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Presentazione a Palermo libro Punta Bianca di Lorenzo Rosso

Alla Libreria Paoline, si è tenuta la presentazione del libro “Punta Bianca” di Lorenzo Rosso per la Ecumenica editrice

di Barbara Filippone

punta bianca URL IMMAGINE SOCIALPalermo – Venerdì 14 ottobre, presso la Libreria Paoline, si è tenuta la presentazione del libro “Punta Bianca” di Lorenzo Rosso per la Ecumenica editrice.

Inserito all’interno del fittissimo programma del Festival delle letterature migranti, il libro di Rosso ha trovato un suo spazio  all’interno di quello che è uno dei motivi conduttori di questo Festival, ovvero tavoli di confronto e non semplici presentazioni e sponsorizzazioni di autori e di libri. E il confronto con Lorenzo Rosso c’è stato e ha posto l’una di fronte l’altra diverse visioni, coinvolgendo parole, immagini e suoni… A introdurre e moderare, la bravissima Maria Giambruno la quale, impegnata in prima persona nel Festival, racconta un punto di vista che vede la letteratura diventare luogo di contaminazione delle idee: “Se non si fossero mosse le idee, gli autori, gli scrittori, probabilmente non avremmo avuto quel patrimonio che oggi ci ritroviamo ad avere.”

Ospite dell’incontro anche don Peppino Di Marzo, direttamente da Bari, presidente della Ecumenica Editrice che con il libro di Rosso si apre, rispetto alle sue consuete pubblicazioni, ad un nuovo filone, quello della narrativa. E don Peppino nel raccontare la sua esperienza di editore pone a confronto la rivelazione di Gesù con l’idea della narrativa: Gesù infatti si è rivelato attraverso dei fatti narrati che messi insieme hanno spinto un gruppo di persone a cambiare la loro vita, a migliorarla. Allora cosa desidera il protagonista di questo racconto, cosa desidera trasmetterci il nostro autore? Il libro è infatti una spinta a raggiungere una libertà che non deve essere necessariamente fisica, bensì una esortazione a volersi bene, perché Dio non vuole la salvezza degli uomini solo attraverso le “mani giunte” ma anche attraverso la concretizzazione di quel desiderio di libertà che Lui ci ha tramandato.

Punta bianca infatti racconta di un uomo, come sottolinea Suor Fernanda Di Monte, giornalista e responsabile Eventi Librerie Paoline, COPERTINA PUNTA BIANCAche insoddisfatto della sua vita, combattuto fra il restare in una zona d’ombra e l’ignavia, trova  stimolo da una barchetta rimasta incagliata sugli scogli… e da qui nasce l’idea di ripararla e iniziare questa nuova avventura che lo porterà dall’altra parte della costa in un viaggio pieno di insidie e di pericoli. Punta Bianca è dunque un romanzo, anzi un racconto, come ama definirlo l’autore stesso, piemontese da generazioni ma palermitano di adozione, che condurrà ciascuno alla riflessione: tutti siamo alla ricerca di qualcosa che ci trascenda e che dia un senso profondo alla nostra vita. Una barchetta rimasta da una parte, un relitto quasi, che nella sua esistenza ha già trasportato altre persone per motivi sicuramente diversi da quelli del nostra protagonista, è poi rimasta arenata e che avrà trovato, suo malgrado, nuovi motivi per tornare a navigare in quello stesso mare, ma questa volta spinta da ragioni diverse: quelle di una libertà interiore, come sottolinea Teresa Di Fresco, vice presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, che nel suo intervento pone l’attenzione a quel desiderio di libertà che ciascuno sente, che cerca seppur per motivi diversi; il protagonista del racconto infatti non ha la necessità di emigrare perché  proviene da un paese in guerra o perché perseguitato per motivi religiosi o politici,  bensì il suo desiderio di libertà nasce da una ricerca diversa, quella di scoprire nuovi mondi nei quali trovarsi come esploratore e come esplorato nei confronti della propria anima. Teresa Di Fresco chiude il suo intervento con una frase da tenere a mente: “Non è tanto raggiungere quella libertà, nella quale rimanere imbrigliati, ma dalla quale ripartire per raggiungere quei traguardi tanto desiderati.”

Il suo pensiero si sposa perfettamente con quello di don Peppino Di Marzo perché la libertà di cui oggi si parla tanto è spesso riferita al fenomeno dei migranti, ma in realtà va guardata anche da un punto di vista diverso: chi ha una libertà fisica dovrebbe tramutarla in libertà interiore e migliorarsi nella sua quotidianità.

Le fantastiche immagini raccontate sulla sabbia attraverso la performance di  Stefania Bruno, bravissima sand artist, hanno accompagnato la lettura di un capitolo del libro, quello della traversata, emozionando l’intera platea.

L’arpista Rosellina Guzzo con la sua electroharp blu, strumento di moderna concezione e dalle potenti sonorità ha regalato   un’atmosfera mediterranea sottolineando le pause tra i vari interventi

L’incontro è stato chiuso dalla scrittrice tunisina Houda Sboui che ha raccontato cosa c’è dall’altra parte del mare, quella terra dalla quale i tanti scappano alla ricerca di una libertà questa volta fisica.

La storia narrata nel libro di Lorenzo Rosso nasce da un fatto di cronaca  di cui si occupò lo stesso autore, questa volta nelle vesti di giornalista, e l’evento di quella barca, di quel relitto rimasto incagliato nella costa agrigentina, è diventato “Punta Bianca”, un racconto che nella sua semplicità e immediatezza trasporterà ciascun lettore alla ricerca di se stesso e ad una conseguente riflessione, un romanzo che sembra leggersi d’un fiato, semplice ma emotivamente forte, e che ho già definito, in altre sedi, di qualità.

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