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Anno XII - Num. 56 - 03 settembre 2024

Anno III - Num. 16 - 29 marzo 2015 Cultura e spettacolo

Pino Caruso a TrinacriaNews.eu parla del suo ultimo libro e esorta i Siciliani a non rassegnarsi ma ad agire

Caruso: “l’Italia l’hanno divisa quando l’hanno unita con la complicità dei siciliani che continuano a stare zitti!” “Dobbiamo cominciare a prendere atto che le cose dipendono da noi perché se ogni volta le facciamo dipendere dagli altri queste restano dove stanno, immobili e noi assumiamo l’aria delle vittime impotenti e NON È COSÌ!“

di Vilma Maria Costa
         

pino caruso URL IMMAGINE SOCIALAbbiamo avuto il piacere di incontrare lo scrittore e attore Pino Caruso, ecco di seguito l’intervista:

D. Definire l’artista Caruso è molto difficile, attore comico è sicuramente molto riduttivo perché lei, Caruso, utilizza l’umorismo in maniera intelligente in modo che ne derivi sempre una riflessione. Lei come si definirebbe?

E’ semplice un uomo di spettacolo e un uomo che ha a che fare con le parole siano esse scritte che da rappresentare sulla scena. Lei come definirebbe una persona che fa musica? Un musicista! E quindi non si farebbe una distinzione tra musicista comico e drammatico Ecco potrei definirmi come uno scrittore che fa anche l’attore.

Il suo ultimo libro Appartengo a una generazione che deve ancora nascere è una raccolta di aforismi ognuno dei quali ha un suo significato racchiuso in poche righe. D. Perché ha deciso di scrivere un libro così strutturato?

Perché l’aforisma non è altro che un ragionamento cui è stato tolto il superfluo.

D. Quindi sintetico, ermetico?

E’ proprio quella la funzione dell’aforisma di evitare di fare un libro di non so quante pagine in mezzo alle quali poi andare a scovare la sintesi che, invece, io, così, la rendo bella e fatta. Nel senso che poi, chi legge, dalla sintesi di un concetto può anche ricavarne l’analisi.

D. Si tratta di una raccolta che ha effettuato in molti anni? li appuntava da qualche parte a mano a mano che li pensava? C’è in ognuno di questi aforismi un po’ di lei?

Sì, questo libro Appartengo a una generazione che deve ancora nascereè una raccolta degli ultimi anni. L’altro che verrà pubblicato dopo, benché sia precedente come data di realizzazione, e che si intitola Ho dei pensieri che non condivido contiene non solo aforismi, ma ragionamenti intorno a dei temi e itinerari biografici

D. Anche in Appartengo a una generazione che deve ancora nascere vengono descritti dei momenti strettamente biografici, non è così?

Sì appunto, ma quando il fatto biografico diventa metafora dell’esistenza di un uomo che, in quel caso, per coincidenza sono io, ma solo per coincidenza, non per autoreferenzialità e diventa un fatto significativo per la vita delle persone, ecco che quel fatto io decido di raccontarlo. Se noi prendiamo per esempio il capolavoro della Letteratura Italiana, I promessi sposi, se noi riduciamo il fatto allo schema delle cose avvenute non significa nulla ma assume significato quando Manzoni le racconta in un certo modo e qui le ricordo una famosa locuzione siciliana che chiarisce questo concetto che dice: ‘u cuntu un cunta, cunta comu si cunta, traduco per i non siciliani, il racconto non conta, conta come si racconta. Cioè il fatto in sé non ha nessun significato se chi non lo racconta non gliene attribuisce uno e lo fa diventare come significante di un significato

pino_caruso copertinaD. Qual è, se c’è, il leitmotiv che tiene il libro ideologicamente collegato in tutte le sue parti?

