“La Sicilia degli ultimi anni ha perso tutte le scommesse. Per questo siamo qui. Per chiederne il senso al governo della Regione e alla classe politica dell’Isola. Ne prendano atto.. Mettano in conto di restituire la parola ai siciliani”. Così Mimmo Milazzo, segretario della Cisl regionale, nel giorno della manifestazione organizzata dai sindacati siciliani a Palermo sull’hashtag #LaSiciliaAffonda. Quindicimila persone di ogni parte della Sicilia, secondo Cgil Cisl e Uil, che hanno attraversato Palermo, da piazza Marina a piazza Indipendenza dov’è la presidenza della Regione. Per Milazzo, a essere stata persa è la scommessa dell’occupazione. “A lavorare in Sicilia è solo il 25% dei cinque milioni di siciliani. E stando a Eurostat, siamo gli ultimi in Europa per tasso d’occupazione”, afferma. Ma la Sicilia è maglia nera nel continente europeo, denuncia il segretario, pure per Neet, i giovani tra 18 e 24 anni che non lavorano né studiano o seguono corsi di formazione. “Da noi sono più del 40%, la media europea si ferma al 16%”. Poi, per la Cisl c’è “il buco nero della povertà”. “Nell’Isola – rimarca Milazzo – sono appena 1.182 i siciliani che guadagnano più di 500 mila euro l’anno contro le 250 mila famiglie in condizioni di povertà assoluta, cioè al di sotto del livello minimo di sussistenza”. E anche questo è un dato che non ha eguali in Europa. Insomma, questi numeri rivelano “il fallimento storico, politico ed economico, della classe dirigente e politica dell’Isola”, tuona la Cisl. E questa è la ragione per cui, sottolinea, i sindacati siciliani oggi danno il via a una mobilitazione che continuerà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Stamani, sono scesi in piazza assieme per la prima volta, per una manifestazione regionale, da quando nell’ottobre 2012 Crocetta è stato eletto presidente della Regione. “Più di tre anni sono passati da allora ma il governatore e i suoi governi – ripete il segretario – non sono stati in grado di riformare la pubblica amministrazione, di riorganizzare la macchina delle istituzioni, di condurre in porto riforme fondamentali, dalle ex Province alla formazione alle Partecipate a settori strategici come l’acqua e l’energia per non parlare dei rifiuti”. Sui rifiuti, uno dei settori-simbolo del degrado politico e sociale dell’Isola, lo stato d’emergenza chiesto in questi giorni a Roma dal governo regionale ha il sapore di vere e proprie “lacrime di coccodrillo”, commenta il numero uno della Cisl rimarcando che la Sicilia è diventata ormai un “termine di paragone negativo” nel Paese. Appena un paio di giorni fa, osserva Milazzo, nel corso di un convegno a Roma, il vertice del Corepla, un consorzio nazionale per il riciclaggio, ha additato la Sicilia come “’la situazione più critica in Italia’ sul piano della raccolta differenziata e del recupero dei materiali”. Un bel record. Che, certo, va condiviso in parte con i governi del passato. Ma che è anche, in parte, responsabilità delle lentezze e delle incertezze del presente. Pertanto, “il Governo, l’Ars, i partiti, aprano una fase nuova: facciano dei 70 anni dell’Autonomia l’occasione di una reale svolta”, insiste la Cisl.