Palermo 23 luglio 2019 – Domani alle ore 20 coro, ballo e orchestra del Teatro Massimo insceneranno una esibizione di protesta davanti alla scalinata del teatro. La manifestazione è stata indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil per esprimere il dissenso dei sindacati sul nuovo decreto legge delle fondazioni lirico sinfoniche italiane e per porre l’accento sulla produzione culturale del Teatro Massimo, sulla necessità di risorse certe per la programmazione, sulla stabilizzazione dei precari.
“Il nostro è un grido d’allarme. Lanciamo un appello agli intellettuali palermitani e agli artisti perché partecipino alla protesta contro l’uccisione della produzione culturale da parte del governo – dice il segretario generale Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso – Il contratto nazionale di lavoro del personale delle fondazioni non si rinnova da 15 anni, le piante organiche delle fondazioni sono quasi dimezzate”.
Venerdì sera Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno dato lettura di un comunicato unitario all’inizio dello spettacolo “Danza d’autore…Bolero” al Teatro di Verdura, in cui annunciavano i temi al centro della protesta, a partire dalla “mancanza totale di risorse economiche per l’annosa questione della stabilizzazione dei precari storici”. “Il lavoro nei teatri non può essere precario a vita ma ogni lavoratore deve avere la possibilità di un lavoro stabile – aggiunge Rosso – Continueremo la lotta per la stabilizzazione degli 80 precari storici del teatro Massimo di Palermo e denunciamo che il precariato si sta espandendo anche nel settore tecnico, nella sartoria, tra macchinisti, attrezzisti e tra i tecnici delle luci. Questi mestieri non si possono improvvisare”.
I sindacati chiedono certezza di risorse per l’organizzazione di una programmazione che finalmente possa comprendere una stagione estiva di tre mesi per il Teatro Massimo, certezza di risorse per il riempimento delle piante organiche sia nei settori artistici che tecnico amministrativi, per l’ammodernamento del teatro con interventi di nuova tecnologia sia sul palcoscenico, per puntare al raddoppio delle produzione, che con la digitalizzazione degli archivi. E ancora risorse certe per investire sulle Accademie di danza, di sartoria teatrale e di scenografia. “Questa ci sembra l’unica politica culturale possibile. Continueremo a protestare con tutte le nostre forze perché alla guida di un settore così importante del Paese ci siano persone competenti, per dare alla Cultura lo slancio e lo sviluppo che merita – prosegue Rosso – Per quanto riguarda il Massimo è inimmaginabile che possa stare 3-4 mesi senza neanche produrre uno spettacolo. Palermo, con il picco del 30 per cento di aumento del turismo, pensiamo possa raddoppiare le proprie produzioni artistiche con una programmazione di qualità, al livello di una capitale europea”.