Palermo – Il punto della situazione su agricoltura e pesca in Sicilia. Sabato 20 febbraio si è svolto presso il Teatro Politeama a Palermo un incontro dal titolo “Orizzonti di sviluppo – Mare Terra”.
L’assessorato regionale Agricoltura e Pesca insieme con il Ministero per le Politiche agricole hanno promosso la manifestazione, alla quale sono intervenuti Antonello Cracolici (assessore regionale all’Agricoltura), il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta e Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
Occasione dell’incontro, la presentazione del nuovo PSR (Programma di Sviluppo Rurale) e il nuovo Feamp, cioè Fondo Europeo Affari Marittimi Pesca 2014/2020.
I fondi europei impegnati per i rispettivi progetti sono di 2 miliardi e 200 milioni di euro per il primo, e 150 milioni di euro per il secondo.
Durante l’intervento l’assessore regionale Cracolici ha, infatti, evidenziato come quest’ultimi rappresentino opportunità di rilievo per la nostra terra.
“Abbiamo voluto ridare una dimensione politica alla programmazione agricola della nostra regione, innanzitutto rispondendo alla domanda diffusa di semplificazione; introducendo nuovi criteri sui bandi per accorciare i tempi burocratici e dare risposte efficaci. Ma puntando anche su elementi di rigore, infatti chi sfrutta il lavoro nero sarà escluso dal PSR, così come dichiariamo guerra alle agro mafie. In tal senso ci impegniamo a costituire un tavolo a Ragusa con tutti i rappresentanti: economici e istituzionali e dello Stato”.
Ha poi voluto sottolineare il valore e il pregio dei prodotti agro-alimentari e ittici di marchio siciliano:
“Guido questo assessorato da 100 giorni, e ogni giorno mi rendo conto che la Sicilia è migliore di come la raccontiamo: dobbiamo puntare sui gioielli della nostra terra e del nostro mare, dobbiamo puntare sulle eccellenze, sulla qualità e sulla tracciabilità per superare ogni concorrenza. Al tempo stesso la politica deve fare la sua parte a Roma e a Bruxelles, come in Sicilia. Qualcuno ad esempio vuole convincerci che nel Mediterraneo ci sono pochi pesci e che il problema si possa risolvere eliminando i pescatori: questa è una sciocchezza detta da chi non conosce né la Sicilia né il Mediterraneo. Tra le regioni europee, solo la Sicilia, ha varato 10 piani di gestione per tutelare il suo mare. Il Mediterraneo non è solo il mare dell’immigrazione, è un mare che offre lavoro, identità, vita”.
Presente all’incontro il governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, il quale ha precisato che: “Noi non ci aspettiamo da parte dell’Europa una politica protezionistica, ma una politica in cui il libero mercato sia veramente tale, dove non si facciano accordi internazionali che penalizzino la Sicilia o il Sud che vivono di produzione agricola”.
“Ad esempio, gli accordi con il Marocco e altri paesi dell’area mediterranea, nel 2008, con il quale l’Europa poteva esportare i prodotti di alta tecnologia e permettere l’importazione di prodotti agricoli provenienti da quegli stessi paesi, hanno portato un vantaggio per l’economia del Nord Europa (Germania, Olanda, per esempio), ma certamente hanno creato un danno alla Sicilia, e non solo, ma a tutte quelle realtà che vivono di agricoltura, come la Grecia o la Spagna. Se l’Europa pensa di aiutare questi paesi, non lo può fare, però, a danno dell’economia della Sicilia, e del Sud, ma deve adottare delle misure risarcitorie che invece non ci sono state.” – ha aggiunto il presidente Crocetta -.
“La nostra battaglia è per un’agricoltura che diventi una delle migliori d’Italia e d’Europa, che poi già lo è; quello che vogliamo è che, una serie di balzelli e strumenti che l’hanno vessata vengano rimossi. Per ciò che riguarda la pesca,abbiamo una flotta peschereccia incredibile che segna la nostra economia, d’altro canto, però, queste politiche di settore creano un danno alla Sicilia, grazie alle direttive europee che non tengono conto della nostra realtà; quindi va aperto un negoziato con Bruxelles. Dobbiamo pensare ad una formazione professionale vera, con il sostegno anche dell’Università, delle associazioni agricole della regione; ciò per aiutare i giovani che vogliono investire nell’agricoltura” – ha poi concluso il governatore -.
L’evento è stato presenziato dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina.
