Palermo – Alla libreria Feltrinelli, il paroliere e scrittore Vincenzo Incenzo ha presentato il suo nuovo libro intitolato “Romeo e Giulietta nel duemilaniente, 43 secondi d’amore”.
«Tempo… Tempo… Il tempo è l’alibi di tutti, per ogni cosa. In nome del tempo si aspetta, si perdona, si sopporta, ci si vendica. Nell’idea del tempo i governi gestiscono la speranza della gente, i padri s’illudono della riconoscenza dei figli, tutti noi confidiamo nella transitorietà pur terribile di un dolore.»
Quello del tempo è soltanto uno dei temi affrontati nel romanzo – edito No Replay – Collana Velvet – che narra, utilizzando la prima persona, il mutamento delle relazioni nell’era 2.0, quell’era in cui la tecnologia prende il posto di valori e sentimenti, impoverendo gli individui e spingendoli verso l’adozione di un pensiero unico ed omologante.
L’autore decide così di trattare della vacuità della nostra epoca, riattualizzando l’opera di Shakespeare: le parole e i pensieri di Romeo, protagonista del romanzo, sono indirizzati alla sua Giulietta, giovane donna di oggi che presto il lettore scopre essere una prostituta. Una narrazione che porta alla riflessione di quelle realtà liquide che caratterizzano questo duemilaniente, in un mondo pervaso dalla tecnologia che ha reso l’individuo prigioniero.
«Hai mai misurato il tempo che impiega un computer ad accendersi? Sono 43 secondi. Hai mai pensato quante cose si possono fare in quel tempo che lasciamo scorrere inutilizzato?»
I 43 secondi del sottotitolo del romanzo sono quelli che impiega un normale pc in fase di accensione e assurgono a vero e proprio simbolo di quel brevissimo arco temporale in cui all’individuo è ancora data la possibilità di essere se stesso, manifestando tratti particolari che lo distinguono dagli altri.
Le riflessioni di Romeo spingono – a loro volta – il lettore a riflettere, ponendolo dinanzi alla cruda realtà del mondo attuale caratterizzato da violenza e prostituzione, dalla perdita delle identità e da un Sistema che controlla con costanza i comportamenti degli individui, convogliandoli verso quell’omologazione di fondo che è un tratto caratterizzante dei nostri giorni.
L’arte rimane l’unica arma possibile, l’ultima chance che consente all’individuo di sfuggire alla dittatura dell’informazione e all’omologazione del mondo attraverso la realizzazione di nuove forme di creatività.
Alla presentazione del libro erano altresì presenti alcuni interpreti del musical “Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo”, che è andato in scena al Teatro di Verdura di Palermo fino a domenica 21 settembre.
Riccardo Maccaferri (Benvolio), Giulia Luzi (Giulietta), Barbara Cola (Madonna Capuleti) e Luca Giacomelli Ferrarini (Mercuzio) si sono concessi ai loro fan, autografando i libri e dando la loro disponibilità per foto e selfie.
In occasione dell’evento, la redazione di TrinacriaNews.eu ha incontrato l’autore del libro Vincenzo Incenzo e l’attrice Giulietta Luzi, interprete di Giulietta nel musical “Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo”. Di seguito, le domande che abbiamo rivolto loro.
VINCENZO INCENZO
In che modo l’arte concepita in tutte le sue sfaccettature ha influito sul suo percorso di vita nonché formativo?
Direi in maniera assoluta perché per me è stato come adottare un vero e proprio metodo. Credo pienamente che possano cambiare i codici nella misura in cui si possono scrivere canzoni, dipingere un quadro o fare un film ma poi quello che conta è che il messaggio rimane lo stesso. È sempre la voglia di un’astrazione, del superamento di un qualcosa che magari ci viene imposto da fuori e che non abbiamo voglia di accettare. Qualcuno ha detto che l’arte consiste nel non accettare che la vita sia solo quella che si vede. È un po’ questo il percorso, cioè provare a spostare l’asticella avanti, provare sempre a sorprendersi ed emozionarsi, alimentando e lasciando qualcosa, una traccia per gli altri.
Qual è l’aspetto più attuale di Romeo e Giulietta di Shakespeare secondo lei?
