Periodico registrato presso il Tribunale di Palermo al n.6 del 04 aprile 2012

Anno XII - Num. 56 - 03 settembre 2024

Anno II - Num. 13 - 27 settembre 2014 Politica e società

Tutti IN.C.L.A.S.S.E: come combattere la dispersione scolastica

Coinvolgimento di tre scuole della città di Palermo: Istituto Comprensivo Politeama, Duca degli Abruzzi e Istituto Cascino. Capofila dell’intero progetto è Libera Palermo

(All'interno interviste a coordinatore Libera Palermo Giovanni Pagano e Alessandro Volpi Fondazione WeWorld Intervita)

di Eloisa Zerilli
         

progetto inclasse SEQUENZA GRANDEPalermo – Presentato alla Sala delle Lapidi il progetto IN.C.L.A.S.S.E, intervento contro l’abbandono scolastico e per lo sviluppo educativo.

L’iniziativa è volta all’abbassamento del tasso di dispersione scolastica in Sicilia attraverso il coinvolgimento di tre scuole della città di Palermo (Istituto Comprensivo Politeama, Duca degli Abruzzi e Istituto Cascino), oltre 500 famiglie, 150 volontari e 120 tra insegnanti e operatori; a beneficiarne, in particolare, saranno 350 studenti tra i 10 e i 16 anni che parteciperanno attivamente ad attività scolastiche ed extra-scolastiche realizzate nelle scuole e nei centri aggregativi.

Capofila dell’intero progetto è Libera Palermo: Uno degli obiettivi fissati dalla strategia Europa 2020 è di ridurre a meno del 10% il tasso di abbandono scolasticoha affermato Giovanni Pagano, coordinatore di Libera Palermoma l’Italia è al 17,6%.

Tra gli obiettivi a lungo termine dell’iniziativa vi è sì la riduzione del numero di ragazzi che smettono di frequentare la scuola, che sono bocciati o che non sono ammessi agli esami di fine anno, ma anche l’incremento degli studenti che completano il percorso scolastico e l’aumento delle iscrizioni ai processi di work experience e ad indirizzi di studio tecnico-professionale.

In un momento in cui il sociale è debole, v’è necessità che si formi un partenariato molto ampioha continuato il coordinatore di Libera Palermo.

Risponde a questa esigenza il progetto IN.C.L.A.S.S.E., per il quale è nato un coordinamento di associazioni quali “Arteca Onlus”, “Per esempio Onlus”, “Laboratorio Zen Insieme”, “Lievito”, “Handala”, “Apriti Cuore Onlus”, “Telarium”, “Finalmente” e in particolare la “Fondazione WeWorld Intervita che – insieme al Comune e all’Istituto penale minorile di Palermo – si occuperà del monitoraggio.

Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, grande interesse ha suscitato l’intervento di Alessandro Volpi della “Fondazione WeWorld Intervita” che ha presentato la ricerca “Lost”, un’indagine di tipo conoscitivo condotta con la Fondazione Giovanni Aiello di Torino e la Fondazione Bruno Trentin della CGIL. Attraverso l’indagineha spiegato Volpivolevamo da un lato determinare quale fosse il costo della dispersione scolastica dall’altro stabilire quale fosse il ruolo del Terzo Settore. Quasi sempre, scuole e Terzo Settore non si parlano e non collaborano, ma ci sarebbe bisogno di una maggiore complementarietà. A permanere sono i problemi di reciproca legittimazione tra attori, soprattutto se si considera che i soldi stanziati sono spesso stati utilizzati per progetti simili o comunque rivolti ai medesimi destinatari. Le istituzioni e gli enti pubblici possono a buon diritto essere validi promotori di cambiamento.

Attraverso la ricerca Lost è stato dimostrato che il fenomeno dell’abbandono degli studi ha un costo per la collettività che oscilla tra l’1,4% e il 6,8% del Pil, nonché da 21 miliardi a 106 miliardi di euro.

Durante la conferenza, un segnale di speranza è stato dato anche da Virginia Filippone, preside dell’Istituto Comprensivo Politeama, che ha espresso la necessità costante di progetti come IN.C.L.A.S.S.E augurandosi che l’approccio comune alla progettazione possa diventare una routine. Infine, Barbara Evola, Assessore della Giunta Comunale con delega SCUOLA, ha messo in evidenza come il pregio del progetto sia quello di aver creato un vero e proprio network tra svariati soggetti e ha posto enfasi sulla necessità di svolgere il lavoro ad un livello preventivo e precauzionale.

In occasione dell’evento, TrinacriaNews.eu ha intervistato il coordinatore di Libera Palermo Giovanni Pagano e Alessandro Volpi della Fondazione WeWorld Intervita. Ecco le domande che abbiamo posto.

GIOVANNI PAGANO:

giovanni paganoIn cosa consiste specificamente il progetto IN.C.L.A.S.S.E.? Quanto durerà?

