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Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno I - Num. 02 - 18 giugno 2012 Politica e società

XV Carovana Antimafie Internazionale: “Fare società” come arma per la legalità

di Viviana Villa
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ManifestoPalermo – L’11 aprile 2012 è partita da Roma la XV Carovana Antimafie Internazionale promossa da: Arci, Libera, Avviso Pubblico, ECL European Caravan for Legality, Cgil, Cisl e Uil e la cui conclusione avverrà l’11 ottobre a Palermo.

Una Carovana che unisce le genti, le culture, le istituzioni e le nazioni e che, da ben 18 anni, riparte e tocca numerose tappe seguendo un itinerario carico di impegno e di valore simbolico. La prima edizione, avvenuta un anno e mezzo dopo le stragi di Falcone e Borsellino, attraversò per dieci giorni la Sicilia per promuovere iniziative a sostegno delle vittime della mafia. Amiamo viaggiare, vedere, scoprire, per questo abbiamo iniziato un viaggio appassionante e pericoloso, difficile ma entusiasmante, un viaggio verso ipotesi nuove di esistenza, un viaggio che possa dare alle idee, alle parole, ai gesti, libertà – sono queste le intenzioni che hanno guidato nel 1994 la Carovana Antimafia Regionale.

Ancora oggi, sotto questi auspici, è partita la XV edizione della Carovana Antimafie Internazionale. Divenuta dal 2004 un’iniziativa internazionale, la Carovana, che quest’anno coinvolgerà l’Italia, la Francia e la Tunisia, prevede 25 tappe fra regioni italiane e località straniere (vedi le tappe nel documento allegato in fondo all’articolo), al fine di sensibilizzare le coscienze in materia di promozione della legalità, attraverso differenti attività: incontri, dibattiti, convegni, spettacoli, proiezioni di film, manifestazioni nelle scuole. Si tratta di un vero e proprio viaggio che, dalla mera dimensione fisica e temporale, si sposta sul piano sociale e morale, coinvolgendo in maniera diretta la cittadinanza, le imprese e le istituzioni.

I due furgoni con a bordo i carovanieri seguiranno un lungo itinerario, “narrato” in una sorta di diario di bordo. Ad ogni tappa un pezzo di stoffa del vessillo relativo alla città visitata costituirà un “tassello” della cosiddetta bandiera della legalità democratica, simbolo della Carovana.

Quest’anno il tema chiave riguarderà il “Fare società”, evocando in maniera chiara il concetto di cooperazione per la creazione di una società che sempre più possa risvegliare il senso di educazione alla legalità, di coscienza civica e di lotta collettiva. Il filo conduttore dell’iniziativa riguarda l’utilizzo dei beni confiscati alle mafie, in modo particolare attraverso la vendita di prodotti ricavati da essi, ma anche la conservazione e la valorizzazione della memoria delle vittime di mafia.

In occasione delle tappe calabresi che si sono svolte dal 28 al 30 maggio, a Lamezia Terme (CZ), il Presidente della Consiglio Regionale Francesco Talarico, si è espresso ricordando come la Carovana costituisca un omaggio alla memoria di tutte le vittime delle mafie. Il riutilizzo dei beni confiscati permette di restituire ciò che è stato tolto alla collettività ed all’uso dei cittadini, operando una sorta di risarcimento sociale. Il Consiglio Regionale, intraprendendo un percorso di promozione della legalità dedicato alle scuole e ai giovani della Calabria, mira a favorire il riscatto della collettività e a creare consenso nei confronti delle istituzioni, affinché si cooperi con rinnovata fiducia.

Il Logo

Il giorno successivo, a Reggio Calabria è stato organizzato l’incontro Memoria e Resistenze, che ha visto la partecipazione degli studenti delle scuole locali e l’intervento del Coordinatore Provinciale di Libera Mimmo Nasone, il quale ha idealmente creato un collegamento tra la resistenza che ha liberato l’Italia dal fascismo e la resistenza alla quale siamo chiamati oggi.

A questo proposito, anche Michele Prestipino, Procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha affermato che la mafia può essere sconfitta solamente attraverso un’organizzazione altrettanto forte ed efficace, che è rappresentata dall’intera società civile.