“Parto da qui, da quello che ha detto, in maniera semplice e straordinaria, Umberto Eco, uno dei grandi italiani di questo tempo di cambiamenti: “La conoscenza reciproca delle culture è una delle chiavi per salvarci e per capire la prospettiva”. Bisogna leggere la questione agricola siciliana e mediterranea, nel tempo in cui viviamo; se non ci sforziamo di capire il nuovo quadro di riferimento nel Mediterraneo, per l’Italia e la Sicilia, non potremo capire quali vie nuove si profilano per le politiche agricole. L’esperienza agricola rappresenta l’epicentro, seppur con diversi elementi forza, di un problema non solo locale e regionale, ma anche nazionale – ha continuato il ministro – perché va letta dentro il tempo nuovo della globalizzazione. Il mio primo obiettivo è tutelare l’esperienza di vita, prima ancora che il reddito, di migliaia di persone che hanno deciso di scommettere sull’esperienza agricola, non perché vogliono sopravvivere, bensì vivere. Bisogna avere un’agenda fitta di cose da fare per tutelare il reddito di chi vive di agricoltura. Una delle nostre iniziative politiche a tal fine è stata l’abolizione dell’Imu e dell’Irap – ha affermato Martina – non solo un’ipotesi propagandistica, ma un modo per alleggerire la pressione fiscale in questo settore. Uno dei temi principali è la riorganizzazione della catena del valore, in uno dei settori più esposti al rischio di una competizione sregolata, come l’ortofrutticolo. Ma non solo. E’ importante riorganizzare proprio il modello, sapendo che abbiamo qualità agro-alimentari siciliane e nazionali riconosciute nel mondo; ma la qualità senza organizzazione non funziona. Come riorganizzarci? Il lavoro sul Programma di Sviluppo Rurale risponde a questo obiettivo. Ci sono nuove tecnologie – ha inoltre precisato Martina – esperienze e un sapere nuovo che può essere molto utile sfruttare. Ad esempio, sino a qualche tempo fa, parlare di multi-funzionalità agricola sembrava poco comprensibile. Adesso, una delle migliori eccellenze, proprio in questa regione, è rappresentata dall’esperienza agrituristica. A questo punto, è da ritenersi sostanziale creare un’alleanza forte, un fronte comune con i paesi della sponda sud-europea (Grecia, Spagna, Portogallo), un grande vertice per discutere di politiche euro-mediterranee, affinché possano cambiare i termini di alcune scelte fatte dall’Europa in termini di cooperazione”.
TRINACRIANEWS.EU HA POSTO ALCUNE DOMANDE AL MINISTRO MAURIZIO MARTINA:
Quali azioni in particolare il Governo deve intraprendere per il settore in Sicilia?
Stiamo lavorando bene con l’assessore Cracolici e con la Giunta, abbiamo una grande occasione che è la programmazione europea sia sul versante della pesca che sul versante agricolo. Abbiamo un PSR molto importante; dobbiamo valorizzare le qualità agroalimentari. Ma insisto su un punto in particolare: dobbiamo organizzare con strumenti nuovi l’impresa agricola siciliana. Un esempio molto concreto dato dall’esperienza vitivinicola siciliana; sino a qualche anno, non ci scommettevano in molti, oggi il vino certamente, insieme all’olio, è la produzione agricola che esprime la forza di questa regione: è la dimostrazione che si può fare. Se ci lavoriamo insieme.
I fondi europei sono importanti?
Decisivi. Dobbiamo spendere bene queste risorse. Non a casaccio, dobbiamo orientarci, ad esempio con la programmazione regionale, su scelte strategiche, fare un lavoro organizzativo e cambiare passo su alcune partite. Pensate a come affrontare certi cambiamenti climatici che insistono in Sicilia; in tal senso, bisogna utilizzare meglio alcuni strumenti, come le assicurazioni per proteggere i nostri agricoltori.
Trinacria news.eu ha intervistato l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici.
Cosa prevede in particolare il PSR?
Ci sono circa la metà delle risorse per consentire a questa terra di essere la più pulita d’Europa; noi siamo la terra dove c’è la più grande estensione di coltivazione con il metodo biologico; abbiamo oltre cinquanta DOP, IGP, (quindi, qualità dei nostri prodotti) e fare di questo, un valore aggiunto rappresenta una priorità. Dall’altro lato, bisogna organizzare la rete dei produttori, sforzarci di portare i giovani nell’agricoltura, e questa è la grande sfida di questo PSR, perché c’è bisogno di giovani professionalizzati, tecnici in grado di produrre, ma anche di sapere fare impresa, agricoltori che siano anche imprenditori.