Il progetto avrà durata biennale, coinvolge tre scuole, vale a dire la ex Federico II oggi Istituto Comprensivo Politeama, l’Istituto Cascino che è un alberghiero nella parte Nord di Palermo (San Lorenzo) e il Duca degli Abruzzi che è nella zona di Monte Pellegrino. Queste sono le tre aree interessate dal progetto.

Come sarà strutturato?

Abbiamo costituito un partenariato di 13 associazioni che operano storicamente nel sociale in quei territori, coinvolgendo altresì l’Istituto penale minorile e l’Associazione Finalmente che si occupa di area penale esterna. Quindi è presente l’aspetto legato ai ragazzi al primo reato. Per noi è importante aver creato un partenariato così ampio nello spirito di Libera, che è quello di una rete di associazioni in cui ognuno valorizza in nome di un progetto più grosso le proprie competenze e peculiarità. La sfida è quella di riuscire a coinvolgere, in questi due anni, 350 studenti, oltre 500 famiglie complessivamente così da facilitare il loro rapporto con le istituzioni scolastiche e mettere in campo le caratteristiche delle associazioni nei progetti che le hanno caratterizzate. Nel caso di Libera Palermo, l’esperienza dei campi di volontariato estivi coinvolgerà anche 50 studenti di queste scuole; poi ci sarà il Carnevale sociale, Mediterraneo Inter-razzista nonché una manifestazione sportiva che mira a costruire un’occasione di integrazione con migranti e migranti di seconda generazione.

Quali risultati vi prefiggete di raggiungere?

Con questa articolazione di progetto, cerchiamo di mettere insieme tutte le ricchezze delle associazioni coinvolte per poter ottenere dei risultati. I risultati non sono certo semplici da raggiungere, non sarà certamente questo progetto a risolvere il problema della dispersione che è molto più profondo, guarda a drammi sociali in corso in questi territori e in altri quartieri degradati di Palermo e di tutto il Mezzogiorno. L’UE ha l’obiettivo di far scendere il tasso di dispersione sotto il 10% entro il 2020, la città di Palermo attualmente è al 25% quindi la sfida è molto complessa. In 5 anni, dovremmo riuscire a recuperare ben 15 punti, ma naturalmente si tratta anche di capire quali sono le ragioni per cui il ragazzo non frequenta più la scuola, qual è il contesto sociale in cui vive la famiglia e quali possono essere le azioni su diversi fronti per creare anche occupazione, sviluppo e crescita culturale.

ALESSANDRO VOLPI

Com’è stata strutturata la ricerca Lost e qual è il costo della dispersione per la collettività?

La ricerca è su due livelli, uno sul costo della dispersione scolastica per la collettività e l’altro relativo al valore espresso dal Terzo Settore. È una ricerca sì nazionale, ma in realtà abbiamo preso in considerazione soprattutto quattro territori: Milano, Napoli, Palermo e Roma. Abbiamo cercato di fare il match tra quelli che sono i dati nazionali forniti dal MIUR e quelli ricavati da una serie di interviste in profondità (quantitative e qualitative) sia alle scuole sia al Terzo Settore. Abbiamo un po’ fatto riferimento alla teoria controfattuale, quindi alla verifica empirica di dati in un campione afferente al problema e una verifica di dati in un campione che non presenta il problema. Se si accetta la scommessa del progetto logico emerge che il costo della dispersione scolastica in Italia impatta tra 1,5% e 4,5% del Pil nazionale. È una quantità notevole di miliardi di euro. La ricerca ha cercato anche di comprendere quali sono i punti di connessione tra Terzo Settore e scuole rispetto ad attività di contrasto. E vien fuori uno scenario abbastanza interessante. La prima riflessione è che nell’80-90% delle esperienze, i 2 interlocutori si ignorano. E delle volte lo fanno addirittura in territori in cui è marcatamente presente il fenomeno. Nelle interviste somministrate ai dirigenti scolastici, quando abbiamo chiesto se secondo loro nel territorio in cui lavorano (non all’interno della scuola) vi sia o meno dispersione scolastica la risposta è quasi sempre affermativa. Quando tuttavia la domanda è stata fatta in riferimento alla propria scuola, la risposta diventa negativa. Il MIUR afferma che il tasso di dispersione scolastica è al 17%, utilizzando però la definizione che arriva dall’Unione Europea. Se noi teniamo presente questo dato, prendiamo in considerazione il dato della popolazione dei laureati in Italia che tende a decrescere e il dato sulla formazione regionale il tasso di dispersione arriva al 30%. L’anagrafe del MIUR tiene traccia del dato fino al compimento del percorso d’obbligo. Tuttavia, non tiene conto del ragazzo che esce dal percorso della formazione pubblica-statale ed entra nel percorso della formazione professionale. Bisogna altresì tener conto del fatto che, al contrario di paesi come la Germania, la formazione professionale in Italia non consente una formazione di tipo universitario.

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