La mostra “Non luoghi” del fotografo Michele Di Donato, allestita all’interno dell’ampio Spazio Eventi, al quarto piano del Mondadori Megastore a Palermo, è stata inaugurata lo scorso 20 maggio, prorogata fino al prossimo 4 giugno 2017 su richiesta della Mondadori, resterà liberamente visitabile dal pubblico tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 20.30.
Nel corso della presentazione della “Personale”, curata e presentata da Vincenzo Cucco, Responsabile anche del Settore Fotografia dell’Associazione Culturale Enzo La Grua, il numeroso e competente pubblico ha avuto modo di ascoltare la dettagliata analisi del Critico d’Arte prof. Piero Longo e un intervento dello stesso autore delle opere.
A differenza delle consuete documentazioni fotografiche relative ai paesaggi urbani che, solitamente, rappresentano il degrado e denunciano il malessere sociale affrontando le problematiche di una determinata area geografica, l’accurato reportage di Michele Di Donato propone trentacinque immagini in bianco e nero, con le quali il fotografo di origine pugliese ha esplorato, in momenti diversi, ambienti mitteleuropei e quartieri “italici”, ottenendo creative fotografie “concettuali” che non hanno il compito di trasmettere le consuete informazioni destinate ad arricchire il bagaglio culturale, storico, geografico o letterario di chi le osserva, dal momento che esse sono in grado di creare delle atmosfere affrancate dalle barriere spazio-temporali e percepibili direttamente a livello di suggestioni interiori.
Gli ambienti reali, costruiti per soddisfare le esigenze abitative del mondo contemporaneo, costituiscono solo il punto di partenza di una efficace ricerca artistica. Tra portici, garage e sottopassaggi, dove i contrasti sono più forti e la luminosità è estremamente ridotta, le immagini ottenute da Di Donato iniziano a scostarsi dalla realtà contingente. Un inevitabile effetto “mosso” trasforma i soggetti inquadrati in sagome incerte e, gli scatti notturni, riducendo ogni cosa a forme bianche su sfondo scuro, inducono a riflettere sull’eterno dualismo tra “bene e male”. I lavori esposti comunicano, inoltre, una certa inquietudine ed una sottile provocazione, che non spaventa, anzi affascina l’osservatore. La dimensione illusoria alla quale appartengono i “non luoghi” è difficilmente descrivibile, tuttavia, attraverso le “visioni creative” in mostra, può venire percepita distintamente.
Le moderna raffinatezza e l’eleganza delle stampe, oltre che l’interesse suscitato dalla sua produzione editoriale, evidenziano la notevole padronanza tecnica che ha consentito a Michele Di Donato di ottenere meritati riconoscimenti e premi prestigiosi sia in Italia che all’estero.
(Andrea di Napoli)