Palermo – I ragazzi di Addiopizzo saranno stanchi, ma soddisfatti. Anche quest’anno è andata! La VII fiera del consumo critico, che si è tenuta dall’11 al 13 maggio al Giardino Inglese, un giardino pubblico al centro della città, è stata un successone. Tanta gente, tanti dibattiti, tanta musica e tanta voglia di fare. Sono state tre giornate intense, ricche di momenti di socialità, impegno e divertimento.
Girando tra gli stand e le bancarelle potevi vedere le aziende, che hanno deciso di non pagare il pizzo, cooperative sociali come Il Canto di Los, che realizza percorsi creativi per persone con disturbo della personalità; proprietari di pub e ristoranti come Divino Rosso e associazioni di Guerrilla gardening, pronti a supportarti nella realizzazione della tua piantina personale. Con guerrilla gardening si intende una forma di giardinaggio politico, una forma di azione non violenta diretta, praticata, soprattutto, da ambientalisti. Ci sono gruppi che compiono le loro azioni, attacchi, durante la notte, in relativa segretezza, per seminare e prendersi cura di un piccolo appezzamento abbandonato o di un prato fiorito. Altri lavorano più apertamente, cercando di coinvolgere le comunità locali.
Alla fiera erano presenti anche le aziende agricole con i propri prodotti tipici, come, per esempio, l’azienda Traina o la cooperativa Valdibella. C’era chi simulava la navigazione su una barca a vela con un prototipo in miniatura, chi esponeva i propri libri, come la casa editrice Officina Trinacria e chi invitava la gente a firmare il Manifesto liberi Professionisti, una sorta di decalogo antimafia, che indica i comportamenti che laureati, professionisti e dipendenti pubblici, dovrebbero adottare nello svolgimento della propria attività lavorativa.
C’era poi lo stand, gestito dai “simpatizzanti” Addiopizzo. Un gazebo con tante magliette dai colori variegati, su cui campeggiavano le scritte “Pago chi non paga” o la ormai celebre frase “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. In seguito, ciliegina sulla torta, lo spettacolo dei comici Ficarra e Picone sabato sera e tanta buona musica con le esibizioni di artisti del calibro di Cirrone, Alfio Antico, Akkura e Lello Analfino dei Tinturia. Infine, la domenica mattina si è svolto un interessante dibattito con il Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso, intervistato da Riccardo Arena, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Siciliano. Ha detto il Procuratore durante il dibattito: ho avuto il privilegio di dare la spinta iniziale al comitato Addiopizzo quando ero Procuratore della Repubblica di Palermo, perché da subito ho ritenuto geniale l’idea del consumo critico che premia chi ha detto no al racket.
La Fiera del consumo critico è un appuntamento che si rinnova ormai da 7 anni e, sicuramente, molti passi avanti sono stati fatti dalla prima edizione. Sono oltre 700 i negozi pizzo-free e più di 10 mila i consumatori, che li sostengono con i propri acquisti. C’è un desiderio sempre più forte di legalità. I commercianti e gli imprenditori vengono da noi, perché cercano protezione – ci ha raccontato Giulia, fiorentina all’anagrafe, ma siciliana d’adozione, che è diventata membro del Comitato dal mese di gennaio.
Quali sono i criteri per inserire un’azienda nella lista Pizzo Free?- abbiamo chiesto alla volontaria. Prima si fa una riunione per decidere se l’azienda può essere o meno inserita nella lista, poi scattano i controlli da parte delle forze dell’ordine, per stabilire se l’imprenditore ha un passato poco chiaro. È mai accaduto che qualche azienda fosse esclusa? Sì, certo. Il mese scorso, per esempio, abbiamo dovuto escludere una persona, perché aveva delle parentele, che non ci convincevano.
Così, se dopo tutti i controlli effettuati, l’azienda risulta “pulita”, solo allora potrà essere inserita nella lista pizzo-free, una guida che nasce dall’instancabile lavoro quotidiano di ragazze e ragazzi, tutti indispensabili per portare avanti la lotta contro il racket, per diffondere il “consumo critico”, per vigilare sui poteri pubblici e la classe dirigente, ma soprattutto per restituire fiducia e speranza in una città che aspira a diventare “onesta, laboriosa e creativa”.