Periodico registrato presso il Tribunale di Palermo al n.6 del 04 aprile 2012

Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno II - Num. 14 - 25 novembre 2014 Politica e società

Un Patto educativo per la Città di Palermo, “Palermo 2015 Città Educativa”

Il 5 gennaio a Piazza Pretoria a Palermo il Festival per sottoscrizione del Patto educativo. Vedi programma Festival e contenuti del patto all'interno

di Redazione TrinacriaNews

locandina patto educativoPalermo – Un patto, un festival e un intero anno dedicato all’educazione e ai diritti dei più piccoli. All’insegna di “Palermo 2015 Città Educativa”, il 5 gennaio oltre 90 realtà sociali con in testa l’Amministrazione comunale, l’Università di Palermo, l’Ufficio scolastico regionale, l’APPI e il CeSVoP sottoscriveranno un «Patto educativo per la città di Palermo».

La semplice cerimonia si svolgerà in Piazza Pretoria a partire dalle ore 10,30. In una cornice di festa, animazione, idee e proposte, con questo atto prenderà ufficialmente il via un percorso che sfocerà nell’elaborazione di un progetto sulla città a partire dai diritti dei bambini e dei ragazzi. In pratica, si tratta del Festival iniziato lo scorso novembre che arriverà al culmine nel prossimo febbraio. Esso si articola in 3 fasi (sapere, saper fare e saper essere) contrassegnate da incontri, seminari di approfondimento e confronti in tantissime realtà sociali, istituzionali, scolastiche e professionali della città. Il momento culminante si celebrerà dal 23 al 28 febbraio 2015 ai Cantieri Culturali della Zisa. Guardare Palermo come “Città Educativa”sottolinea Pasquale D’Andrea, garante comunale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenzaè una proposta e una prospettiva per tutte le città che vogliono darsi un futuro. Innanzitutto perché educare significa vivere il presente guardando dentro e oltre ciò che accade. Poi, perché il punto di vista delle nuove generazioni porta sempre con sé una spinta ad accogliere il cambiamento, il rinnovamento, la diversità. Obiettivo del Festival, del Patto e del 2015 Anno di Palermo Città Educativa è definire insieme un comune progetto di città a partire dai diritti dei più piccoli. E, soprattutto, creare stabilmente mentalità, occasioni e strumenti per attuare, rilevare e verificare a che punto è giunta da parte di tutti e di ciascuno la realizzazione di tale città educativa ed educata.

L’iniziativa è nata dall’incontro tra le proposte di alcune organizzazioni di volontariato impegnate nel campo educativo e nei quartieri e la disponibilità dell’amministrazione comunale ad aprire un confronto articolato e aperto a tutti sui temi della cittadinanza e dell’attenzione ai più piccoli.

Infatti, come dice il sindaco Leoluca Orlando, questo percorso è il frutto di un importante impegno congiunto fra diversi rami dell’amministrazione e della società civile cittadina. E’ la conferma dell’attenzione dell’amministrazione comunale e di tutta la città sulla centralità dei bambini e delle bambine, cittadini di oggi e non soltanto di domani, e chiamati a svolgere essi stessi oggi un ruolo protagonista in una città che si fa città educativa senza recinti specialistici o barriere generazionali e sociali.

Fra i primi ad accettare con entusiasmo la proposta anche l’Università di Palermo perché, come sottolinea il rettore Roberto Lagalla, il tema della Città educativa è senza ombra di dubbio una fascinosa sperimentazione pedagogica, una sfida che in un momento di straordinaria difficoltà ci impone di mettere insieme le forze. Per questo motivo è importante sottolineare come l’Università abbia assunto il ruolo e la valenza di agenzia culturale del territorio.

Hanno aderito anche la Prefettura, il Tribunale dei Minorenni, la Questura e le Forze di Polizia, la Caritas diocesana, il Forum del Terzo settore, gli istituti penali, ordini professionali, centri formativi e istituzioni culturali, enti regionali, istituti scolastici, associazioni imprenditoriali, organizzazioni di volontariato, imprese sociali, istituzioni e realtà territoriali, organizzazioni no-profit, ecc. Una rete destinata ad ampliarsi sempre di più e che vede il coordinamento di Assessorato comunale alla Scuola e Assessorato comunale per la Cittadinanza sociale con la segreteria tecnica del CeSVoP.

A descrivere il movimento suscitato dal patto e dal percorso per Palermo Città Educativa è proprio l’assessora alla scuola Barbara Evola: Il processo di attenzione all’infanzia e all’adolescenza avviato dall’Amministrazione comunale ha avuto un grande passo in avanti con la nomina del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, primo in Sicilia, e fra i primi in Italia. Con questo evento siamo ad un altro importantissimo passo: un’iniziativa che coinvolge tutta la città nella sua complessità, per condividere obiettivi e percorsi che possano ricostruire il tessuto lacero della nostra comunità e ripensare Palermo come città educativa a tutti i livelli.

Mentre Agnese Ciulla, assessora per la cittadinanza sociale, evidenzia gli aspetti più amministrativo-politici: Questa manifestazione pone e al centro della programmazione politica i diritti di bambine e bambini, quindi il futuro della nostra comunità. In un momento di grandi emergenze sociali è importante programmare anche attraverso l’ascolto e la partecipazione di istituzioni pubbliche e private. La sfida importante consisterà nell’armonizzazione e integrazione della pianificazione nell’interesse esclusivo di cittadini e cittadine grandi e piccoli.

