Palermo- Il 21 gennaio è stato presentato alla libreria Feltrinelli di Palermo “Nella Terra di..Nella Terra che..”, il nuovo disco del gruppo Codice Mediterraneo, un racconto in musica, denso di impegno civile e amore per la Sicilia. Il gruppo si è esibito dal vivo, intrattenendo il pubblico con alcuni brani tratti dal nuovo album.
L’ultima fatica discografica del compositore siciliano Nunzio Ortolano, di Monica Giannone (flauto e voce) e Adriano Fazio (violoncello) è nata quasi per caso, per un progetto scolastico, che invitava a parlare delle stragi di mafia. In effetti, il cd si muove su due binari paralleli. Una Sicilia più cupa e violenta, La terra di…, la terra di Falcone e Borsellino, permeata di dolore e omertà e una Sicilia più solare e positiva, La terra che…, con i suoi odori e sapori. Una terra orgogliosa, che incatena a sé i propri figli.
Nato nel 2009 per volere di Nunzio Ortolano e grazie al sostegno dell’editore Piero Michi (Edizioni Musicali Wicky), Codice Mediterraneo utilizza e reinventa un linguaggio strettamente legato alla Sicilia e alla sicilianità, che traspare non solo dall’uso del dialetto, ma anche dalla scelta dei temi e delle sonorità legate alla tradizione popolare, che rivelano un forte senso di attaccamento alla propria terra e alle proprie radici.
Il disco contiene una sequenza di 12 brani in cui si alternano musica, canto e testi recitati in lingua italiana e in dialetto, dell’autrice Giusi Conti. Con Giusi ci conosciamo da vecchia data. Io avevo già scritto questi brani. Nel farglieli ascoltare, comunque, vedevo, notavo che venivano fuori delle esternazioni, che erano molto attinenti con ciò che io cercavo di descrivere. L’ho invitata a quel punto a raccontare e descrivere in modo teatrale quello che stava provando.– ci ha raccontato Nunzio Ortolano. Tra i testi degno di nota lo sfogo struggente di una donna, che ha perso il marito per mano mafiosa: Ti ho perso e ti ho perso due volte. Ti ho perso perché non sei più accanto a me, ma talvolta mi accorgo, che ti ho perso anche negli occhi della gente. È uno strano destino quello delle vittime di mafia. Prima il vuoto attorno a te e poi l’insabbiamento. Sì, potrebbe essere stato ammazzato per questo, ma sai aveva debiti, era un fimminaro, si sciarriava sempre, era superbo, non si faceva i fatti sua. Non si faceva i fatti sua. Il seme del dubbio si insinua e l’eroe non è più tale. Qualcosa ne macchia la memoria. La mafia non vuole che i suoi morti ammazzati diventino eroi. La mafia vuole che i suoi morti ammazzati vengano dimenticati, perché la mafia teme le coscienze. Non c’è solo dolore in queste frasi, ma anche la speranza di un riscatto, che passa attraverso la memoria e il risveglio della società civile.
I ritmi struggenti e malinconici dei primi brani lasciano presto spazio a ritmi più incalzanti e avvolgenti, come accade nel brano Ninna Nanna, cantato da una madre al proprio figlio. Una ninna nanna all’incontrario, non per farlo addormentare, ma per arruspigghiarlo, svegliarlo, perché vivere in Sicilia a volte può essere pericoloso, non per la mafia o la criminalità, ma perché Cu nasci in Sicilia certi voti po’ crescere scuraggiato, lagnuso, stanco. Stanco di aviri sogni grandi e poi e poi ti siddia. Ti siddia annagghiarli.
Eccezionale, la performance di Monica Giannone con la sua voce calda e potente, che entra nell’anima e ti ammalia come il canto di una sirena, che guida lo spettatore verso la riscoperta di sensazioni ed emozioni nascoste, che esplodono infine in un cantu d’amuri, (la canzone che chiude l’album), un canto gioioso e liberatorio, una dichiarazione d’amore sconfinato per questa terra.
Si ringrazia per le foto Francesco Giacalone.
Nunzio Ortolano
(Montemaggiore Belsito, 1967). È un compositore e direttore d’orchestra italiano. Dal 2001 collabora in esclusiva con le Edizioni musicali Wicky lavorando su progetti musicali innovativi. Molte delle sue opere pensate per la banda, richieste, con arrangiamenti personalizzati, per organici molto differenti che vanno, dal gruppo di ottoni passando dagli ensemble di archi fino all’orchestra sinfonica. Ha collaborato con i Panormus Brass ed è stato direttore artistico del cd Dalla A alla Zisa (2005). Per la serie Musica e Teatro inserita nella collana Wicky Art Project ha composto: Il Bambino e la Guerra (un manifesto contro la brutalità del mondo adulto) Epistola di Sadi, il Cane e il Cavallo e Candido (su testi di Voltaire) il Panciotto fatato (su una novella di Nicola Milazzo) Variazioni su Old Mac Donald’s theme (su testo di Marco Manera). Molti suoi lavori vengono scelti come brani d’obbligo in concorsi musicali.
Queste le domande che abbiamo rivolto al Maestro Nunzio Ortolano
- Maestro può spiegarci il titolo di questo nuovo cd come mai avete scelto questo titolo e perché i puntini di sospensione? Qual è il significato?
- Il cd contiene 12 brani dal sapore tutto siciliano, in cui la musica e il canto si alternano a brani recitati, racconti in lingua italiana e in dialetto dell’autrice Giusi Conti, che abbiamo visto stasera. Come è nata questa collaborazione con Giusi Conti?
- Dai suoi lavori sembra trasparire un rapporto con la Sicilia intenso anche a tratti forse malinconico, ma c’è anche una forte sinergia con Monica Giannone e con Adriano Fazio. Da cosa deriva questo affiatamento secondo lei?
- C’è un brano a cui lei è particolarmente legato?