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Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno III - Num. 17 - 06 giugno 2015 Politica e società

Presidente della Repubblica Mattarella all’inaugurazione della Pinacoteca di Villa Zito a Palermo

di Redazione TrinacriaNews

inaugurazione villa zito URL IMMAGINE SOCILPalermo – Villa Zito riapre le porte e si trasforma in una grande pinacoteca estesa su circa mille metri quadri di sale espositive, disposte su tre piani. L’inaugurazione si è celebrata sabato 20 giugno, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Nella storica dimora saranno fruibili al pubblico le opere più rappresentative della collezione pittorica della Fondazione Sicilia, oltre agli esemplari di maggiore rilievo della raccolta di opere grafiche. Si tratta di pregevoli dipinti, realizzati dai primi del Seicento fino al Novecento, alcuni dei quali creati dai grandi maestri della storia dell’arte italiana. L’esposizione delle opere grafiche verte, invece, sul tema della cartografia.

Doniamo a Palermo e all’Italia intera un altro luogo dedicato all’arte e alla cultura, dichiara il Professor Giovanni Puglisi, Presidente della Fondazione Sicilia, che precisa: Con la riapertura di questo edificio completiamo il circuito degli spazi espositivi della Fondazione, un circuito che si è aperto con il restauro di Palazzo Branciforte, firmato da Gae Aulenti, e che oggi, a distanza di tre anni, si completa con quello di Villa Zito”.

Le collezioni dei dipinti e delle opere grafiche sono frutto del recupero dei beni artistici dell’antico Banco di Sicilia, distribuiti nelle filiali italiane ed estere dell’istituto creditizio.

A questi ne sono stati aggiunti altri, provenienti dal patrimonio della ex Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele per le Province Siciliane. Si tratta, dunque, di un “forziere” di opere d’arte raccolto nel tempo dalle maggiori banche dell’Isola e irrobustito da successive donazioni private. Oggi questo forziere è reso fruibile in maniera organica e funzionale, attraverso l’impegno della Fondazione Sicilia, già Fondazione Banco di Sicilia. I lavori di restauro dell’intero complesso, coordinati dall’ingegnere Gaspare Francesco Ciaccio, direttore dei lavori, hanno avuto una durata effettiva di circa 18 mesi e sono costati cinque milioni di euro.

L’allestimento, curato dall’architetto Corrado Anselmi, ha tenuto conto delle necessità di mettere in risalto gli ambienti della villa, decorati in stile neoclassico, e di valorizzare il percorso museografico. Il nuovo ordinamento delle raccolte, basato sullo studio scientifico curato dal Professor Fernando Mazzocca e coordinato da Antonella Purpura, propone di offrire – attraverso dieci sezioni – un excursus di circa quattro secoli di arte, dal Seicento al Novecento.

E’ stata, inoltre, realizzata una sala multimediale con tecnologie d’avanguardia, che potrà offrire un respiro anche all’arte contemporanea e dove verrà esposta una video installazione di Andrea Aquilanti, ispirata al paesaggio urbano di Palermo.

Villa Zito ospiterà anche gli uffici della Fondazione Culturale “Lauro Chiazzese”, che oggi ha cambiato il nome in Fondazione “Lauro Chiazzese” per l’Arte e la Cultura. Una modifica di nome che rimarca il compito (che le è stato delegato dalla Fondazione Sicilia) di gestire e valorizzare i patrimoni artistici, archivistici e bibliotecari in generale, ed in particolare quelli conservati nella Villa, sia propri (labibliotecae l’Archivio Storico del Monte di Pietà di Palermo) sia della Fondazione Sicilia, tra cui spiccano non soltanto le opere pittoriche e grafiche, ma anche l’Archivio Storico del Banco di Sicilia, testimonianza eccezionale del passato economico dell’Isola.

Il percorso espositivo.

Il percorso espositivo si apre al primo piano, con la pittura del Seicento che racchiude importanti testimonianze, tra cui si citano i dipinti di Mattia Preti, Bernardo Strozzi, Luca Giordano, Salvator Rosa. La pittura di paesaggio del tardo Seicento chiude la sezione dedicata all’arte antica e prelude al vedutismo settecentesco.

L’Ottocento, introdotto dalle opere di Francesco Zerilli, è rappresentato dai protagonisti della grande pittura di paesaggio in Sicilia, (Francesco Lojacono, Antonino Leto, Michele Catti) e dal recupero di alcuni interessanti dipinti come “Rovine di Solunto” di Pietro Volpes, presentato all’Esposizione Nazionale del 1891 nella sezione “Sicilia monumentale”, “Cucine economiche” di Natale Attanasio e “Idillio” di Vincenzo Caprile.

