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Anno XII - Num. 56 - 03 settembre 2024

Anno III - Num. 19 - 11 ottobre 2015 Politica e società

Per CGIL CISL e UIL nella legge di stabilità non c’è niente di nuovo per le infrastrutture siciliane

Cgil, Cisl e Uil Sicilia vedono in questo “la conferma che il governo non ha nessuna idea di sviluppo produttivo per il Sud”

di Redazione TrinacriaNews
         

cgil cisl uil URL IMMAGINE SOCIALPalermo, 17 dic- Non c’è niente per le infrastrutture siciliane nella legge nazionale di stabilità se non la riproposizione con risorse già stanziate di opere già in cantiere o già programmate: lo denunciano Cgil, Cisl e Uil siciliane che vedono in questo “la conferma che il governo non ha nessuna idea di sviluppo produttivo per il Sud”.”E’ un atteggiamento- scrivono in una nota i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil siciliane, Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Baroneche tristemente si accompagna con la disattenzione del governo regionale che non sta esercitando il ruolo che dovrebbe innanzitutto per quanto riguarda il cosiddetto Master plan, in via di definizione”. I sindacati hanno spulciato l’allegato infrastrutture del 13 novembre, per scoprire che la Legge di stabilità finanzia la “Libertinia”, uno dei tre lotti dello scorrimento veloce Caltagirone- A19; il completamento della Agrigento- Caltanissetta e, con 800 milioni, le manutenzioni straordinarie dell’A19. Per quanto riguarda le ferrovie, viene finanziato il progetto preliminare del raddoppio Palermo- Messina-Catania; la tratta Ogliastrello- Castelbuono; il collegamento al Porto di Augusta e il completamento dei nodi ferroviari di Palermo e Catania,cioè il Passante e la Circumetnea.

Come si vede, dal momento che si confermano opere in larga misura già in cantiere, di piano strategico per la Siciliaaffermano Pagliaro, Milazzo e Barone resta solo il titolo, nessuna risorsa aggiuntiva, nulla di nuovo.

I sindacati chiamano in causa anche il governo Crocetta, per chiedere “che ruolo stia esercitando nella trattativa sul Master Plan e sul Patto per la Sicilia.

Diciamo questo- dicono i segretari di Cgil, Cisl e Uil- perché se nei piani finanziari che si presentano all’Europa (allegato infrastrutture) ci sono i porti d’Italia ma mancano quelli siciliani ci sono anche responsabilità del governo regionale. Ci sono aree della Sicilia che vanno valorizzatecontinuano Pagliaro, Milazzo e Baronee perché questo avvenga deve anche partire un input dalla Sicilia prima che la Legge di stabilità si chiuda.

Cgil, Cisl e Uil fanno due esempi per tutti di aree che vanno valorizzate e rilanciate: L’area industriale di Termini Imerese con l’interporto, abbandonata oggi a se stessa e l’area del Sud- Est con il potenziamento delle infrastrutture e dell’interporto di Catania. “Riteniamo che occorra costruire un forte pressingaffermano Pagliaro, Milazzo e Baronesu un governo nazionale che non ha a cuore lo sviluppo produttivo della Sicilia, come dimostra anche il fatto che subordina le agevolazioni alle assunzioni all’esistenza di residui dei Fondi Pac.

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