Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ieri, presso il complesso monumentale Chiaramonte Steri, ha partecipato alla presentazione del progetto di collaborazione fra le Università di Palermo, Messina e Catania, per la formazione rivolta agli operatori dei Distretti socio sanitari della Regione Siciliana, nell’ambito del Piano di Azione e Coesione (PAC), ovvero i progetti di assistenza all’infanzia e di cura agli anziani ultra 65enni non autosufficienti.
L’incontro è stato aperto dal rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, e coordinato da Giovanni Moschella, professore dell’Università di Messina.
Ha visto la partecipazione del prefetto Silvana Riccio, responsabile dell’Autorità di gestione dei Servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti del Ministero degli Interni, del prefetto di Palermo, Antonella De Miro, di Maria Antonietta Bullara, dirigente generale dell’Assessorato Regionale alla Famiglia, di Giovanni Cupaiuolo dell’Università di Messina e di Giuseppe Barone dell’Università di Catania.
“Sono qui per esprimere apprezzamento per l’attività svolta dalle Prefetture, dal Ministero dell’Interno e dall’Università di Palermo – ha dichiarato il sindaco Orlando -. Siamo in presenza di una buona pratica in un processo che se prima vedeva coinvolte solo le Amministrazioni comunali, ora vede l’ingresso delle Università, unito all’attività del Ministero dell’Interno di accompagnamento alle Amministrazioni, in questo processo che, senza dubbio, innova il quadro delle azioni in ambito sociale”. “In questo risultato di approfondimento e sensibilizzazione culturale – ha continuato il sindaco – ha svolto un grande ruolo anche l’Anci, che al tavolo governativo ha dimostrato che da parte delle Amministrazioni comunali vi è una grande voglia di collaborazione. Abbiamo cercato di accompagnare questo processo anche grazie al coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali che hanno preso parte ai tavoli tecnici poi realizzati dall’Anci nei territori”. “In questo quadro – ha aggiunto ancora Orlando – è giusto precisare che l’Europa ci chiede profonde rendicontazioni in una Italia che ci sottopone a uno stress da armonizzazione dei bilanci che a volte difficilmente si concilia con le esigenze delle attività sociali”. “In Sicilia, poi, siamo vittime di un’assurda normativa sugli appalti nel settore sociale, che abbiamo tentato di modificare, proponendo la ricezione della norma nazionale, ma che è stata stralciata dall’Ars. Ancora una volta denunciamo che risulta improprio applicare ai servizi sociali le stesse regole d’appalto che vigono sui lavori pubblici”. “La prima annualità dei servizi collegati ai due piani di azione e coesione ‘infanzia e anziani’ – ha concluso il sindaco – sono servite ai Distretti socio-sanitari per rafforzare le procedure e le modalità di erogazione di tali servizi. Il secondo riparto sarà il vero banco di prova e la sfida per tutti i comuni per consolidare le procedure. Ho fiducia che i comuni, che per fronteggiare i tagli dello Stato agli Enti Locali già hanno messo in atto enormi sforzi per garantire le prestazioni rivolte ai cittadini, risponderanno in maniera precisa e puntuale”.