Un nucleo di straordinaria importanza, all’interno delle collezioni della Fondazione, è costituito dalla donazione delle opere di Ettore De Maria Bergler, voluta dagli eredi ed arricchitasi con l’apporto di alcuni dipinti provenienti dalle collezioni della ex Sicilcassa. Autore poliedrico, De Maria stupisce per la versatilità con cui si cimenta nei diversi ambiti pittorici dal ritratto, alla decorazione , alla pittura di paesaggio.

Interessante la serie di dipinti di Salvatore Marchesi, che si dedica allo studio dei monumenti della Palermo antica, araba e normanna, catalana, barocca.

Il passaggio tra Ottocento e Novecento è testimoniato, nelle sale del secondo piano, dal dipinto di Galileo Chinidal titolo “Tempio buddista a Bangkok”, esposto per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1914, e dallo straordinario “Armonie vespertine” di Aleardo Terzi, che presenta – in un linguaggio divisionista privo di qualunque allusione naturalistica – il tema della figura femminile, moderno idolo della Belle Epoque.

Al secondo piano trovano spazio i dipinti della Donazione Alesi-Cuccio Cartaino e le raccolte del Novecento, che offrono la possibilità di addentrarsi nella polifonica situazione culturale dell’epoca. Sono presenti i grandi protagonisti della prima metà del secolo, Mario Sironi, Filippo De Pisis, Ottone Rosai, Carlo Carrà, Arturo Tosi, Ugo Attardi, rappresentati con opere del secondo dopoguerra che testimoniano un percorso artistico in via di esaurimento, ma non per questo meno degno di attenzione.

Le inquietudini della cosiddetta Scuola Romana caratterizzano la notevole serie di dipinti di Fausto Pirandello, articolate tra il mito “Primordi di Roma”, la veduta, “Tetti di Roma”, la natura morta ,”Menta e limone”.

Una testimonianza a sé è costituita dalla presenza di un’opera di Mario Schifano, esposta al piano terra. Protagonista di una nuova generazione di artisti, destinati a mutare radicalmente la concezione dell’arte per affermarne nuovi moduli espressivi, in “Gigli d’acqua” l’autore traduce simbolicamente – con un’appassionata lettura in chiave pop – il popolare ciclo delle Ninfee di Monet.

Per quanto riguarda l’esperienza in Sicilia, la scena del tempo è dominata dalla presenza di Renato Guttuso, di cui citiamo “Eruzione dell’Etna”, realizzata a seguito della terribile eruzione del vulcano del 1983, dove il paesaggio appare come trasfigurato in una sorta di visione infernale. Opera che trova un illustre antecedente nel “Risveglio dell’Etna” dipinto nel ‘34 da Pippo Rizzo ed esposta alla II Quadriennale d’Arte Nazionale dell’anno successivo a Roma. Un diverso registro stilistico è presente in “Natura morta” del 1959, nell’espressionistico “Ritratto di Kafka” del ’63 e nei “Calciatori”, dove l’energia dinamica che permea il dipinto rimanda alle ricerche di Degas o Max Beckmann.

Al piano terra, in uno spazio studiato appositamente per esporne la ricca collezione, si trovano le opere di Pippo Rizzo, donate dalla figlia Alba.

