Inaugurata il 5 dicembre 2015, nella Basilica fiorentina di Santa Croce, si è chiusa mercoledì 13 gennaio 2016, con grande soddisfazione dell’artista palermitano Pippo Madè, l’esposizione del “presepe incantato” presentato dallo Storico dell’Arte Adriana Mastrangelo Adorno. Diciotto sculture in vetro di Murano, di grandi dimensioni e di notevole peso, realizzate alla fine degli anni ’70 nella antica fornace dei fratelli Loredano e Dino Rosin.
“A quel tempo – ci dice Madè – non erano mai state realizzate sculture alte tra i 60/80 cm, in piedi e con le gambe divaricate. Fu un grande esperimento che facemmo con il compianto Loredano e con il fratello Dino, i quali, sotto la mia guida – continua l’artista palermitano – riprodussero in vetro, impreziosito nella fusione da materiali pregiato come il cobalto, l’oro, l’argento e la polvere di diamanti, l’oggi irripetibile gruppo scultoreo esposto a Santa Croce”.
A raccontare della lunga esposizione di Firenze, durata oltre un mese, è Padre Roberto Bernini, Ministro Provinciale di Toscana dei Frati Minori Conventuali “esperienza straordinaria, avevo subito intuito la valenza artistica delle sculture che compongono il Presepe incantato – dice il Francescano – siamo felici di aver ospitato, per la seconda volta, dopo il successo della mostra dedicata alla Divina Commedia, l’Artista palermitano e lo ringraziamo per aver voluto donare alcune sue opere al Museo della Basilica di Santa Croce”.
Mentre il gruppo di amici e collaboratori di Madè e dell’Associazione Cuturale “Festina lente” di Monreale che ha organizzato l’evento di Firenze, dimettevano e imballavano le sculture per riportarle a Palermo, i responsabili della sicurezza della Basilica di Santa Croce, i quali curano, inoltre, la biglietteria, ci hanno detto “afflusso di visitatori straordinario, con punte di oltre tremila visitatori al giorno che, nei fine settimana, diventavano oltre cinquemila. L’esposizione del Presepe in vetro di Murano è stata apprezzatissima, tanto che, più volte siamo dovuti cortesemente intervenire, al fine di far defluire il pubblico che si attardava ad ammirare ed a fotografare, bloccando così il numeroso pubblico”.
Ancora un successo quindi, per una esposizione di Madè che ci dice con l’emozione di un principiante “esporre nella Basilica fiorentina, è una esperienza unica ed indimenticabile, della quale ringrazio i Francescani e l’Opera di Santa Croce. Il Presepe, dopo le esposizioni nella Basilica di San Francesco d’ Assisi, del Duomo e nella Galleria Civica di Monreale, di Palazzo Carafa a Lecce, dell’ex Convento Francescano Colle di Costa di Labro e, delle tappe palermitane tenutesi a Palazzo Scafani, nell’Oratorio di Santa Cita, nella Cattedrale davanti l’altare di Santa Rosalia e nella Cappella Palatina, torna a casa – conclude Madè – e chissà se mai più lo esporremo, poiché traslarlo, per motivi di sicurezza, risulta una impresa non indifferente che, in questa occasione, ho potuto realizzare solo grazie all’aiuto di alcuni amici fidati, tra i quali Francesco Miosi che ha curato anche luci ed allestimento”.
Anche Rosario Lo Cicero, figlio di Giuseppe Lo Cicero in arte Madè, e Presidente dell’Associazione Culturale “Festina lente”, ha voluto dire la sua “alla soglia degli ottanta anni e dopo una carriera lunghissima e prestigiosa, con esposizioni e riconoscimenti avuti in tutto il mondo, la nostra intenzione sarebbe quella di trovare un luogo dove poter esporre e rendere fruibile, in pianta stabile, le opere realizzate da mio padre, le quali, oltretutto, raccontano la Storia della nostra Isola, dagli Antichi Mestieri sino a giungere alla produzione di opere contro la mafia, per proseguire con il Pinocchio in chiave siciliana, con il Cantico delle Creature ambientato in Sicilia, con le quasi duecento opere dedicate a Federico II di Svevia, sino a giungere ai disegni ed ai dipinti ispirati alla Divina Commedia. Purtroppo – conclude Rosario – nonostante le tante promesse d’impegno avute da parte di alcuni Comuni, della Regione Siciliana ed in passato della stessa Assemblea Regionale Siciliana, non sembra esserci la fattiva volontà di realizzare quella che potrebbe essere, non solo una grande esposizione permanente, ma anche una occasione di lavoro”.