Palermo. L’Istituto Paritario Trinacria, da sempre sollecito ad accogliere iniziative tese a promuovere la legalità nelle scuole e contrastare i fenomeni che colpiscono soggetti deboli, tra cui le donne, ha fortemente voluto realizzare un Seminario il cui titolo: “La violenza contro la donna e sue declinazioni: (fisica, psicologica, sessuale, economica e sociale). Ambiti, cause e rimedi.”, é rappresentativo della violenza che viene atavicamente e di recente, in maniera più frequente e feroce, esercitata verso la figura femminile.
Di notevole spessore le relatrici che hanno presieduto l’evento, rappresentate rispettivamente, dalla Tenente dei Carabinieri della Caserma Giacinto Carini di Palermo, Referente provinciale della rete antiviolenza, Jessica BARATTIN che ha esposto le declinazioni della violenza sulle donne, proseguendo con la Consigliera Emerita della Corte di Cassazione, già Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Palermo, la Dott.ssa Mirella AGLIASTRO che ha approfondito i fenomeni di cui sopra, focalizzando l’attenzione sugli ambiti, le cause scatenanti la violenza e le norme poste a tutela delle vittime di violenza.
I lavori sono stati aperti dalla Vice Coordinatrice Didattica, la Dott.ssa Maria Pia IOVINO, con la lettura di un passo della Sacra Bibbia (Genesi, Cap. 2, 19-24): “Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. 23 Allora l’uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta». 24 Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.
A partire dalle origini del disegno divino per l’uomo e per la donna sulla terra, così concepiti, di unione di amore e complementarità dell’uno verso l’altro, la prof.ssa Iovino ha fatto evincere come dall’amore idilliaco e fecondo del Libro della Genesi si sia addivenuti alla fase odierna, spesso misera, ed a tratti, disumana, nella quale si assiste al rinnegamento di questa volontà creatrice e si giunge, con estrema frequenza, alla drammatica e riprovevole degenerazione nel rapporto uomo-donna, financo al parossismo dei femminicidi, contrastando con il comandamento dell’amore; ha concluso la prof.ssa Iovino, appellandosi ai saldi principi cristiani, spesso sistematicamente ignorati: “Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito“. “Al di sopra di tutto ci sia sempre l’amore, perché soltanto l’amore tiene perfettamente uniti”. – Efesini. 5:33; Colossesi. 3.14.
Si sono continuati i lavori ad opera della Ten. Barattin, la quale dopo aver fatto proiettare un cortometraggio di grande rilievo “Piccole cose di valore non quantificabile”, di Paolo Genovese nel quale si assiste alla scena di un brigadiere dei carabinieri alle prese con l’acquisizione di una curiosa denuncia di una ragazza, Francesca Boitani, che sostiene di essere stata derubata di tutti i sogni ed al contempo, quest’ultima realizza la incapacità del verbalizzante di cogliere il dramma del vissuto emotivo della vittima. A tal proposito, la Tenente ha fatto osservare come sia essenziale la sensibilità e l’empatia, l’arguzia da parte delle Forze dell’Ordine, che si trovano, per ragioni di servizio, a stretto contatto con il dolore, il disagio delle vittime di violenza, per potere esercitare quella corrispondenza biunivoca che tragga vissuti, oltre le parole, espressi da un linguaggio non verbale del corpo, fatto di toni, sguardi, movimenti eloquenti, oltre il non detto per contribuire efficacemente a fornire un valido intervento in favore della vittima di violenza.
La Barattin quindi, ha proseguito nell’esposizione delle diverse declinazioni in cui oggi si manifesta la violenza sulla donna, fisica, psicologica, sessuale, economica e sociale, di cui i giovani studenti hanno mostrato profondo coinvolgimento emotivo, argomentando sulle osservazioni che promanavano da qualche studente.
Di sommo interesse altresì, la seconda parte trattata dalla Dott.ssa Agliastro, la quale nella sua magistrale relazione ha voluto iniziare, rilevando la differenza di due date ricorrenti ma, spesso confuse nell’immaginario collettivo: in particolare, l’8 marzo ricorda l’istituzione di una giornata internazionale dedicata alla <<rivendicazione dei diritti delle donne>>; invece, il 25 novembre riguarda la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sul <<problema della violenza contro le donne>>.
Continuando, la Dott.ssa Agliastro ha posto il focus sugli studi condotti in merito alle cause, le dinamiche e le iniziative di ordine sociale, provvedimenti legislativi e di tutela preventiva posti in essere.