Il motivo che ricorre, il filo conduttore è l’uomo, la vita degli esseri umani, anzi l’essere vivente, non solo l’uomo. Perché penso che a far parte della vita non sia solo l’uomo, ma tutti gli esseri viventi, anche gli animali di tutte le categorie, esseri di cui non sappiamo nulla. Noi dividiamo il mondo in uomini e animali pensando che gli uomini abbiano una superiorità. Tra gli aforismi ce n’è uno che dice la disumanità è tipica dell’uomo e sconosciuta alle bestie in quanto se è vero che l’uomo è capace di scrivere una sinfonia, Mozart per esempio o Beethoven, è anche capace di creare i campi di sterminio e poi uccidere in nome di Dio come capita oggi per forme di fanatismo religioso e fino a quando esisterà il fanatismo non ci sarà civiltà!

Veda, io penso che è il senso dell’umorismo che può salvare il mondo perché dove c’è fanatismo e dove c’è estremismo non c’è umorismo. Il senso dell’umorismo, che è l’esercizio del dubbio è un pensiero dinamico, mentre la certezza è un pensiero fisso e che può diventare mania e appunto fanatismo e produrre danni incredibili. La religione è un bene irrinunciabile, l’uomo ha bisogno di sperare però può procurare danni infiniti.

D. Lei ama Palermo, ma Palermo ha amato lei?

Amo Palermo ma non sono ricambiato. Palermo non mi ha amato perché tutte le volte che vengo mi caccia via!

D. In che senso?

Non voglio fare la parte della vittima, ma per Palermo negli anni ’90 ho fatto cose indimenticabili: Palermo di scena, I Festini. Manifestazioni di così alto livello che non erano spese, ma investimenti perché portavano turismo. Purtroppo ha vinto la parte di quella politica che non si mette al servizio della gente, ma che usa il posto che occupa come esercizio di un potere per aiutare gli amici degli amici e questa non è altro che MAFIA!

Io speravo che con Orlando al quale avevo dato la mia approvazione affinché si ricandidasse, speravo che si potesse riprendere un discorso interrotto che invece ha lasciato interrotto e sono, quindi, quasi convinto che l’attuale sindaco di Palermo appunto Leoluca Orlando è solo un omonimo o un sosia di quello che conoscevo io, è un altro!

D. Cosa le piace di più e cosa meno della sua città di origine? E cosa eventualmente cambierebbe totalmente?

La testa ai miei concittadini!

D. C’è qualcosa che suggerirebbe ai Siciliani?

I miei concittadini si fanno fare tutto e non protestano mai. Lei sa che stanno per levare i treni?

D. Certo! E, infatti, desideravo chiederle cosa pensa della possibilità di limitare la continuità territoriale di noi isolani con la riduzione dei treni a lunga percorrenza?

Io posso risponderle con un aforisma che fa parte del prossimo libro Il senso dell’umorismo è l’espressione più alta della serietà e dice così: I Siciliani sono più complici che vittime dei mali che li affliggono e dei soprusi che subiscono e ce n’è un altro più amaro ancora: I Siciliani, ma si potrebbe dire dei palermitani, resistono a tutto, soprattutto ai miglioramenti.

Noi abbiamo una sede RAI con la quale potremmo fare fiction, concerti, servizi, invece la RAI si ferma a Napoli perché sino lì si produce televisione poi sotto Napoli si ferma tutto.

I Siciliani non sono vittime, sono anni che la politica ci ignora perché noi ignoriamo noi stessi. I politici sono l’alibi, dando le colpe ai politici ci scarichiamo delle nostre responsabilità.

Chi è che deve urlare che da Palermo a Messina, 190 Km, c’è ancora un treno che impiega 4 ore, mentre da Roma a Milano, 500 Km, due ore e mezza? E noi zitti e via via di questo passo.

E ora questi treni per le lunghe percorrenze che non sono poco frequentati, ma anche se lo fossero andrebbero mantenuti lo stesso perché il servizio va mantenuto comunque!

Non si capisce allora perché l’azienda dei treni si deve chiamare Trenitalia quando l’Italia per il servizio finisce a Napoli e in Sicilia non c’è o, ancora, Italo, il nuovo treno che in Sicilia non si vede nemmeno da lontano.