Ecco il discorso del Presidente della Regione RosarioCrocetta rivolto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:Porgo un saluto caloroso al Signor Presidente della Repubblica che ci onora della Sua presenza in occasione di un evento che valorizzafortemente il grande patrimonio culturale della Sicilia. Saluto tutte le autorità presenti e ringrazio la fondazione Sicilia, lafondazione Culturale “Lauro Chiazzese”, per la promozione dell’iniziativa. I beni culturali storici, archeologici e monumentali della Sicilia sono i verigiacimenti di una ricchezza diffusa e presente in modo consistente in tuttal’Isola. Poche Regioni al mondo possiedono tale patrimonio costituito da beni materialie immateriali, che testimoniano la grandezza della storia dell’Isola. In Sicilia esistono le testimonianze diffuse delle grandi civiltà che hannocaratterizzato la storia delle nazioni del Mediterraneo e dei suoi popoli. In un unicum irripetibile, la Sicilia attraversa la civiltà fenicia, quellaromana, quella greca, quella araba, normanna ed altre civiltà europee. Una Sicilia che non ha soltanto condiviso la storia delle civilizzazioni edelle antiche civiltà, dove si manifesta la coesistenza e la condivisionedella religiosità mediterranea, caratterizzata dalla fede monoteisticaall’unico Dio dei cristiani, degli ebrei e dei musulmani, che diventa storiamondiale dell’umanità. La Sicilia partecipa anche fortemente allo sviluppo dell’età comunale inItalia, prima tra le regioni italiane, partecipa al grande movimentoumanistico, alle correnti artistiche del Rinascimento, dell’età barocca, aimovimenti di pensiero illuminista e a quelli democratici e liberali che hannocontribuito all’unificazione della Nazione italiana in un unico Stato, Con la presenza attiva non solo di intellettuali, ma anche di artisti,musicisti e di una parte notevole del suo popolo, ha partecipato all’intrapresadella unificazione della Patria. La Sicilia è anche la prima Regione d’Europa liberata dalla dittaturanazifascista. La nostra Isola è anche la Regione che nel ‘900 esprime alcuni tra gliscrittori e artisti più famosi al mondo.Noi siamo fieri di questa storia, che rappresenta un argine forte contro ognitentativo di sgretolare la coesione sociale e il dialogo tra i popoli.Questa storia e questa cultura fanno di noi il popolo del dialogo edell’accoglienza, di fronte a un mondo che sembra mettere in discussione, innome degli egoismi, i tratti fondativi delle civiltà mediterranee ed europee.La Sicilia che deve ripartire dalla presa di coscienza della propria identitàstorica e culturale, che costituisce occasione non soltanto di progressosociale, ma anche di crescita e di sviluppo. La Sicilia Signor Presidente come tutte le isole soffre la strutturale carenzadi collegamenti e dell’alto costo dei trasporti, che rendono non competitive lenostre merci e i paradisi di bellezza naturalistica, storica e artistica dellaRegione. A ciò si aggiungono gap infrastrutturali interni che rallentano lo sviluppo.Ho apprezzato, Signor Presidente, fin dal primo giorno del Suo insediamento,il riferimento continuo che Ella fa in merito all’eliminazione del divario traregioni ricche e povere del Paese. Il nostro destino è anche legato al rispetto di quel secondo comma, articolotre della Costituzione, che Ella ha richiamato, nel Suo intervento diinsediamento alla Presidenza della Repubblica, laddove Ella afferma che ècompito della Repubblica rimuovere gli ostacoli materiali che si oppongonoall’uguaglianza formale.Grazie, Signor Presidente, per i Suoi ammonimenti e per il richiamo incessanteche quotidianamente esprime, rivolto ad eliminare ingiustizie che hanno radiciantiche e che devono essere risolte, per contribuire alla crescita economica esociale dell’Italia.

Questo il discorso integrale del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone: Signor Presidente della Repubblica, autorità civili, religiose e militari, signore e signori, oggi si aggiunge un ulteriore tassello di quel segmento culturale che, nell’ultimo periodo, ha posto la nostra Isola all’attenzione del grande pubblico internazionale. E di questo bisogna essere grati alla Fondazione Sicilia e al suo instancabile presidente Gianni Puglisi, con il quale proprio qualche tempo fa abbiamo sottoscritto un accordo per creare una sinergia tra due poli di attrazione turistico-culturali come palazzo dei Normanni e palazzo Branciforte. La cultura è un catalizzatore e attrae turisti e curiosi da ogni dove, segno che investire in questo settore è certamente produttivo per l’economia della Sicilia. La conferma è la proroga, sino a settembre, della mostra “La via Crucis, la pasión de Cristo” di Fernando Botero, inaugurata a fine marzo e organizzata dall’Assemblea regionale siciliana e dalla Fondazione Federico II, con più di 100mila visitatori in meno di tre mesi. Signor Presidente, l’imminente inserimento della Cappella Palatina e di palazzo dei Normanni, la più antica residenza reale d’Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia e attuale sede del Parlamento siciliano, nel circuito arabo-normanno voluto dall’Unesco è un dato di fatto importante. E diamo atto di ciò all’amministrazione Orlando. Nell’ambito di questo progetto, abbiamo condiviso anche la scelta di pedonalizzare, così come la storia ci chiedeva, l’intera piazza Parlamento, restituendo alla città e ai suoi abitanti una delle zone più belle di Palermo, situata in pieno centro storico, di fronte al Palazzo Reale. E proprio il Palazzo Reale è il palinsesto che ci racconta, con tutte le sue testimonianze archeologiche, oltre 2.500 anni di storia: dalle fondazioni puniche, al periodo di edificazione dei corpi di fabbrica normanni, emblema dell’interculturalità normanna unica al mondo, in grado di aggregare mondi apparentemente inconciliabili, quali quello latino, bizantino e arabo. Con la Fondazione Federico II abbiamo esplorato e fatto conoscere luoghi meno noti ai più, ma non per questo meno importanti: dai bagni arabi di Cefalà Diana al Castello Maniace di Siracusa, alla chiesa San Nicolò la Regale di Mazara del Vallo, con la partecipazione di migliaia di studenti di tutta la Sicilia. Palazzo Reale rimane luogo noto per la presenza di notevoli opere d’arte ubicate all’interno delle Sale e fruibili ai turisti provenienti da tutto il mondo, mostrando un importante segno di apertura e di avvicinamento delle istituzioni ai cittadini, concetto che accomuna il Parlamento siciliano a una scelta quale quella dell’apertura del Quirinale, della quale, Presidente, gli italiani le hanno già manifestato grande apprezzamento. È quindi doveroso ricordare come le opere vedutiste di Lo Jacono, Bergler, Cortegiani, conducano a percorsi condivisibili con quelli offerti dalle collezioni di Villa Zito, rendendo possibili importanti sinergie d’arte tra i due siti. La rinascita della Sicilia non può non trovare nella storia e nella bellezza la sua naturale affermazione, così come avviene con le Dee di Morgantina, simbolo della Sicilia all’Expo di Milano. Gli Acroliti di Demetra e Kore sono i simboli che meglio descrivono la nostra isola, le divinità delle messi, della fertilità, della terra e della vita: il racconto della “Sicilia Madre Terra”. La Sicilia è certamente al centro dell’offerta culturale e di questo ne dobbiamo andare fieri. Unicum come la valle dei templi di Agrigento o il teatro greco di Siracusa, uno dei più belli che l’antichità ci ha lasciato in eredità, sono un fiore all’occhiello. Come non citare, poi, quello splendido teatro greco-romano di Taormina, incastonato tra la bellezza del mar Jonio e la maestosa Etna. Entro la fine del 2015 verrà inaugurato uno dei più importanti musei del Sud, quello di Messina, che meglio testimonierà la ricchissima e cosmopolìta tradizione culturale della città dello Stretto. La Sicilia, nei millenni dominata e spesso tradita dai suoi governanti, ha però generato una cultura unica al mondo, della quale andiamo fieri, avendone il dovere di custodirla e tramandarla.

