Ecco cosa si legge in diverse bacheche Facebook di nostri lettori molto sensibili alle bellezze artistiche, monumentali e paesaggistiche della nostra Isola:
Cari amici eccoci finalmente allo sprint finale per salvare il castello di Calatubo. Si potrà votare fino al 30 novembre e solo così lo preserveremo dall’incuria del tempo e potremo trasmetterlo alle generazioni future. Faccio appello al nostro orgoglio di siciliani, non mettete mi piace, non serve a niente, ma cliccate sul sito: http://iluoghidelcuore.it/luoghi/12847 e sarete immediatamente indirizzati a votare. Grazie
Due settimane circa mancano per concludere le votazioni e far raggiungere al Castello di Calatubo la prima posizione in classifica, attualmente al secondo posto, per la sua ristrutturazione da parte del FAI. Vi invitiamo, pertanto a andare sul sito sopra citato per poter salvare questo documento di storia della Sicilia.
Informazioni di seguito riportate tratte da Wikipedia, l’enciclopedia libera:
Il Castello di Calatubo è un’antica fortezza che sorge presso il comune di Alcamo (provincia di Trapani).
Il sito presenta frequentazioni antichissime, con resti di un insediamento elimo e di una necropoli.
Essendo prossimo all’autostrada A29, con la sua imponente mole attrae la curiosità dei viaggiatori; è però sconosciuto ai più e versa oggi in uno stato di abbandono, nonostante il Comune di Alcamo abbia spesso espresso la volontà di recuperarlo. È attualmente inagibile e pertanto chiuso alle visite.
Storia e funzioni del castello
Uso militare
Le origini del castello risalgono a prima del 1093, anno in cui il conte Ruggero definì i confini della diocesi di Mazara, includendovi “Calatubo con tutte le sue dipendenze”
Anticamente, attorno al castello sorgeva il villaggio di Calatubo, che fondava il proprio commercio sull’esportazione di cereali e di pietra da mulino (ad acqua e a vento, questi ultimi detti “mulini persiani”), estratta dalle cave attorno al torrente Finocchio, come menzionato dal geografo arabo al-Idrisi nel Libro di Re Ruggero, scritto nel 1154.
A partire dal Medioevo, a causa della sua visibilità, il castello di Calatubo ebbe un importante ruolo strategico: infatti esso faceva parte di una linea di torri e forti situati lungo la costa che va da Palermo a Trapani; tale linea difensiva veniva utilizzata per trasmettere segnali luminosi in caso di attacco dei nemici saraceni. In particolare, il castello di Calatubo garantiva il flusso di informazioni che avvenivano tra gli avamposti di Carini, Partinico e Castellammare del Golfo.
Uso agricolo
Il villaggio di Calatubo fu abbandonato in seguito alla conquista da parte di Federico II e il castello perse la sua funzione originaria di fortezza militare, trasformandosi in una masseria. Durante tale periodo, al castello si aggiunsero magazzini, stalle e altre strutture utilizzate per l’amministrazione agricola del feudo di Calatubo
Alla fine del XIX secolo in corrispondenza del secondo cortile furono poi allestiti magazzini per la produzione del vino “Calatubo”
Abbandono e tentativi di recupero
Il castello rimase in buone condizioni fino al 1968, anno in cui si manifestò il terremoto del Belice. A peggiorare l’azione distruttrice del terremoto fu l’utilizzo della struttura come ovile e gli scavi di frodo, che avevano come obiettivo i reperti della necropoli del VII secolo a.C. attinente al castello. Inoltre più recentemente (luglio 2013) il castello è stato avvolto da un incendio che oltre ad annerirne le pareti interne ed esterne ha verosimilmente arrecato ulteriori danni alla struttura.
Nel 2007 il Comune di Alcamo ha acquistato il castello per 60 mila euro dalla famiglia Papè di Valdina. Nel corso degli ultimi anni (2003-2014) è stato segnalato più volte nell’ambito dell’iniziativa “I Luoghi del Cuore” promossa dal Fondo Ambiente Italiano (FAI), che ha come obiettivo la protezione e la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico italiano.
Descrizione
Il castello di Calatubo è in realtà un complesso architettonico che si sviluppa prevalentemente in direzione est-ovest, costituito principalmente dalla struttura del castello originario, che ha subito diverse modifiche per adattarsi nel corso dei secoli alla sua destinazione d’uso. Tale complesso ha le dimensioni di circa 150×35 m e sorge su una roccia di natura calcarea che si trova ad un’altezza di circa 152 m sopra il livello del mare, dominando con la sua altezza il territorio circostante. Da tale posizione sono visibili in particolare il Monte Bonifato e il Golfo di Castellammare.
Il castello è inaccessibile su tre lati a causa delle pareti scoscese della roccia sulla quale è costruito. L’unico accesso percorribile è situato a occidente, dove si raggiunge la prima linea difensiva del castello attraverso una rampa gradonata. Dalla prima linea difensiva, che comprende tra l’altro un pozzo, una chiesa ad aula e altri locali, si arriva ad un cortile che comunica con la seconda cerchia muraria attraverso un portale, fino ad arrivare alla terza cerchia muraria, che comprende una torre oblunga, arrivando infine al nucleo principale del castello, che è una struttura a pianta rettangolare delle dimensioni di 7×21,50 m, posizionata sulla parte meridionale della rocca.
Per carita, protege la nostra isola e la nostra cultura!