Periodico registrato presso il Tribunale di Palermo al n.6 del 04 aprile 2012

Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024 Politica e società

Rifiuti: la Sicilia fallirà l’obbiettivo 2025

di Redazione TrinacriaNews

Il 2025 appena iniziato sarà l’anno in cui entreranno in vigore i nuovi obiettivi europei per la gestione dei rifiuti, che pochi conoscono ma che costituiscono una vera rivoluzione e una sfida enorme. Si passa, infatti, da un obiettivo relativo alla raccolta differenziata dei rifiuti ad uno relativo al riutilizzo e riciclo dei materiali derivanti dalla raccolta differenziata.

In pratica non basta più fare la raccolta differenziata di almeno un tot di spazzatura: bisogna anche trattare e rimettere in circolo i materiali raccolti a norma di legge. Il target previsto dall’Unione Europea per il 2025 è del 55% di materiali riutilizzati o riciclati e, senza grossi timori di smentita, possiamo già dire che la Sicilia fallirà questo obiettivo.

I dati ISPRA relativi a tutta Italia, aggiornati al 2023, ci dicono infatti che nello stivale (isole comprese) viene effettivamente avviato al riciclo o riuso poco più del 50% dei materiali provenienti dalla raccolta dei rifiuti. Non sono disponibili i dati regionali, ma è chiaro che la Sicilia è sotto questa quota, visto che è già sotto la media nazionale di raccolta differenziata.

In Sicilia, d’altronde, la politica regionale continua a ragionare con la vecchia logica della percentuale di raccolta differenziata, ormai superata dalla normativa più recente, e questo negli anni ha creato una situazione incoerente e per certi versi paradossale.

 

Tabella 1 – PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI 2023

 

Provincia Produzione Pro Capite Kg/Ab anno 2023 (confronto ‘23/’22) Raccolta Differenziata 2023
Agrigento 474,79 (+0,9) 60,9 % (+3,5%)
Caltanissetta 382,13 (-7,06) 64,5 % (+4,7%)
Catania 462,86 (-30,43) 55,8 % (+8,8%)
Enna 346,80 (+1,92) 65,9 % (+2,6%)
Messina 436,93 (-13,93) 63,3 % (+5,1%)
Palermo 467,12 (+1,8) 36,7 % (+1,8%)
Ragusa 416,00 (-2,13%) 68,3 % (+0,2%)
Siracusa 471,32 (+7,56) 52,7 % (+0,3%)
Trapani 437,41 (-18,6) 78,0 % (+1,0%)
MEDIA REGIONE 449,20 (-9,11) 55,2 % (+3,7%)
MEDIA NAZIONALE 496,06 (+2,42) 66,6 % (+1,4%)
       

Fonte: Federconsumatori Sicilia su dati Rapporto ISPRA relativi all’anno 2023

  

Tabella 2 – PRODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI 2023

Capoluogo Produzione Pro Capite (Kg/Ab) anno 2023 (confronto 2023/2022) Raccolta Differenziata anno 2023 (confronto 2023/2022)  
Agrigento 475,6 (-17,8) 69,74% (+1,38%)
Caltanissetta 448,6 (-41,3) 61,84% (+4,05%)
Catania 593,1 (-144,4) 34,67% (+12,68%)
Enna 416,8 (+2,6) 69,00 % (+1,77%)
Messina 436,4 (-20,0) 55,40 % (+1,93%)
Palermo 566,8 (+5,0) 16,85 % (+1,69%)
Ragusa 467,2 (-21,2%) 70,79 % (+0,2%)
Siracusa 521,0 (+1,8) 50,32 % (-0,1%)
Trapani 443,6 (-19,5) 67,25 % (+2,09%)
MEDIA REGIONALE 449,20 (-9,11) 55,2 % (+3,7%)
MEDIA NAZIONALE 496,06 (+2,42) 66,6 % (+1,4%)
         

Fonte: Federconsumatori Sicilia su dati del Catasto Rifiuti ISPRA relativi all’anno 2023 e 2022

Sempre secondo i dati ISPRA relativi al 2023, gli ultimi disponibili, la produzione annua pro capite di rifiuti in Sicilia è diminuita di 9,11 chilogrammi mentre la percentuale di raccolta differenziata è cresciuta del 3,7%. Questi dati si inseriscono in un trend di lentissimo miglioramento della situazione, che però non si rispecchia in modo coerente sulla TARI pagata dai cittadini.

La provincia più virtuosa in Sicilia è Trapani, con uno strabiliante 78% di raccolta differenziata (in crescita dell’1% nel 2023). Ma, allo stesso tempo, è la città di Trapani una di quelle in cui la TARI è più alta in Italia: 453 euro in media (dati 2024), con una crescita del 6% rispetto all’anno precedente.

Nella città di Catania, nel 2024, la TARI è rimasta ferma a 594 euro (il valore più alto d’Italia), nonostante il forte balzo avanti della differenziata: dal 22% al 34,7% (+12,7%). A Messina città, invece, la differenziata è salita dell’1,9% arrivando al 53,5% (nel 2019 era al 18,8%) e la TARI è scesa addirittura del 29,8%.