In particolare, dei diversi fenomeni vieppiu’ diffusi e dannosi, praticati sui soggetti abusati, ha trattato del bullismo, individuato in atti aggressivi prevaricanti o molesti compiuti mediante strumenti telematici (sms, email, siti web, whatsapp, chat ecc.), del gaslighting (manipolazione mentale), del hosting, individuabile all’interno di una relazione sentimentale tossica, dominata da un continuo e costante stato di ansia e di tensione, nel quale il partner “scompare”, proseguendo con un altro fenomeno definito benching, dall’inglese to bench, ovvero panchina, e letteralmente significare “tenere in panchina”. Esso, come esposto dalla Agliastro, si riferisce a quella particolare relazione sentimentale che consiste nel prendersi del tempo, lasciando contemporaneamente un’altra persona in attesa, con il fiato sospeso, speranzosa, in uno stato limbico. Infatti, attraverso qualche rara telefonata, oppure mandando di tanto in tanto un messaggio, oppure ancora mettendole un like sui social network, il bencher, cioè colui che lascia in attesa, attua simili comportamenti col fine ultimo di non far perdere a quella stessa persona una flebile scintilla di speranza che possa aver cambiato idea riguardo la possibilità di ritessere un rapporto sentimentale. Nel frattempo, però, il bencher molto spesso si guarda intorno, flirta oppure fa conoscenza con altre persone.
Continuando nella sua relazione la Agliastro, ha chiosato circa legge sul femminicidio del 2013, codice rosso del 2019, istituzione di commissioni parlamentari ad hoc.la esistenza di convenzioni internazionali, leggi adeguate, convegni e incontri di studio organizzati in tal senso, come la formazione degli operatori competenti a dispetto dei quali, tuttavia, la violenza sulle donne (o di genere) è una piaga che ancora non si riesce a sanare.
La violenza di genere è la manifestazione estrema della disuguaglianza e della non completa equiparazione delle donne allo status degli uomini che si riverbera nelle relazioni di coppia. In questo trapezio, – ha continuato la Consigliera Emerita – il fenomeno della violenza si scontra ogni giorno con i diritti fondamentali delle donne: diritto alla vita, all’integrità fisica e psichica, alla salute, alla dignità, alla libertà anche di volere lasciare il proprio partner che costituiscono i valori inviolabili della persona.
L’assassinio costituisce l’estremo atto di dominio: esso cova all’interno della coppia ed è lo sviluppo tragico di una situazione di passioni malate, dal folle desiderio di possesso al delirio di onnipotenza, dal narcisismo patologico al blackout della furia omicida.
Un altro fenomeno associato si riscontra nel “pluriomicidio” della compagna e dei figli o di altri familiari presenti – ha fatto rilevare la Dott.ssa Agliastro. Il fenomeno, viene chiamato family mass murder (assassinio di massa familiare) viene rappresentato, purtroppo, come commesso da soggetti psichicamente vulnerabili sottoposti a stress intollerabile, dando sfogo alla loro rabbia e compiendo un massacro di coniuge, figli e consanguinei. Invece, si tratta di individui vendicativi, rancorosi che nutrono risentimenti profondi derivanti da dinamiche e travagli familiari e che meditano una punizione allargando “l’obiettivo” a “più obiettivi” con la potenza delle armi, credendosi potenti in quella occasione. Attualmente, in epoca di precario equilibrio emotivo, assedio sociale, carenza di valori morali si generano comportamenti distruttivi poiché l’uomo si sente oppresso da situazioni emotive e sociali che vive come fallimentari, il movente di questi massacri familiari viene individuato nella punizione perenne della donna per attuare un istinto vendicativo.
Le sopra descritte modalità disfunzionali – proseguendo nella sua relazione, la Magistrata – nei rapporti affettivi costituiscono espressione del c.d. analfabetismo sentimentale, laddove l’autore manifesta stati psichici, aridi, anaffettivi, indifferenti, deresponsabilizzanti. L’analfabetismo emotivo trova radici nell’infanzia, poiché i sentimenti non sono doti innate, ma si apprendono nei primi tre anni di vita in cui si percepisce e si consolida la propria sfera affettiva. Se i bambini sono trascurati, senza mappe emotive (secondo le neuroscienze), difficilmente matureranno in seguito calore umano, comprensione, condivisione con il partner e reciprocità.
