Palermo – Si è celebrata in Cattedrale il 29 settembre scorso la Messa per il Santo Patrono della Polizia di Stato, San Michele Arcangelo.
La Santa Messa è stata officiata dall’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice ed è iniziata con l’introduzione del Cappellano della Polizia Don Massimiliano Purpura, Assistente Spirituale della Questura di Palermo, il quale dopo aver ringraziato l’Arcivescovo per la sua vicinanza e accoglienza e aver ricordato la perdita di due giovani colleghi poliziotti deceduti per covid Felice Rispoli e Francesco Muliedda si è rivolto direttamente al Santo Patrono per l’aiuto nell’esercizio del servizio del Corpo della Polizia: “Chiediamo al nostro Patrono San Michele le quattro Virtù Cardinali: la Prudenza, la Giustizia, la Fortezza, la Temperanza; tutte incentrate sul rispetto dell’innata dignità dell’Uomo. L’Arcangelo Michele voglia guidare sempre i nostri passi sulla via della saggezza perché anche noi possiamo dire, come indica il Suo nome, nessuno è come Dio, ma possiamo anche sempre prendere le difese della dignità di ogni uomo e di ogni donna come fa e deve fare un Angelo”. Ha, quindi, prima di congedarsi, chiesto al Signore, per coloro che hanno perso la vita nell’adempimento del loro dovere, che potessero godere della Sua Gloria Eterna.
Ad animare l’intera celebrazione è stato il coro dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato Sez. di Palermo, cerimonia che ha rappresentato il suo esordio, e che sotto la sapiente e competente direzione del Maestro Marcello Iozzia ha emozionato tutte le Autorità civili e militari e le persone presenti. Ad accompagnare il coro, all’organo della Cattedrale, il Maestro Mauro Visconti, autore e compositore anche di famosi brani di musica sacra di cui alcuni suonati e cantati in tale occasione.
A rendere, infatti, ancora più suggestiva la celebrazione sono stati questi canti dell’ordinario composti da Visconti in occasione della visita di Papa Benedetto XVI a Palermo nel 2010. Lo stesso repertorio è stato poi riproposto nel 2013 in occasione della beatificazione di padre Pino Puglisi e, nel 2018, per la visita a Palermo di Papa Francesco.
Il canto di ringraziamento: “Inno alla vita”, prende spunto dal meraviglioso testo di madre Teresa di Calcutta ed è stato musicato sempre dal Maestro Visconti.
Calde, piene e avvolgenti le voci dei due cantanti solisti, il soprano Nati Katài e il tenore Alberto Profeta. Due professionisti entrambi appena reduci da diverse tournée di musica lirica.
La disposizione e collocazione del coro dell’ANPS di Palermo sono stati curati dalla regista Donatella Cerlito e la direzione artistica è affidata alle esperte cure della Prof.ssa Elvira Maiorca Italiano.
Tanti i complimenti per le belle voci sia soliste che del coro in perfetta armonia, tra i quali quelli del Vicario del Questore Dott. Andrea Lo Iacono, in rappresentanza del Questore di Palermo, del Prefetto di Palermo Dott. Giuseppe Forlani e di tutte le Autorità intervenute.
Presente una nutrita rappresentanza di Soci e Volontari dell’ANPS Sez. di Palermo.
Questa l’esortazione dell’Arcivescovo Lorefice durante l’omelia al Corpo di Polizia e a tutti gli uomini di servizio che intendono costruire una “Città umana” basata sulla Giustizia e la Pace:
Tra Cielo e Terra c’è un’unica finalità che è quella di una Comunione che vivifica l’esistenza degli uomini in termini di redenzione, di liberazione di sicurezza. L’unica sicurezza è quella se riusciamo non solo, secondo quello che è anche l’opera vostra, in un’opera repressiva, ma ognuno di noi dovrebbe essere capace di scandagliare il cuore degli altri e raggiungere comunque il desiderio di bene, di vita, di giustizia che è nel cuore di ogni uomo anche nell’uomo che si è macchiato dei crimini più efferati c’è sempre in virtù di essere persona umana, una scintilla di bene e molte volte se prevale il male nei cuori degli uomini forse è perché molti vivono in contesti umani, esistenziali dove viene spenta questa scintilla che dovrebbe essere invece alimentata e rischia di essere coperta, ma che mai si spegnerà perché resta sempre perché è tipica della indistruttibile dignità umana.
Vorrei chiedere al Signore– continua l’Arcivescovo – che tutti coloro che hanno un compito di sevizio, di guida, di animazione di comunità, che vivono nel segno della Giustizia della Legalità, della Pace e, in modo particolare, vorrei chiederlo per Voi, per le Donne e gli Uomini della Polizia di Stato, a partire da questa grande motivazione, possiamo tutti intercettare la scintilla di bene che è serbata nel cuore di ognuno…. Ricercatori come Gesù del bene e della verità in attesa di una pienezza di Vita, questa capacità di attesa che darà ulteriore energia al nostro servizio a favore della costruzione della Città umana nel segno della Giustizia e della Pace affinché si possa sempre di più abitare città umane sempre più fraterne per la creazione di un Bene comune e celebrare la bellezza del dono della Pace.
E come diceva il carissimo Cappellano oggi noi siamo grati a quanto hanno servito la città umana fino all’effusione del loro sangue. Li ricordiamo con affetto e stima e ci stringiamo attorno alle loro famiglie.