Io dico che l’Italia l’hanno divisa quando l’hanno unita con la complicità dei siciliani che continuano a stare zitti. E approfitto di un aforisma per rendere più breve il discorso: In Sicilia sono passati i Greci, i Fenici, i Romani, gli Arabi, i Normanni, i Tedeschi, quelli che ancora non sono passati sono i Siciliani.

pino-caruso_2D. Aforisma 226: In Italia, la cultura è considerata pericolosamente educativa. Cosa pensa che in Italia ostacoli la cultura? E, se sì, perché?

Questo è stato scritto tuttavia prima che mi accorgessi che non c’è da parte della politica la volontà di ostacolare la diffusione della cultura, perché il nostro Paese, non solo la Sicilia, è un Paese che non legge, non va a teatro, non conosce la sua storia, che non sa i Beni che ha. L’Italia ha l’80% dei Beni culturali del mondo, ma gli Italiani non lo sanno. Questo aforisma implicherebbe una volontà al disopra dei cittadini che ostacoli la cultura per evitare che la gente pensi, ma questa visione io non ce l’ho più, perché non c’è una volontà politica che vuole l’ignoranza, ma c’è un’ignoranza che produce i politici che ha. Il cattivo politico è l’effetto e non la causa dei mali di un Paese. Ogni cosa in natura produce cose simili a sé. In natura sopravvivono sempre i più adatti all’ambiente, Darwin, e in Italia i più adatti all’ambiente sono i corrotti. E prevale quella filosofia che confonde la disonestà con l’abilità e secondo questo presupposto chi ruba non è un ladro ma è bravo. E la furbizia non è affatto un sottoprodotto dell’intelligenza, ma della stupidità. La furbizia non vede al di là di un palmo del proprio naso perché si occupa di ciò che è piccolo e circoscritto, quindi non crea prospettive, è ignoranza è, invece, la cultura che crea prospettive, l’ignoranza appiattisce ogni cosa. L’Italia è un Paese senza anima e senza cervello!

D. Sono stata molto d’accordo con lei nel leggere alcune righe in cui lei denunciava, anche se questa visione forse appartiene sempre al suo primo modo di guardare alla diffusione della cultura, il fatto che i programmi di alto livello culturale vengono diffusi in fasce orarie molto tarde non consentendo a molti di poterli seguire

Ma secondo lei di chi è la colpa? Glielo dico io, perché cerchiamo sempre qualcuno a cui attribuire la colpa. Se i programmi della cultura vengono dati di notte non è colpa dei funzionari perché se un programma stupido ottiene un ascolto e un programma culturale ne ottiene pochissimo è sempre la gente che sceglie!

D. Vorrei per chiudere questa intervista che lei desse un suo messaggio sul problema delle trivellazioni nel canale di Sicilia, problema che ha sollevato gran pare dei Siciliani in maniera attiva e tutti movimenti ambientalisti ed ecologisti

Non conosco il problema, ma evidentemente se queste trivellazioni creano un danno all’ambiente è molto stupido rovinare l’ambiente, per ottenere poi che cosa?

Però i Siciliani non hanno guadagnato un diritto alla lamentela. I Siciliani sono quelli che hanno costruito palazzi abusivi nella Valle dei Templi, deturpando così il proprio patrimonio dal quale dovrebbe derivare il nostro vivere quotidiano, la ricchezza economica oltre che artistica. Dobbiamo cominciare a prendere atto che le cose dipendono da noi perché se ogni volta le facciamo dipendere dagli altri queste restano dove stanno, immobili e noi assumiamo l’aria delle vittime impotenti e NON È COSÌ!

© RIPRODUZIONE RISERVATA
  1. Tony Troja

    Sono contento che Pino Caruso abbia fatto mea culpa per aver supportato Leoluca Orlando. Meglio tardi che mai. Comunque, questa piccola défaillance a parte, sono sicuro che Palermo ami ancora Pino Caruso. O almeno, per quel che mi riguarda, da palermitano io amo ancora Pino Caruso.

    Tony Troja

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