Palermo – la terza edizione del Sicilia Queer FilmFest – Festival Internazionale di Cinema LGBT e Nuove Visioni ha previsto una settimana ricchissima di proiezioni, ma anche di eventi letterari e tre mostre d’arte.
Un mese, quello di giugno, all’insegna della cultura e dei diritti civili: con la manifestazione letteraria Una Marina di Libri e la conclusione con il Pride Nazionale.
Alla conferenza stampa ha fatto partecipato la madrina di questa terza edizione, l’attrice catanese Donatella Finocchiaro, ben lieta di presentare la Sicilia a un pubblico internazionale non più come una terra solo di mafia, ma di cultura, di cinema e di diritti per tutti.
Insieme all’attrice il nuovo direttore artistico, Andrea Inzerillo, già collaboratore del festival per la selezione dei film in concorso, che succede al precedente Alessandro Rais; Pietro Di Miceli, dirigente del Servizio FilmCommission della Regione Siciliana e Mari D’Agostino, docente di Linguistica Italiana all’Università di Palermo.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di cinema per aprire i nostri occhi e le nostre menti – afferma il direttore artistico Andrea Inzerillo – per questo proponiamo film che parlano al cuore e al cervello, coniugando la qualità e il rigore con l’anima più profonda del Sicilia Queer filmfest: quella di essere un festival di cinema per tutti. Il festival raccoglie film, tra lungometraggi e corti, da diciannove paesi, per un totale di oltre quaranta proiezioni, che avranno luogo al cinema ABC di Palermo.
Punto di forza del festival il concorso internazionale Queer Short: quindici cortometraggi in gara, provenienti da tutto il mondo, a valutare i quali è chiamata una prestigiosa Giuria internazionale presieduta dal grandissimo Paul Vecchiali, figura emblematica della storia del cinema. Al suo fianco, a completare la cinquina dei giurati, la regista tedesca Hella Wenders, il performer svizzero Damien Modolo, lo psicoterapeuta Vittorio Lingiardi e il vincitore della scorsa edizione del SQFF, il regista austriaco Manfred Rott.
Quattro invece le sezioni non competitive. L’ormai classica sezione di storia del cinema, Carte postale à Serge Daney, quest’anno dedicata proprio a Vecchiali, è affiancata dalla nuova sezione di Retrovie italiane, a cura di Umberto Cantone e Francesco Puma, che ripropone film come Agostino (Italia, 1962, 89’) di Mauro Bolognini, tratto dal romanzo di Moravia e sceneggiato da Goffredo Parise, che ha preceduto la serata di apertura del festival. Il programma si completa con la sezione Panorama Queer, una selezione dei migliori e più recenti film internazionali a tematica GLBT, spesso penalizzati dai circuiti di distribuzione, e Presenze, una miniretrospettiva dedicata a Cosimo Terlizzi, autore anche di una delle tre mostre d’arte. Non è un festival di nicchia – tiene a precisare Inzerillo – non intendiamo identificare, ma disindividuare. Si va oltre il cinema queer, un’etichetta che non piace a tutti e che non si addice a molti. L’intenzione è di abbracciare quei tentativi che fuoriescono dagli standard cinematografici italiani e che per questo vengono penalizzati: riferimento d’obbligo al film Salvo, di due registi palermitani, premiato al Festival di Cannes e ancora in cerca di una distribuzione nel nostro paese.
La conferenza stampa è stata anche occasione per presentare il programma della Summer School sulle differenze e le identità plurali, un progetto formativo realizzato dal SQff in collaborazione con l’Università di Palermo, a cura di Giovanni Lo Monaco e Giuseppe Burgio. Per sei giorni, in contemporanea ai film, ci saranno occasioni di dibattito e incontro, ha affermato la docente Mari D’Agostino. Tre i dipartimenti consorziati: Scienze Umanistiche, Beni Culturali e Scienze Giuridiche. L’inaugurazione è prevista il 2 giugno alla GAM, con la partecipazione di Paolo Mannina, il docente salito tristemente agli onori di cronaca per la sua vicenda personale, l’espulsione dall’Eritrea proprio a causa della sua omosessualità.
