Palermo – L’8 novembre 2012 si è tenuta alla Libreria Feltrinelli la presentazione dell’ultimo libro del giornalista Giancarlo Licata dal titolo Una rondine fa primavera. Trent’anni di storie in bianco e nero di una città che torna a scommettere su Leoluca Orlando, Edizioni Novantacento.
Con precisione cronologica l’autore ricostruisce alcuni eventi cruciali degli ultimi trent’anni della storia d’Italia e, in particolare, di Palermo, legati inevitabilmente al percorso politico di Leoluca Orlando. L’analisi viene portata avanti attraverso documenti, atti processuali e testimonianze anche inedite. Il giornalista si concentra sulle grandi stragi, sulla trattativa Stato-mafia, sull’omicidio Insalaco e sulla crisi della Dc e del Psi. Un ulteriore capitolo viene dedicato all’intervista al Sindaco di Palermo che dal 1980, anno in cui era consigliere della città, è protagonista della storia del capoluogo siciliano.
La ricostruzione degli eventi portata avanti da Licata permette di comprendere il passato della città ed in questa luce ipotizzarne il futuro. Nel libro, Palermo viene definita come l’unica città di uno Stato democratico in cui criminalità e amministrazione si sono alle volte guardate da lontano, a volte da vicino, un tempo si sono pure fidanzate e poi sposate. […] Palermo è diversa: le imprese subiscono condizionamenti, i commercianti pure.
Come afferma lo stesso Licata, la scelta del titolo richiama in maniera provocatoria il proverbio “Una rondine non fa primavera”. Eliminando il “non”, il significato originario viene cambiato ed adattato al contesto palermitano, in quanto la parola “primavera” fa riferimento in modo figurato al periodo precedente della storia della città e la “rondine” rappresenta Leoluca Orlando. Scopo del libro, quindi, è, come dice l’autore stesso, quello di cercare le radici dell’orlandismo, tentando di capire come gli anni di Orlando che vanno dalla prima candidatura del 1985 ad oggi si siano intrecciati con la storia di Palermo. Nelle conclusioni di Una rondine fa primavera, Giancarlo Licata spiega in maniera diretta che il libro è dedicato a Palermo e al suo più longevo protagonista politico, con lo scopo principale di non far dimenticare, mettere uno dietro l’altro fatti, commenti, emozioni, sensazioni, per far capire anche a chi non c’era cosa avvenne in quegli anni. Il giornalista cerca di trovare la genesi del fenomeno senza precedenti di cui Orlando è protagonista. Le ultime elezioni hanno sancito, infatti, la sua quarta vittoria attraverso un consenso che solo lui è riuscito a trovare. L’ultimo voto viene definito di attesa e di speranza, attraverso il quale Palermo si affida alla sua più importante “rondine”, affinchè possa rinascere una nuova primavera. Negli ultimi anni alla prepotenza si è risposto con la rivolta, sono nati gruppi spontanei e movimenti e sta fermentando qualcosa di positivo che forse ha trovato espressione, con evidenza, nell’ultima tornata elettorale che ha eletto Leoluca Orlando. […] Si respira un forte bisogno di valori, di buona politica, di etica, nell’approccio con l’altro.
Tema dominante all’interno del libro è anche quello del recupero della memoria, fondamentale per lo sviluppo e la maturazione di una società così complessa come quella in cui viviamo.
Durante la presentazione sono intervenuti il giornalista Roberto Alajmo e il Prof. Nino Buttitta, che hanno esposto un loro commento del libro e dibattuto su vicende della nostra città ancora avvolte nel mistero.
Roberto Alajmo ha riconosciuto l’opera del collega come una testimonianza, che permette di raccontare un periodo della nostra storia che non è più cronaca, ma non ancora storia consolidata. Uno dei pregi di Giancarlo Licata – continua – è stato quello di raccontare gli anni cocenti di Palermo senza lasciarsi attrarre dal fascino vertiginoso di Orlando. Ci è riuscito adottando una tecnica narrativa che gli ha permesso di mostrare il personaggio principale senza mai farlo vedere in viso. Orlando è il protagonista, ma si racconta ciò che avviene intorno a lui. In questo libro si descrive una storia recente che bisogna conoscere, soprattutto per certi risvolti che a me stesso erano ignoti. Il libro ha al suo interno dei picchi che sono concentrati nei capitoli che trattano la vicenda di Insalaco e del Generale Dalla Chiesa.
In seguito è intervenuto il Prof. Nino Buttitta, che ha riconosciuto il merito dell’opera di Giancarlo Licata che è riuscita a far comprendere come il passaggio dalla vecchia Amministrazione comunale a quella di Orlando costituisca una crescita non solo in senso economico e sociale ma anche culturale. Non è vero che nel passato io non amassi Orlando – continua l’antropologo – io polemizzavo con lui. Ho la mia responsabilità, non ho insistito nel sostenere all’interno del mio partito l’alleanza tra socialisti e comunisti. Non avere insistito su questa tesi è stata la mia colpa. Per quanto riguarda il libro, Giancarlo Licata ha compiuto un gesto coraggioso perché scrivere la storia di questa città è una cosa molto difficile. In questa operazione, è riuscito a rappresentare in modo mirabile gli ultimi decenni di una società molto complessa. Si tratta di anni dei quali non abbiamo avuto consapevolezza. Come sosteneva Karl Marx “Gli uomini fanno la storia e non sanno di farla”. La storia non è quello che si vede, ma quello che non si vede. Perché dunque è importante ricostruire la storia? Perché la nostra società palermitana è fatta per le cose che non si vedono. Gli americani hanno consapevolezza e coscienza della loro storia, noi purtroppo ci lasciamo il nostro passato alle spalle. Se riusciremo, anche attraverso questo libro, a recuperare la memoria della nostra storia potremo ritornare a essere uomini in tutti i sensi.
A questo proposito, ha risposto lo stesso autore il quale ha affermato che è importante recuperare la memoria attraverso il racconto di ciò che è realmente avvenuto, non dei nostri ricordi. Questo libro è una sorta di pretesto: si vuole tentare di comprendere il perché della quarta elezione di Orlando a sindaco di Palermo. Questa è la domanda di base alla quale ho cercato di dare una risposta. La fonte principale per la stesura del libro l’ho trovata in me stesso. Di quegli anni non esiste molto, le uniche fonti attendibili sono i giornali e le mie agende di appunti. Ho cercato di trasformare la cronaca in storia. Si tratta di un periodo lungo, ma ancora non abbastanza. Palermo è una città difficile da raccontare, non mi sono voluto schierare né da una parte né dall’altra. Ad Orlando ho dedicato un capitolo, nel resto del libro vengono descritti i fatti. Ad esempio, ho parlato di Insalaco, il sindaco di Palermo che decise di rompere i rapporti con una parte oscura della città, quella degli appalti. Tutto ciò ha rappresentato un momento di svolta e per questo motivo venne ucciso. Ho cercato di raccontare quella che è stata l’amministrazione e la criminalità“.
In occasione della presentazione del libro, la redazione di TrinacriaNews ha incontrato Giancarlo Licata. I lettori possono ascoltare l’audiointervista che abbiamo realizzato. Le domande che abbiamo rivolto sono le seguenti:
- Qual è il significato del titolo “Una rondine fa primavera” scelto per il suo ultimo libro?
- Su quali eventi fondamentali si basa la ricostruzione cronologica presentata nel libro?