Tutti gli eventi del festival e le iniziative legate a «Palermo 2015 Città Educativa» si possono conoscere attraverso il sito dell’iniziativa www.palermoeducativa.it e quello del Comune di Palermo. Inoltre, filmati, streaming video, ricerche, dati, documenti e informazioni saranno diffusi anche grazie ai social network (gruppo facebook palermoeducativa; twitter #palermoeducativa; youtube palermoeducativa…).

Per tutta la cittadinanza, appuntamento al 5 gennaio 2015 in Piazza Pretoria a partire dalle ore 10,30.

Ecco di seguito il Patto Educativo che verrà sottoscritto dalle parti:

locandina patto educativo URL IMMAGINE SOCIALPATTO EDUCATIVOPER LA CITTA’ DI PALERMO

Premesso che l’Educazione sia da considerarsi un “Bene Comune”  e che:

  •  tutta la Città  Educa per mezzo delle sue istituzioni tradizionali, delle sue proposte culturali ed anche per mezzo della sua pianificazione urbanistica, delle sue politiche ambientali, dei suoi mezzi di comunicazione, del suo tessuto produttivo e delle sue imprese;
  • la città che educa è una città che reinventa e valorizza le relazioni. I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, i giovani e le giovani hanno bisogno di sviluppare competenze all’interno delle proprie comunità, sia tra loro che con gli adulti e non saltuariamente, ma nella pratica quotidiana;
  •  la città che educa è una città partecipata e, una città partecipata, è democratica, i meccanismi partecipativi insegnano e rafforzano la democrazia. La democrazia si impara attraverso la pratica, non può essere insegnata. L’idea di una democrazia forte si costruisce abitando luoghi dove le persone non sono legate solo da un contratto sociale, ma soprattutto da attività partecipate comuni: da questo si imparano i valori civili, lo scambio reciproco, la solidarietà , quello che i sociologi oggi chiamano “capitale sociale” cioè la consapevolezza dell’appartenenza a un contesto, dell’importanza delle relazioni orizzontali tra le persone, delle relazioni non gerarchiche e necessarie ma scelte e informali, dei beni condivisi come beni comuni di cui prendersi cura;
  •  la città che educa è una città sostenibile. Se noi intendiamo la natura come lo spazio di vita e di realizzazione dell’uomo, allora dobbiamo dire che l’uomo, per vivere bene deve essere coerente a questo ritmo della natura. Ma diciamo anche di più, che l’uomo egli stesso è momento della natura e non signore della natura. Allora da questo punto di vista c’è una dimensione di euritmia, di conformità ai ritmi della natura, la riscoperta della connessione originaria che c’è tra natura ed etica;
  •  la città che educa non è solo una questione “da insegnanti”, anzi! Quando parliamo di città educative dobbiamo ricordarci che i bambini sono degli ottimi educatori gli uni per gli altri molto più di quanto gli adulti non riescano ad essere e dobbiamo evitare l’errore che le scuole e gli insegnati siano le risorse più importanti nel nostro discorso. Imparare e insegnare sono attività reciproche;
  • la città che educa assume il cambiamento nel suo straordinario valore educativo; le città hanno una storia, un presente e un futuro. Va incoraggiato il bisogno della gente, dei bambini, ad essere attori del cambiamento, ma anche a guardare al passato, ai cambiamenti che già ci sono stati nel tempo. Per questo occorre più discussione tra le persone anziane e i giovani sul futuro e sul passato;
  •  la città che educa non relega l’educazione ai luoghi specifici, ma educa con le sue strade, con le sue piazze, con la sua segnaletica, con i suoi interventi di moderazione del traffico, con i suoi parchi, con le sue scelte urbanistiche;
  • La città che educa non è una che vale per tutti, è complessa come l’umanità che la abita, non è sintetizzabile. E’ capace di essere molteplice perché è un luogo dove è possibile vedere cose e modi di vivere differenti, in modo non riducibile ad un’unica immagine.
  • Il Sindaco del Comune di Palermo, il Magnifico Rettore, gli Enti e Le Associazioni riportate nell’elenco allegato al presente provvedimento per farne parte integrante
  • Sottoscrivono il presente accordo e si impegnano ad attivare un Laboratorio Partecipato con i seguenti Obiettivi:
  • CREARE legami ”RETE” tra i soggetti che in città si occupano di inclusione, intercultura, educazione formale, informale e non-formale, tramite uno sguardo sulle città, sui luoghi dove più si apprende, che educano a esplorare, capire, dibattere, provare, incontrare, domandare;
  • INDIVIDUARE un metodo “ecologico” e un modello organizzativo per determinare obiettivi integrati ed adeguati alle condizioni dell’ambiente circostante, alle caratteristiche delle comunità o ai diversi gruppi culturali, partendo da una lettura ragionata dell’esistente, condotta scientificamente, che possa offrire un quadro su cui pianificare l’intervento pedagogico di educazione permanente;
  • REALIZZARE un progetto educativo della città di Palermo che favorisca la cittadinanza attiva, sviluppi il senso di appartenenza sociale e culturale alla città, favorisca (come in un cantiere aperto) lo scambio di esperienze pubbliche e private di riflessione su metodologie e sperimentazioni formative.

Alla fine del laboratorio educativo partecipato, dopo aver analizzato le proposte e i modelli risultanti dalle diverse fasi del Festival della Città Educativa, gli Enti firmatari del suddetto Patto Educativo assumeranno l’impegno di aderire al progetto educativo della Città di Palermo identificando il ruolo e le azioni di rispettiva competenza da realizzare

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