Il rilievo dato ai ponti internazionali – che peraltro acquisisce un particolare significato alla luce della candidatura di Palermo a Capitale della Cultura per il 2019 – è confermato dal gemellaggio del SQff con il Kashish Film Festival di Mumbai. L’omaggio alla kermesse indiana si è concretizzata nella proiezione di una nutrita selezione di corti, il pomeriggio di venerdì 31. Il rapporto con l’India non si basa solo sulla questione dei marò, ha affermato a tal proposito il direttore artistico Andrea Inzerillo.
Alle 20.30 è iniziata la cerimonia di apertura, condotta da Filippo Luna, che ha idealmente tagliato il nastro con la lettura di una poesia di Nino Gennaro, scritta per l’omicidio di Giuseppe Fava. Proprio a Nino Gennaro è intitolato un premio, “come esempio di intellettuale siciliano eclettico e non allineato, coscienza civile scomoda e poetica”, quest’anno conferito allo psicologo e poeta Vittorio Lingiardi, per il suo impegno in favore dei diritti civili nel campo scientifico e letterario. Del festival, Luna ha detto: sembra sia nato ben dieci anni fa, testimoniando il profondo inserimento nel tessuto sociale e culturale della città. Parole condivise da Francesco Giambrone, Assessore comunale alla Cultura, che ha poi confermato l’impegno dell’amministrazione sul fronte dei diritti civili, annunciando la calendarizzazione dell’istituzione del registro delle unioni civili, che avverrà, assicura, prima del Pride Nazionale. E che recentemente è stato realizzato mantenendo così la promessa, proprio prima del Pride come annunciato.
Dopo il saluto della madrina Donatella Finocchiaro e quello di Paolo Mannina, appena arrivato a Palermo per l’occasione, è stata la volta della prestigiosa giuria internazionale. Spente le luci, il SQff è ufficialmente iniziato con la proiezione del trailer della manifestazione, realizzato da Vincent Dieutre, al quale è seguito il primo film, scelto dalla sezione Panorama Queer: Laurence Anyways (Canada – Francia 2012, 159’, v.o. sott. It). Diretto dall’enfant prodige del cinema canadese Xavier Dolan, Queer Palm al Festival di Cannes 2012, racconta la storia di Laurence, docente di letteratura, che deve fare i conti con le conseguenze della sua decisione di diventare donna, affiancato dalla fidanzata Fred: insieme affronteranno pregiudizi e fobie. Il film, che si snoda lungo gli anni Ottanta e Novanta, è un’emblematica rappresentazione in chiave queer di una tematica universale, la definizione dell’Io attraverso anche il confronto con l’Altro. Se la storia metamorfica di Laurence non può, forse, richiamare una immedesimazione totale da parte dello spettatore, viene da pensare che chiunque non potrà far a meno di chiedersi, insieme a Laurence: esiste una ragione per la quale discriminiamo persone che in un altro spazio-tempo potremmo essere noi?
Durante la conferenza stampa abbiamo intervistato l’attrice Donatella Finocchiaro ecco cosa le abbiamo chiesto:
- Innanzitutto benvenuta, o bentornata?
- Com’è arrivata la nomina a madrina?
- A Cannes ha vinto un film che racconta la storia d’amore di due adolescenti lesbiche. Si può certamente dire che il cinema è un mezzo per diffondere il tema dei diritti civili, dell’identità di genere, dell’omofobia, che ne pensa?
- Comunque non ci sono queste tematiche; è anche un festival del cinema indipendente, no?
abbiamo intervistato il direttore artistico Andrea Inzerillo. Gli abbiamo chiesto:
- Questa è la sua prima volta da direttore artistico ed è la terza edizione del festival. Se la sente di fare un bilancio di un anno di lavoro ed eventualmente dei tre anni del festival?
- Che significato assume il festival per la Sicilia e la città di Palermo?
- Per quanto riguarda il Pride Nazionale, la concomitanza farà da traino. Che rapporto c’è con il festival? Pensa sia possibile un’autonomia del festival dal Pride? Molti infatti non accettano di essere etichettati entro la categoria del cinema lgbt.