Tabella 3 – TARI 2024 E CONFRONTO CON IL 2023 NEI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA

   Capoluogo TARI 2024     TARI 2023        VARIAZIONE
   Agrigento      € 428             € 426               + 0,4 %
   Caltanissetta      € 331             € 267              + 24,1 %
   Catania      € 594             € 594                + 0,0 %
   Enna      € 266              € 270                – 1,4 %
   Messina      € 318              € 453              – 29,8 %
   Palermo      € 335              € 314               + 6,7 %
   Ragusa      € 389             € 399                 – 2,5 %
   Siracusa      € 398             € 413                 – 3,6 %
   Trapani      € 453             € 427                + 6,0 %
   MEDIA   REGIONALE       € 390              € 396                – 1,4 %
   MEDIA   NAZIONALE       € 329              € 321                + 2,6 %

Fonte: Federconsumatori Sicilia, 10 gennaio 2025

Il costo del conferimento in discarica in Sicilia è nettamente più alto che nel resto d’Italia: 380 euro a tonnellata nel 2023 (450 euro in caso di conferimento all’estero), contro i 90-120 euro del Piemonte, i 97 euro della Sardegna, i 150 euro della Toscana.

I costi di raccolta e gestione dei rifiuti urbani (differenziati e non), di spazzamento e lavaggio strade nella città di Trapani, nello specifico, ammontano a 301 euro l’anno pro capite, in calo di 48,3 euro rispetto al 2022

Risulta chiaro, dunque, uno dei grandi problemi della gestione dei rifiuti in Sicilia: la pressoché totale mancanza di trasparenza su come si forma l’ammontare della TARI nei singoli Comuni.

I contratti di servizio con le aziende di raccolta dei rifiuti e spazzamento delle strade non sono stati stipulati dopo un processo di informazione e partecipazione della cittadinanza, né le carte dei servizi (previste dall’ARERA) sono state scritte dopo l’interlocuzione con le associazioni di tutela dei consumatori (interlocuzione espressamente richiesta dalla normativa).

Il secondo grande problema del sistema dei rifiuti in Sicilia è quello dei due grandi centri urbani di Palermo e Catania.

A Palermo la TARI è in crescita del 6,7% ma resta a una cifra relativamente bassa, in media 335 euro, a fronte di una raccolta differenziata inchiodata al 16,9% (nel 2022 era al 15,2% del 2022, nel 2019 era addirittura superiore, al 17,4%.).

Quello della città di Palermo è il valore più basso dell’isola e uno dei più bassi in Italia, ma anche il resto della provincia non brilla, con un deludente 36,7%, (+1,8%).

E’ chiaro che se a Palermo si differenzia poco e si paga poco, mentre a Trapani si differenzia tanto e si paga tanto, il cittadino è fortemente disincentivato a fare la raccolta correttamente.

In provincia di Catania c’è una forte crescita della raccolta differenziata, che sale al 55,8% (+8.8%), e il Comune di Catania passa dal 22% al 34,7%, ma è ancora presto per parlare di luce in fondo al tunnel.

In entrambe le città, però, ci sono due mega discariche che per anni hanno accolto anche rifiuti conferiti da altri Comuni, introitando risorse importanti che, ancora una volta, disincentivano la differenziata. Sui reali costi di gestione di queste discariche, tra l’altro, si sa molto poco. Il disincentivo diventerebbe massimo, inoltre, qualora dovessero vedere la luce i due inceneritori voluti dal Governo Schifani.

In conclusione, dando per scontato che la Sicilia non raggiungerà il nuovo target europeo del 55% dei rifiuti correttamente riciclati o riutilizzati, come associazione di tutela dei diritti dei cittadini consumatori noi di Federconsumatori Sicilia non possiamo che ribadire la nostra idea su come dovrebbe essere il ciclo dei rifiuti nella nostra Regione.

Torniamo a chiedere di incentivare la riduzione della produzione di rifiuti, che si costruiscano subito nuovi impianti di trattamento dei rifiuti differenziati (altrimenti il 55% della UE resterà un miraggio per decenni), che si abbandoni l’idea dell’incenerimento dei rifiuti e, non meno importante, che si restituisca piena autonomia gestionale agli ATO rifiuti, anche al fine di permettere un dialogo costante con i consumatori e si permetta alle associazioni di tutela, come la nostra, di monitorare i risultati ottenuti dalle aziende della filiera dei rifiuti.

Federconsumatori Sicilia, per questo, continuerà a battersi contro il nuovo piano rifiuti regionale, che non va affatto nella direzione chiesta dall’Europa, anche partecipando alla Rete Sicilia Pulita che si è costituita proprio per dire no agli inceneritori e alle mega discariche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

TrinacriaNews.eu favorisce la pubblicazione di commenti, siano essi critici o positivi, ritenendoli una potenziale fonte di arricchimento dei contenuti degli articoli e del dibattito intorno ad essi. I commenti inseriti sono sottoposti a pre-moderazione. Sono suscettibili di non pubblicazione i commenti ritenuti volgari, offensivi, che richiamino a comportamenti illegali o che, ad insindacabile giudizio della Redazione, saranno ritenuti inadeguati.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

*