Ed ecco il testo del discorso di saluto del sindaco Leoluca Orlando, rivolto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Signor Presidente, a me è dato il privilegio di rivolgerLe il saluto, a nome della Città di Palermo, che vive l’orgoglio e sente forte il richiamo alle proprie responsabilità per essere la sua città, la città del Presidente della Repubblica Italiana. La città di Palermo, grata per l’impegno della Fondazione Sicilia e del suo Presidente Giovanni Puglisi, vive oggi la riapertura di Villa Zito e la sua trasformazione in una grande Pinacoteca, splendido mosaico di splendide tessere dal seicento a Renato Guttuso e Pippo Rizzo. La città di Palermo ha conosciuto e conosce il significato di una riapertura, che è sempre ritorno al passato, conferma del presente, premessa per il futuro. Ogni riapertura è, infatti, rispetto della vita e rispetto del tempo di una comunità. E’ stato così, a Palermo, con il nostro centro storico, così con il Teatro Massimo, così con le piazze, le ville e i palazzi. È stato così con lo storico Palazzo Branciforte della stessa Fondazione Sicilia. Vi è, oggi, un ulteriore aspetto che merita di essere sottolineato: si completa, sotto il profilo culturale e artistico, l’unione di due grandi istituti bancari siciliani, l’unione delle tradizioni e delle collezioni del Banco di Sicilia e della Cassa di Risparmio delle Province Siciliane, con la nuova missione e denominazione della Fondazione Lauro Chiazzese per l’Arte e la Cultura, richiamo forte del solido rapporto della città con la sua università. Dall’odierna cerimonia giunge, inoltre, più di un monito a tutti noi. Giunge il monito che, i talora pur necessari, processi di razionalizzazione e accorpamento di realtà e, in questo caso, di Istituti bancari, non devono mortificare radici e identità, ma devono, al contrario, essere occasione per valorizzare specialità e tradizioni culturali e artistiche, per coniugare appunto radici e ali e porre in armonia locale e globale. Se, infine, mi è consentito, da questa cerimonia giunge un ulteriore monito: che le pur necessarie regole finanziarie non siano e non appaiano in contrasto con la vita, con i diritti e le speranze delle persone, dagli ultimi ai migranti, ai quali tutti noi dobbiamo fornire risposte coerenti ai loro diritti alla vita, al benessere, al futuro, e ai quali tutti Lei, Signor Presidente, ha sempre dedicato grande e autorevolissima attenzione. E’ con queste parole di gratitudine, ammirazione, affetto, Signor Presidente, che Le rinnovo il saluto della Città di Palermo, di quella che è stata la sua città.

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