Molti dipendenti del Banco Popolare Siciliano SARANNO COSTRETTI A FARE 200 CHILOMETRI AL GIORNO PER ANDARE A LAVORARE. QUESTA E LA RISULTANZA DEL PIANO INDUSTRIALE DEL GRUPPO BANCO POPOLARE CHE HA DICHIARATO SOSTANZIALMENTE LA SICILIA TERRITORIO “NON COMMERCIALE”.
26 FILIALI SICILIANE IN CHIUSURA INTERESSERANNO OLTRE 100 DIPENDENTI DI TUTTE LE PROVINCE.
Tale ristrutturazione aziendale farà abbassare le saracinesche a Sciacca, ribera, Agrigento e Licata, a 5 agenzie in provincia di catania e a 3 in città, a 2 filiali a messina e a 3 in provincia ed inoltre a palermo e provincia e a Caltanissetta. Lo comunica Gino sammarco – segretario generale uilca sicilia – che aggiunge: La politica e le istituzioni locali a tutti i livelli, l’Ars nel suo imperturbabile Palazzo, sono in un silenzio imbarazzante mentre in Sicilia nelle banche si perdono posti di lavoro e le assunzioni vengono fatte solo al Nord, i lavoratori siciliani e i giovani vengono esclusi sempre e comunque dal mercato del lavoro. Solo il sindacato grida all’ingiustizia perché, siamo molto preoccupati per il futuro di chi sarà costretto forse ad esodi obbligatori e penalizzanti, ma certamente a pendolarismi costosi ed estenuanti che in Sicilia sono ancora resi più gravosi da una rete viaria e ferroviaria inadeguata. Ci aspettiamo dunque – conclude Sammarco – di essere affiancati dalle istituzioni nella battaglia che il sindacato farà affinché le aziende bancarie in sicilia non fuggano, non dichiarino soltanto esuberi, ma tornino ad
investire sul territorio, finanziando idee e progetti, difendendo i posti di lavoro, liberando famiglie e imprese dal giogo dell”usura ed assumendo i nostri ragazzi.