Ti sembra niente a te?
Io sono padrone del pollaio. Saltavo i muri con sopra le scaglie di vetro e mi graffiavo le gambe. Mi ricordo la tramontana nelle sere d’agosto: cos’è la proda, l’ombra non c’era e la sabbia era solo ai fianchi del letto del fiume Platani. La carcassa abbandonata era quella dell’asino. Proteggevi la testa dal sasso scagliato con precisione da Totò. E ti sembra poco? |
Non posseggo
né una casa dei doganieri
né vado a meriggiare pallido e assorto
né una proda dove la sera era perenne
né un albero mutilato abbandonato
né mai l’Isonzo mi ha levigato
come un sasso.
(Ungaretti)
Iia sugnu patruni du gaddrinaru
Iva a sandari ni coccia di vitru
E mi scorciava i gammi
A tramontana d’austu
A proda (chi è?) all’ummara nun c’era
A rina era sulu nu Platani
Abbanunatu era a carogna du sceccu
Accuravi a testa pu cuto ca abbinnava Totò.
E ti pari nenti pari a tia?
Il poeta si paragona, ai poeti del nostro Novecento: come Montale e la sua famosa casa dei doganieri e la più famosa meriggiare pallido e assorto e ad Ungaretti e i famosi versi della sua esperienza di soldato. Non ha raggiunto la gloria, ma per nulla al mondo spartirebbe i ricordi della sua, tutto sommato, felice infanzia.