Palermo – Si svolgerà dal 26 giugno al 23 luglio la XXXII edizione delle Orestiadi di Gibellina, promossa dalla Fondazione Orestiadi. Il cartellone di quest’anno è stato presentato nel corso di una conferenza stampa il 5 giugno, al Servizio Turistico Regionale di Palermo.
Confermato per la sua quarta edizione il direttore artistico Claudio Collovà. Insieme a lui alla conferenza stampa moderata da Alberto Samonà per la Fondazione Orestiadi, sono intervenuti il sindaco di Gibellina, Rosario Fontana; il direttore del dipartimento regionale al Turismo Alessandro Rais; il direttore del Conservatorio “Bellini” Daniele Ficola; il direttore del Museo delle Trame Mediterranee Enzo Fiammetta; il vice presidente della Fondazione Orestiadi Giuliano Ippolito, che ha letto una lettera di saluti della presidente Francesca Corrao, impegnata altrove.
Le Orestiadi di Gibellina nascono da un’idea dell’ex sindaco e senatore Ludovico Corrao, tra le iniziative per la rinascita culturale del territorio in seguito al terremoto del Belice del 1968, e sono state inaugurate nel 1979 dal Mistero Buffo di Dario Fo e Franca Rame, per poi avere luogo ogni estate dal 1981. Da allora la rassegna ha avuto cadenza annuale, configurandosi come un grande festival internazionale che coniuga memoria e contemporaneità, artisti italiani e stranieri, in un abbraccio a trecentosessanta gradi di tutte le forme d’arte, dal teatro alla danza, dalla pittura alla poesia.
Malgrado qualche recente difficoltà dovuta alla crisi e ai tagli alle risorse, il festival è sopravvissuto fino a oggi. Tempi non facili per i festival culturali siciliani, fiaccati, da ultimo, da un bilancio regionale “lacrime e sangue”, ma – assicura Alessandro Rais – il Presidente Crocetta sta cercando risorse per le Orestiadi, a conferma dell’attenzione al festival e riconoscimento della compresenza di realtà esterne e interne alla Sicilia che si valorizzano reciprocamente. È sua caratteristica essere mediatore culturale, ha affermato ancora Rais. Non per nulla le Orestiadi sono state insignite del premio dell’Associazione nazionale dei critici italiani come il miglior festival italiano; un’onorificenza alla quale si aggiunge, per questa edizione, l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
Importante il legame tra il festival e il territorio di Gibellina. Per Rosario Fontana, alla sua prima edizione da sindaco, non sempre si trova simbiosi tra cultura e cittadinanza, ma così non è per Gibellina. Auspichiamo una riscoperta e una valorizzazione di questo patrimonio: Gibellina diverrà un luogo magico. Non si tratta solo della sua città: per il sindaco, solo così si può portare la Sicilia nel mondo. In tale direzione la proposta del sindaco, annunciata in anteprima alla conferenza stampa, di creare un Maxxi anche in Sicilia, al Centro Polifunzionale di Pietro Consagra.
Altro annuncio, la ripresa dei lavori di restauro del Cretto di Burri, l’opera d’arte più estesa del mondo, che ricopre come un sudario i resti della vecchia Gibellina distrutta dal terremoto.
Collovà ha dunque proseguito illustrando il ricco cartellone di quest’anno: tutte iniziative nel segno della multidisciplinarietà e del dialogo con la contemporaneità e la sperimentazione artistica.
L’edizione 2013, che raccoglie quattordici eventi, è dedicata a Francesco Scaldati, il drammaturgo palermitano recentemente scomparso, già direttore artistico del festival nel 2006 e nel 2007, nonché ospite, con i suoi spettacoli, di Gibellina. Ricordiamo un artista e un poeta importantissimo per il teatro italiano – ha affermato Collovà – e lo facciamo in un luogo assolutamente speciale, un crocevia di culture diverse e un luogo fisico e mentale per l’arte contemporanea.
Torna il ricordo di Ludovico Corrao, scomparso nel 2011, con la scelta di inaugurare la rassegna il 26 giugno – giorno del suo compleanno – con un “Omaggio a Ludovico Corrao” scritto da Emilio Isgrò in occasione del funerale, mai letto pubblicamente.
Anche la musica è terreno di omaggi e collaborazioni: l’apertura vera e propria prevede tre concerti inaugurali curati dal Conservatorio di Palermo. Un progetto di Francesca Corrao e Marco Betta, dal titolo “Conversazioni con Francesco Pennisi”. Ne ha parlato alla conferenza stampa il direttore del Conservatorio: un progetto nato quest’anno, il cui senso fondamentale è dare nuovi stimoli agli allievi per nuove creazioni e composizioni.