Come si evince dalle tappe già concluse, per quest’edizione l’attività della Carovana Antimafie si concentra, soprattutto, sul concetto di costruzione di una società che, non si dedichi solamente alla lotta contro la criminalità organizzata, ma si metta in gioco e intervenga in maniera attiva attraverso la stretta collaborazione con le associazioni di cittadini. Come ne La Peste dello scrittore francese Albert Camus, la solidarietà e l’impegno collettivo sono l’unica arma che la cittadinanza ha a disposizione per sconfiggere ogni tipo di “male”; la partecipazione e la lotta collettiva sono le parole chiave per il raggiungimento di risultati concreti e positivi.

È quello che, ad esempio, è successo a Lamezia Terme, dove la Carovana ha sostenuto le proteste dei cittadini contro la chiusura del Tribunale, simbolo della lotta alla criminalità organizzata.

Anche in Sicilia, l’arrivo della manifestazione ha fatto da “cassa di risonanza” per una protesta che da qualche tempo riguarda i cittadini di Niscemi (CL). Il 4 giugno, infatti, la manifestazione ha raggiunto la Sughereta di contrada Ulmo, dove si è svolta una “passeggiata ecologica” sulla collina, dove saranno posizionati i tralicci e le antenne del nuovo sistema di telecomunicazione satellitare delle forze armate Usa, denominato “MUOS”. In questa sede si è svolta una conferenza stampa di “denuncia” in diretta streaming, alla quale hanno partecipato i presidenti e i responsabili delle associazioni organizzatrici della Carovana, i sostenitori dei comitati NO MUOS, i rappresentanti delle istituzioni e numerosi giornalisti. Attraverso questa manifestazione, la Carovana ha potuto esprimere il proprio sostegno ai comitati e ai movimenti organizzati e il proprio dissenso nei confronti di questo “mostro elettromagnetico”.

Il 5 giugno, la Carovana è passata anche dalla periferia degradata di Librino a Catania. Così come affermato dal comunicato stampa di Arci i tanti giornalisti accorsi ci chiedono perché abbiamo scelto di passare da una delle periferie più degradate di questa città. La risposta è già nella domanda. Carovana ha preferito ai conve­gni negli alberghi la presenza sulle strade, alle mega manifestazioni gli incontri nelle scuole. Il nostro viaggio si è fatto ancora più maturo, o almeno è percepito così. Maturo per forza perché siamo consapevoli che, dopo Brindisi, qualunque sia stata la causa di tanto orrore, tante cose sono cambiate. La responsabilità l’abbiamo sentita già nell’attraversare la Campania con le tante tappe nei luoghi simbolo del ‘sistema’ (o camorra,) ma anche dell’antisistema, l’antimafia sociale: si pensi alla Radio web che trasmette dal bene confiscato o l’aver incontrato la comunità di Pagani, comune da poco disciolto per infiltrazioni mafiose.

A Catania la Carovana ha incontrato gli studenti della scuola Dusmet di Librino e poi ha partecipato ad una tavola rotonda al liceo scientifico Boggio Lera, durante la quale è intervenuta Mariagiovanna Italia, Presidente dell’Arci Catania, che ha affermato come sia necessario combattere la mafia con la bellezza. I linguaggi artistici – ha continuato il Presidente – la musica, la danza, il teatro non servono esclusivamente come pausa di svago dopo il momento dell’impegno. Bisogna comunicare attraverso la bellezza, che è un deterrente nei confronti della mafia.

Infine, l’ultima tappa, prima della pausa estiva, si è svolta a Corleone, dove Don Ciotti, Presidente di Libera, ha affermato che in questo luogo risiede la speranza per il futuro, in virtù di un cambiamento che ha bisogno dell’impegno e della responsabilità di tutti.

La nostra redazione a settembre, seguirà le tappe finali della Carovana, fino a quella dell’11 ottobre a Palermo, dove verranno organizzati gli eventi conclusivi della manifestazione.

>> scarica il calendario delle tappe della XV Carovana antimafie

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