Sicuramente ce ne sono parecchi. Intanto la volontà di essere a costo di non essere, il rivendicare il proprio posto nel mondo attraverso l’amore. Oggi – e questa è una cosa che ho detto anche durante la presentazione del libro – una Giulietta potrebbe benissimo essere una sposa bambina israelita oppure Romeo e Giulietta potrebbero essere una coppia di fatto. Cioè, ci sono tante situazioni in cui l’amore ancora ha dei nemici e quindi questo è uno degli aspetti maggiormente attuali. Poi, ad esempio, il fatto che si tratta di una storia in cui i giovani non sopravvivono e ciò è una metafora perfetta dei nostri tempi in cui i giovani fanno fatica a trovare un posto nel mondo. Poi ancora il continuo accavallarsi di informazioni; tutti parlano ma nessuno ascolta: i genitori non ascoltano i figli, gli amici non ascoltano gli amici, i preti non ascoltano Dio. In questo affastellarsi di informazioni in un mondo dove nessuno ascolta vedo molto la vita di oggi dove tutti siamo sovraesposti a questa marea di informazioni ma abbiamo poco tempo per riflettere e ascoltare.
Quindi da cos’è caratterizzato questo “duemilaniente”?
Sicuramente è pervaso da un’assenza totale di diritto alla meraviglia e all’identità. Non c’è la possibilità di essere noi stessi perché ci stanno spingendo sempre più verso un pensiero unico e verso un livellamento della cultura, dell’informazione. Ci sono tante fonti ma poi anche questo è un modo per confonderci, spiazzarci, perché mille voci è come nessuna voce. Non c’è più un’identità nell’informazione, nella fonte, non sappiamo se quello che leggiamo è verità; il falso e il vero si scambiano i ruoli continuamente in rete. Quindi questo duemilaniente vale tutto ma quando una cosa vale tutto in realtà vale niente.
Qual è il personaggio più eclettico del musical secondo lei?
Senza ombra di dubbio Mercuzio che è anche il personaggio più intrigante del libro di Shakespeare al punto che lo stesso Shakespeare dice che lo deve uccidere perché gli sta mangiando il libro, perché è la componente imponderabile, quella che più sfugge alle regole, quella più interessante che ha la sorgente della curiosità, della sorpresa, di un amore sdoganato dai ruoli, è innamorato di Romeo, è innamorato delle donne, insomma non vuole costruirsi una realtà a immagine e somiglianza di quella che gli viene imposta ma cerca la sua verità.
GIULIA LUZI
Qual è la difficoltà maggiore che l’interprete deve affrontare nella realizzazione di un musical?
La difficoltà principale è quella di riuscire ad essere al top ogni sera per esempio, quindi riposare e riguardarti. L’interprete sceglie di vivere una vita che lo obbliga a fare sacrifici in qualche modo… Quindi deve cercare di non andare a dormire tardi, fare una vita il più possibile equilibrata perché ovviamente consapevole che sul palco deve portare tutto se stesso, il suo corpo, la sua mente. Più è in forma, più rende sul palco.
Quanto il carattere di Giulietta – il personaggio che lei interpreta – si avvicina al suo modo d’essere? Qual è l’aspetto che preferisce?
Molto. Sicuramente apprezzo la sua determinazione. È una ragazza che, pur essendo giovane, sa cosa vuole e questo è un aspetto che rivedo molto anche in me stessa. Un po’ perché sono capricorno quindi ho una personalità forte e sono molto testarda, un po’ credo sia nel mio DNA, ce l’ho nel sangue insomma… Sono una ragazza con degli obiettivi precisi e faccio la qualsiasi per cercare di raggiungerli attraverso il massimo impegno.
Qual è il personaggio più intrigante nell’opera?
Beh, sicuramente Tebaldo è un bellissimo personaggio. Molto misterioso, quasi eclettico. È un personaggio dal carattere forte ed io lo apprezzo tantissimo.
Quali sono le prossime tappe del musical?
Saremo a Roma dal 18 dicembre fino all’8 gennaio, a Bari dal 4 all’8 dicembre e poi a Napoli e perfino Istanbul a febbraio… Insomma, abbiamo svariate tappe, torneremo anche a Milano nel mese di marzo. Una tournée molto ricca!