Numerosi gli ospiti di questa edizione, fra cui: Aymeric Aude, Jari Boldrini, Virgilio Sieni, Mirco Campigotto, Roberto Castello, Gian Maria Cervo, Nicola Cisternino, Laura Curino, Luigi Di Gangi, Ugo Giacomazzi, Ekodance Project Dancers, Santina Franco, Carles Fernandez Giua, Emilio Isgrò, Karin Lambrechtse, Flavia Mastrella, Giulia Mureddu, Antonio Rezza, Sara Sguozzi, Esteve Soler, Fernando Suels Mendoza, Gabriele Vacis, il giovane gruppo umbro di Opera, e altri ancora. L’intero programma è consultabile sul sito del festival.
In merito alla manifestazione abbiamo intervistato il direttore artistico Claudio Collovà.
Questa è la sua trentaduesima edizione e la sua quarta da direttore artistico, se la sente di fare un bilancio personale di questi quattro anni di attività e lavoro?
Il festival in queste ultime quattro edizioni ha aumentato di molto la presenza degli artisti provenienti dall’estero, ha aumentato il dialogo tra artisti italiani e provenienti dall’Europa e dal bacino mediterraneo. È anche aumentato il budget concesso dal Ministero dei Beni Culturali, siamo stati uno dei pochi festival che ha visto incrementare il supporto finanziario. Il festival ha raggiunto un numero importante di spettatori e l’anno scorso abbiamo battuto il record degli ultimi dieci anni. E l’anno scorso ha vinto un importantissimo premio dell’Associazione nazionale dei critici italiani come il miglior festival italiano. Il bilancio non solo per me ma per tutti noi è molto positivo.
Dopo trent’anni com’è cambiato, se è cambiato, il significato che ha questa rassegna in una terra come la Sicilia?
Il significato non è mai cambiato, è proprio nel DNA della Fondazione Orestiadi dedicarsi all’arte contemporanea, allo sviluppo dell’arte in forte connessione con tutte le arti espressive. Forse è cambiato – e speriamo di ritornarci presto – il lavoro che si faceva negli anni passati quando le economie ce lo permettevano, che riguardava le produzioni, le residenze degli artisti, le creazioni originali nate a Gibellina. Spero che questo si possa di nuovo fare, come ha detto il Sindaco, approfittando dell’importante restauro che attende il Cretto di Burri, che era la sede originaria della Fondazione Orestiadi, che nacque lì nel 1981.
Quali sono le principali difficoltà di fare cultura oggi, al di là del solito problema dei tagli delle risorse finanziarie?
Oggi è difficile però è anche un’esaltante missione, c’è molto rumore per nulla, molte distrazioni, il tempo è ormai considerato sempre e solo come un tempo di fretta, di scarsa riflessione, la poesia è in difficoltà come lo è sempre stato, ma noi siamo felici di svolgere questo compito con grande passione.
Tornando al problema finanziario, c’è stato un momento quest’inverno in cui siete stati a rischio chiusura, o comunque avete avuto molti problemi…
Sì, abbiamo avuto molti problemi come li hanno molti altri festival, si dovrebbe tornare a essere più sereni da questo punto di vista, bisogna capire che il turismo e la cultura possono essere importanti risorse per la Sicilia, le più importanti. Questo lo capiamo noi uomini che ci occupiamo di cultura, vorremmo che lo capisse anche la politica, che alla fine è l’altro polo che dovrebbe mostrare interesse per dare alla Sicilia una possibilità. La Sicilia è una terra così ricca, sembra ormai una banalità dirlo, a me sembra un’ovvietà ed è stancante ripeterlo. Evidentemente ci sono dei problemi di pensiero e anche di azione da parte di uomini che dovrebbero avere come compito quello di dare una speranza di lavoro, di bellezza, anche di poesia ai siciliani.
Chiudiamo con una domanda e ritorniamo a Gibellina: qual è il rapporto tra la rassegna e la popolazione di Gibellina?
La popolazione di Gibellina credo vada riconquistata, oggi il sindaco ha fatto un intervento molto importante, parlando del restauro del Cretto di Burri, quello è un luogo a cui volentieri ritornano gli abitanti di Gibellina per assistere agli spettacoli, è un luogo che li commuove e li riporta lì dove tutto è nato e dove hanno vissuto da piccoli… e poi anche la bellezza della loro partecipazione quando si producevano spettacoli che richiedevano la presenza della popolazione, quest’anno abbiamo un piccolo ritorno a questo in una coreografia di Virgilio Sieni dove saranno coinvolti anziani di Gibellina che guidati dal maestro coreografo danzeranno all’ombra di questa tragedia che li ha colpiti tanti anni fa.