavoro e dei difficili e conflittuali rapporti tra padrone e operaio.
Da un negozio di barbiere a un pastificio, da una cooperativa ittica a un magazzino di smistamento postale, Barbagallo approda, infine, alla Fiat di Termini Imerese, la cittadina siciliana che gli ha dato i natali. Quello stabilimento diventa per lui, operaio specializzato, la fucina in cui si forgia all’attività sindacale. Lì inizia il suo percorso che, da delegato, lo porterà sino alla carica di Segretario generale della UIL Sicilia.
Esercita questo ruolo con grande senso di responsabilità e le sue battaglie civili, in difesa della legalità, lo rendono un bersaglio della mafia. In particolare, dopo parole di verità pronunciate in occasione dei funerali del suo amico sindacalista della UIL Domenico Geraci, assassinato a Caccamo nel 1998, viene fatto oggetto di gravissimi atti intimidatori. Già in precedenza, peraltro, un colpo di fucile era esploso nella sua abitazione lasciandolo miracolosamente incolume.
Il suo carisma e le sue indubbie capacità fanno coagulare intorno a lui il diffuso consenso di tutta la UIL. E così nel giugno del 2000, con Angeletti Segretario generale, Barbagallo viene eletto in segreteria confederale nazionale con delega all’organizzazione. In questa veste, a partire dalla Conferenza nazionale di Bellaria del 2012, ha ideato, progettato e avviato la riforma organizzativa della UIL, la cui completa attuazione è destinata a generare la nascita di un più snello ed efficiente “Sindacato a rete”.
A gennaio del 2014, il Consiglio confederale lo elegge Segretario generale aggiunto.
Sposato, ha 2 figli e 2 nipoti che adora e a cui dedica tutto il suo poco tempo libero.
TrinacriaNews.eu lo ha intervistato in video. Ecco le domande che gli abbiamo rivolto:
- Da oggi il XVI Congresso nazionale UIL l’ha eletto Segretario nazionale, lei si ritrova un Paese con tanti problemi, quali saranno le sue priorità?
- Un congresso dallo slogan: Lavoro voglia di riscatto quale messaggio si vuole trasmettere agli italiani? E’ per i giovani che devono trovarlo e si vogliono costruire i presupposti per crearlo o riguarda i lavoratori che molte categorie da tempo hanno stipendi bloccati e contratti non rinnovati?
- Il 12 dicembre sarà sciopero generale indetto da CGIl e UIL, la CISL si è tirata indietro perché la Furlan ha asserito che il jobs act risponde a tutte le richieste delle tre sigle sindacali. Lei cosa ne pensa?
- Quali sono le motivazioni dello sciopero generale?
- Quali speranze ci sono che il Governo riveda l’art 26 in particolare il comma10 della legge di stabilità che riguarda il taglio di 150 milioni di euro ai patronati, taglio che potrebbe comportare un rischio per la sopravvivenza dei patronati delle OO. SS. E quindi perdita di posti di lavoro per i dipendenti che in questi lavorano e, inoltre, una riduzione dei diritti dei cittadini che si avvalgono dei patronati per la cura di loro pratiche presso enti quali per esempio INPS, INPDAP INAIL?
- Per tre anni dall’inizio di un nuovo contratto di lavoro il lavoratore non godrà di tutele, non avrà diritto all’art. 18 e potrà quindi essere licenziato in qualsiasi momento senza un giustificato motivo. Non le sembra che questo porterà a far lavorare i nuovi lavoratori per tre anni come dei cinesi pur di non essere licenziati e magari ugualmente poco prima dello scadere dei tre anni i lavoratori lo saranno ugualmente? Eppure Renzi non voleva creare lavoratori serie A e B? Non c’e il rischio che crei soltanto lavoratori di serie B togliendo tutele a chi ce le ha?