
Presenti all’udienza, nell’aula magna di Giurisprudenza a Palermo, l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, l’assessore regionale alla Famiglia, alle politiche sociali e al lavoro, Nuccia Albano, il ragioniere generale della Regione, Ignazio Tozzo, l’avvocato generale della Regione, Giovanni Bologna, il segretario generale della Presidenza della Regione, Maria Mattarella e autorità istituzionali.
«Sollevare la questione di legittimità costituzionale – ha osservato l’assessore Falcone – non è paralizzante per l’attività amministrativa e finanziaria della Regione Siciliana. È doveroso in questa fase rassicurare i cittadini, i dipendenti, le imprese e gli attori sociali a vario titolo sul fatto che la tenuta economica della Regione non è in discussione. Rimaniamo convinti della piena legittimità del decreto legislativo che consente il ripiano del disavanzo in dieci anni, ma, per dirimere e velocizzare la soluzione della questione, ci confronteremo con il Governo nazionale e il Parlamento per ottenere in tempi brevissimi la condivisione di una norma che risolva il problema e il conflitto tra poteri dello Stato (Corte costituzionale e Governo nazionale), sollevato oggi dalla Corte dei conti».