Palermo, 31 marzo- Alla luce della chiusura dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, prevista per oggi, il comitato StopOpg ha scritto al presidente della regione e all’assessore regionale alla sanità per chiedere un incontro nel cui ambito affrontare le problematiche aperte. Per l’attuazione del Piano strategico sulla salute mentale il Comitato chiede l’istituzione di una cabina che “verifichi la definizione e attuazione dei piani locali di salute mentale coinvolgendo tutti gli attori sul territorio”. Il Comitato scrive anche che “in questa battaglia di civiltà non basta concentrarsi sulle strutture dove trasferire gli internati, ma occorre anche consentire la continuità delle cure e dell’assistenza e distribuire lo sforzo economico anche in tal senso”. Il comitato StopOpg chiede in tal senso che “le risorse destinate dal governo centrale non siano usate per realizzare due nuove Rems, superflue, ma siano riconvertite nella riqualificazione dei servizi, per l’ampliamento delle dotazioni organiche e la realizzazione di più progetti budget – salute”.
Con la chiusura dell’Opg di Barcellona meno di 40 persone dal 1^ aprile saranno trasferite nelle Rems (residenze sanitarie per misure di sicurezza) già ultimate a Naso e Caltagirone; meno di 50 sono i degenti che devono essere presi in carico dalle regioni e dai territori di provenienza e circa 60 sono i degenti siciliani presi in carico dai dipartimenti territoriali di salute mentale. “La chiusura della struttura- dice Elvira Morana, del Comitato- è un avanzamento in questa battaglia di civiltà che consegna alla società civile la pesante responsabilità di dovere gestire con professionalità i singoli sofferenti, non lasciando soli loro, né le loro famiglie”. Per il Comitato “per potere parlare di battaglia vinta occorre cominciare ad affrontare il disturbo mentale in modo globale col fine della riabilitazione e dell’’inclusione sociale”.
Di seguito il documento del Comitato e una lettera scritta da un ex internato all’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto.
AL PRESIDENTE DELLA REGIONE ON.LE CROCETTA
ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ ON.LE BORSELLINO
Preg.mo Presidente, Gent.ma Assessore,
il prossimo 31 Marzo con la chiusura dell’OPG di Barcellona P.G (come previsto dall’art. 1 della legge 81/2014) si potrà dire di avere posto fine alla storia drammatica dei manicomi criminali, dando finalmente soggettività e dignità alle persone finora internate in questi contenitori come “scarti umani”, riportando alle dimensioni giuste e umane quello che è un bisogno di salute.
Le norme per il superamento dell’OPG prevedono:
1) le dimissioni per le persone internate per le quali l’Autorità giudiziaria abbia escluso la pericolosità sociale e la presa in carica da parte dei dipartimenti dei servizi mentali (DSM) con la pianificazione di progetti terapeutici individuali volti al raggiungimento del duplice obiettivo del diritto di cura e di reinserimento sociale;
2 l’esecuzione di misure di sicurezza alternative al ricovero in OPG o Casa di Cura e Custodia, disposte dalla Magistratura presso le strutture sanitarie REMS (residenze sanitarie per misure di sicurezza). Nonché percorsi terapeutici riabilitativi.
Da informazioni assunte informalmente e da quanto riportato dai mass-media il quadro tratteggiato per la chiusura dell’OPG di Barcellona P.G, mostra che meno di 40 soggetti dal primo aprile saranno trasferiti nelle Rems già ultimate a Naso e a Caltagirone; meno di 50 sono i degenti che devono ancora essere presi in carico dalle Regioni/territorio di provenienza di Calabria, Puglia e Basilicata; circa 60 i degenti/siciliani che sono stati presi in carico dai Dipartimenti di salute mentale territoriali.
Un quadro che se confermato, consegna un avanzamento in questa battaglia di civiltà ma al tempo stesso consegna una pesante responsabilità alla Società civile, che dovrà gestire sapientemente e con professionalità i singoli sofferenti. Come diceva Basaglia una società per dirsi civile deve farsi carico della follia in forma diversa dai manicomi.
Non si tratterà dunque soltanto di trasferire e d’ora in poi fare eseguire le misure di sicurezza in strutture differenti, più accoglienti, come appositamente predisposte assicurando verbalmente che non diventeranno piccoli OPG.
Per potere parlare di battaglia vinta, questo processo va accompagnato e riguarda gli internati ma più in generale riguarda la necessità di affrontare in modo globale il disturbo mentale finalizzato alla riabilitazione e all’inclusione sociale.
In questa battaglia di civiltà non basta concentrarsi sulle strutture dove trasferire gli internati, ma consentire la continuità delle cure e dell’assistenza e distribuire lo sforzo economico anche in tale ambito. In tal senso, poiché appare superflua la previsione di realizzare altre 2 REMS per un totale di altri 40 posti letto, ancora una volta il Comitato STOPOPG Sicilia chiede che le risorse destinate dal Governo centrale siano riconvertite nella riqualificazione dei servizi, per ampliamento dotazione organiche, per la realizzazione di più progetti budget-salute.
Tanti gli interrogativi che aspettano risposta, fra i quali:
1) Se la salute è al centro prima della detenzione, come sarà articolato il controllo affidato al personale giudiziario nelle REMS ?. Lo stigma va combattuto a partire anche da questo aspetto.
2) il DCPM del 2008 relativo al trasferimento della sanità penitenziaria nell’ambito della Servizio Sanitario regionale, quando sarà recepito dalla nostra Regione? Quando si affronterà compiutamente il passaggio del personale coinvolto?;
3) risulta fondata l’ ipotesi del trasferimento di tutte le sezione di cura psichiatriche delle carceri siciliane presso l’ OPG di Barcellona P.G?
Il Comitato Stop OPG nel sollecitare l’attuazione del Piano strategico sulla salute mentale, chiede l’istituzione di una cabina di regia regionale che di pari passo verifichi la definizione e l’attuazione (da far rientrare fra gli obiettivi dei direttori) dei piani locali di salute mentale con il coinvolgimento di tutti gli attori sul territorio.
Ciò che serve è la garanzia di un’assistenza psichiatrica sul territorio sufficiente ed efficiente, non potendo immaginare di lasciare nella solitudine le famiglie a farsi carico della sofferenza quotidiana che il famigliare con disagio psichico può procurare, rischiando di impazzire a loro volta.
Riteniamo che il grido di dolore di un ex internato debba esser ascoltato (nota allegata) da tutti gli attori coinvolti nella partita del disagio mentale, affinchè in modo solerte, civile e attento siano individuate tutte le soluzioni più adeguate FUORI DA TUTTE LE MURA, ancora oggi previste.
Con la presente, Il Comitato StopOPG Sicilia chiede un urgente incontro.
Distinti saluti.
Palermo, 30 Marzo 2015
IL COMITATO STOPOPG SICILIA
(Elvira Morana)