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Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno II - Num. 09 - 30 dicembre 2013 Amarcord

Settanta anni fa a “talavisione a u me Paisi”

di Pietro Ciccarelli

televisioneChiedo perdono se non ricordo bene quanti anni fa sia arrivata la televisione al mio paese in provincia di Caltanisetta, a circa una decina di chilometri in linea d’aria dal Monte Cammarata, dove era ed è posizionata l’antenna ripetitore della Rai: sarà stato il ‘57 o il ’58, ma nella sostanza dei ricordi, comunque, cambia ben poco.

C’erano due negozi che vendevano gli apparecchi televisivi, a prezzi irraggiungibili per i comuni mortali. Un negozio era a Piazza Roma, accanto alla tabaccheria del signor Venanzio – chissà quale era l’origine di questo nome di battesimo parecchio insolito dalle nostre parti, che in dialetto pronunziavamo, Binanziu – e l’altro di fronte al vecchio Municipio, oggi, Palazzo Sgadari, (abitavo di fronte e solo dopo tanti anni ho scoperto che ufficialmente si chiamava così, cioè da quando è stato ristrutturato). Questo secondo negozio era gestito da un signore non del luogo che da noi ragazzi era soprannominato, Vastasu, perché di cognome faceva Indelicato. Nel 1954, cioè sessant’anni fa, non giungeva neanche il segnale in Sicilia, ma qualche anno dopo arrivarono nei due negozi i primi apparecchi, sontuosamente di marca tedesca, ma non i vedeva alcuna immagine. Si rimaneva, spesso, noi ragazzi interi quarti d’ora ad aspettare che dalla “nebbia” dello schermo, non si sa mai, venissero fuori, quasi per incanto, le tanto sospirate figure che si muovevano. Poi per incanto dall’antenna di Cammarata arrivò il primo segnale e cominciò la fortuna del signor “Vastasu”, ma solo per la frotta di ragazzini a far chiasso davanti al negozio, fino a quando l’Indelicato perdeva la pazienza e ci inseguiva con la scopa e spegneva la “la lanterna magica”.

E venne il ’58, con gli incontri di pugilato di Duilio Loi, Bruno Arcari , il catanese Mario D’Agata e il campionato del mondo di ciclismo a Reims, in Francia, con la vittoria dell’italiano Ercole Baldini. Vennero soprattutto i bellissimi programmi serali con le commedie o le tragedie in diretta, e il programma comico-satirico del sabato sera con il duo Tognazzi – Vianello. E’solo per ricordare un attimo i programmi di allora, ma il mio intendo non è, in questa occasione storica, di voler fare la preistoria della televisione italiana: non è mia materia. Dicevamo dei prezzi proibitivi degli apparecchi di ricezione comunemente chiamata, televisione o meglio televisore. Solo in pochissimi si potevano permettere l’acquisto, per fortuna in paese c’erano tre circoli, detti meglio “casini”, dove si poteva andare a vedere le trasmissioni, che iniziavano nel tardo pomeriggio e alle 23,00 tutti a nanna. La vena, mai sopita di chi scrive, esibizionistica e di bravo ragazzo (sic!), giungeva ad hoc. Il primo circolo (casinu) era quello detto dei Civili, il Paolo Emiliani Giudici e io potevo entrare grazie all’appartenenza alla famiglia del cavaliere Vincenzo Ciccarelli, mio padre. Ma don Vincenzo non c’era più da tempo e la mia presenza d veniva contestata, ma trasiva u stissu a via di sciarri con il Dottor Bongiorno, l’allora presidente del Circolo dei Civili: qualcuno doveva pagare la quota annuale per conto del socio fondatore e i soldi non c’erano… Il secondo Circolo culturale era chiamato “La Biga”, ma si poteva essere soci solo dopo aver conseguito un diploma di scuola media superiore, ma il diploma era di là molto da venire, ma io avevo acceso ugualmente  in quanto futuro diplomato e avevo all’interno la raccomandazione di un aspirante mio cognato. Il terzo Circolo quello degli “Commercianti e Industriali”,detto di “Picurari”. E lì nessuna ragione giustificava la mia presenza. Parecchi dei vecchietti ex picurari e simili, sconoscevano l’italiano sia scritto che parlato e, per vedere le gare sportive “mi proponevo gratis a fare da interprete. “Tutti i risposti di Enzo Tortora, cumu fa, i sapi iddu”, era il commento di quei buoni e simpatici pensionati. Grazie alla benevolenza du Zu Calcedonio, mi vedevo Telematch, una trasmissione televisiva condotta da Enzo Tortora, Silvio Noto e Renato Tagliani.

E i fimmini? Allora, Pitruzzu, non ci pensava più di tanto e poi non c’era priu: al casino dei civili, le ragazze si vedevano solo il sabato ed erano accompagnate dai genitori o dai fratelli gelosi e molte erano a vario grado sue cugine.

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