La struttura degli stati psichici si articola in: impulsi (tendenza a rispondere a uno stimolo con un comportamento irrefrenabile), emozioni (risonanza emotiva degli eventi) e sentimenti (che comprendono anche l’aspetto cognitivo: capacità di accoglienza, amabilità, premurosità). Oggi i ragazzi non vengono educati sentimentalmente a raffinare le proprie emozioni, non distinguono il bene dal male e purtroppo può avvenire – in casi limite – che per loro non ci sia differenza tra “ corteggiare” e “stuprare”.
La percezione comune è nel senso di un sistema eccessivamente garantista che tenga poco conto della figura della vittima, dei sopravvissuti e dei figli rimasti orfani.
La Dott.ssa Agliastro ha fatto rilevare che tra le iniziative di ordine sociale e di tutela preventiva figura la legge sul femminicidio del 2013, la legge 19 giugno 2019 n. 69 (c.d. Codice Rosso) che ha adottato disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, con lo scopo specifico di proteggere e supportare la vittima, garantendo nelle fasi iniziali del procedimento giudiziario una rapida valutazione e gestione del rischio di morte, di gravità, di reiterazione della condotta illecita. La magistrata emerita ha ricordato, tra le iniziative di tutela preventiva, anche la la istituzione di commissioni parlamentari ad hoc, oltre ad azioni istituzionali, reti antiviolenza, analisi antropologiche, testimonianze nei vari mass media, esperienze e saperi a confronto, ricerche scientifiche e indagini psicologiche delle dinamiche relazionali, ricerche di sociologia sperimentale riguardanti la cultura, i pregiudizi e gli stereotipi in ordine alle molestie nei posti di lavoro, alle violenze sulle vittime vulnerabili e violenze occulte su donne e minori. In special modo tali approfondimenti hanno riguardato la violenza sulle donne nella coppia (dalle intimidazioni alle micro violenze che preparano il terreno fino alla violenza ultima che si concreta nell’omicidio).
Per fronteggiare i fenomeni analizzati, – ha continuato la Dott.ssa Agliastro– nell’ambito dei rapporti interpersonali e nei contatti tramite network, è necessario che le famiglie e le scuole forniscano ai ragazzi un’adeguata educazione sentimentale, e nello stesso tempo, li istruiscano a riconoscere le insidie che si celano negli strumenti informatici mediante“ giornate di formazione”, “corsi tematici” che insegnano le strategie da porre in essere per individuare i comportamenti ingannevoli in loro danno e li inducano ad allertare le famiglie, le forze dell’ordine, le comunità religiose o altri soggetti che abbiano veste istituzionale. Siffatte comunità e Istituzioni, come la scuola e la Polizia, a loro volta, devono essere preparati a raccogliere le segnalazioni e i messaggi subliminali lanciati da adolescenti che a volte si vergognano a rivelare apertamente le trappole in cui sono caduti, per indirizzare i suddetti a reagire tramite denunce alla Polizia Postale o altre autorità. Anche le confidenze rivelate ai professori o ai genitori, e non in ultimo ai compagni ed agli amici che riconoscono come persone di fiducia, possono favorire l’opportunità di uscire dal tunnel in cui il giovane può essere rimasto intrappolato – ha aggiunto la Consigliera emerita.
Alle esortazioni espresse dalla Dott.ssa Agliastro nella sua relazione, si sono unite quelle della Ten. Barattin, suscitando grande interesse negli studenti dell’Istituto, sostanzialmente attenti all’ascolto delle relazioni e dei consigli espressi dalle relatrici, le quali, unanimemente, hanno consigliato, esortato, e raccomandato soprattutto le giovani studentesse, nelle relazioni con l’altro sesso di considerare gli ambienti in cui si realizzano le nuove conoscenze di ragazzi, di persone, destando attenzione a non rimanere isolate in caso di disagio realizzati in essere, nel comportamento manifestato dalla nuova conoscenza ma, di aprirsi, a confidarsi, tra docenti, genitori e Forze dell’Ordine e, soprattutto inseguire l’obiettivo di un futuro all’insegna dell’indipendenza economica, terreno fertile per l’integrità della propria autonomia, dell’autostima e della sicurezza in sé.
L’evento si è concluso tra le ovazioni degli studenti e del corpo docente, oltre che con un incontro- dibattito postumo, avuto con una rappresentanza di studentesse dell’Istituto, presso la Caserma G. Carini in cui è in servizio la Ten. Barattin e presso la quale è stata istituita un’aula per le audizioni protette di donne, nell’ambito del progetto “Una stanza tutta per sé” .