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Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno IV - Num. 20 - 01 gennaio 2016 Politica e società

Pericolo svendita industria chimica di Gela. Migliaia i posti di lavoro a rischio. Vertice con i sindacati A Palazzo D’Orleans

di Redazione TrinacriaNews

raffineria-di-gela URL IMMAGINE SOCIALS’incontreranno a Palazzo d’Orleans, Cgil, Cisl e Uil, domani giovedì 21 alle 16, con una delegazione del governo regionale guidata dal presidente Rosario Crocetta e con i vertici istituzionali del territorio gelese: il sindaco Domenico Messina e il prefetto di Caltanissetta, Teresa Cucinotta. L’appuntamento nella sede della presidenza della Regione, a Palermo, è arrivato a conclusione del confronto svoltosi nel primo pomeriggio a Gela tra il prefetto e i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania. Sullo sfondo, la protesta che da stamani dilaga nel comprensorio del Nisseno, con blocchi stradali che hanno paralizzato Gela, sulla statale Gela-Catania all’altezza del centro direzionale Enimed, e sulla Gela-Licata.

I presidi, organizzati dai confederali e dai sindacati del petrolchimico, sono una delle forme della mobilitazione generale avviata per protestare contro la mancata attuazione del protocollo sulla riconversione green della raffineria. E per ottenere il via agli ammortizzatori sociali per il migliaio di addetti dell’indotto. E proprio la verifica del protocollo siglato a Roma lo scorso 6 novembre sulla ristrutturazione dell’impianto gelese e la questione degli ammortizzatori, saranno al centro dell’incontro di Palazzo d’Orleans.

“Affinché – afferma Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia – il governo regionale faccia sentire la propria voce a Roma. Crocetta si muova, chieda con noi al governo Renzi di rispettare gli accordi stipulati a novembre al ministero dello Sviluppo economico. L’area di crisi complessa – rimarca – non può esistere solo sulla carta”.

Intanto la mobilitazione non si ferma. Nonostante che il prossimo 22 gennaio, al ministero dello Sviluppo economico, Comune, Regione, governo nazionale e parti sociali si confronteranno sull’attuazione dell’accordo di programma.

“Lo avevamo annunciato con una lettera aperta, qualche giorno fa”, dichiara Gallo segretario CISL. “La nostra sarà una mobilitazione straordinaria che continuerà fino a che non verranno fuori fatti concreti anche in tema di protocollo e ammortizzatori. E che coinvolgerà l’intera città”.

La vertenza Gela sarà, mercoledì 20, uno dei punti dello sciopero nazionale dell’Eni che in Sicilia, oltre che gli impianti del Nisseno, riguarderà i centri di Priolo Gargallo e Ragusa. Lo sciopero, che interesserà gli assetti degli impianti e i relativi minimi tecnici, è stato proclamato per contrastare il piano Eni e per favorire una nuova politica industriale del gruppo

“Quella del petrolchimico di Gela è una lunga agonia che si sta consumando nel totale disinteresse delle istituzioni. E’ inammissibile che l’accordo siglato oltre un anno fa non abbia avuto di fatto attuazione e che si lasci un intero territorio nella situazione di incertezza e di difficoltà in cui si trova Gela”. Lo dice Monica Genovese, della segreteria della Cgil Sicilia. “La protesta dei lavoratori- aggiunge– segnala una situazione di malessere a cui occorredare risposte. Non si può consentire che un’intera filiera venga dismessa, gettando nella disperazione lavoratori di molte categorie produttive tra diretto e indotto e un intera città”. Genovese lancia dunque un appello al governo Renzi “affinché riprenda in mano le redini della situazione, si faccia garante dell’attuazione dell’accordo sulla riconversione della raffineria con i collegati che riguardano l’indottoe contemporaneamente accompagni il processo con un adeguato stanziamentoper gli ammortizzatori sociali e metta in campo per Gela provvedimenti che sostengano la città in questa difficile e travagliata fase di transizione”. Genovese aggiunge che “anche il governo regionale devefare la sua parte, per le azioni di sua competenza a partire da quelle che riguardano gli ammortizzatori sociali”.

“L’idea di svendere l’industria della chimica e di cedere gli stabilimenti a dei perfetti sconosciuti è inaccettabile. Eni si deve fermare ed evitare la cessione di Versalis a un fondo americano che sino ad oggi non ha dato alcuna garanzia. A rischio c’è il futuro della nostra Isola e di migliaia di lavoratori”. Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che nel giorno della protesta a Gela aggiunge: “Ancora non sono partiti gli investimenti per la Green Refinery, per le prospezioni e le trivellazioni petrolifere. E proprio il referendum sulle trivellazioni, che la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile, non aiuterà a fare ripartire questo settore. Come al solito si usano emergenze ambientali in modo strumentale. A pagarne il prezzo, però, saranno sempre e solo i lavoratori. E’ necessario che il Governo Renzi garantisca subito le risorse per il sostegno al reddito, per evitare una incontrollabile tensione sociale, e lo sblocco degli investimenti per difendere i posti di lavoro”.

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