Si è svolto sabato 17 Settembre presso l’Hotel La Torre a Mondello (Palermo), un convegno sull’olio extravergine siciliano. Un’iniziativa organizzata dal CO.FI.OL (Consorzio della Filiera Olivicola), giunta alla sua X edizione, dal titolo “L’isola del Tesolio” (Olio IGP Sicilia e aggregazione di filiera. Una scommessa vincente).
Appunto il recente riconoscimento del marchio IGP (indicazione geografica protetta) da parte della Commissione europea per l’olio siciliano, è stato il punto di attenzione per i relatori, i produttori e gli addetti ai lavori presenti all’evento.
IGP, infatti vuol dire tracciabilità del prodotto, lungo tutta la filiera di produzione e quindi, più tutela per il consumatore. Ma anche garanzia per il produttore di aziende olivicole, che si vedrà riconosciuto il marchio di qualità ed eccellenza nel mercato interno ed estero.
Importante obiettivo per il futuro è l’incremento ed il rilancio nel mercato europeo e internazionale, del prodotto olivicolo siciliano, partendo dal dato statistico che, secondo gli ultimi report, solo il 10% della produzione in Sicilia, (50 mila tonnellate circa) viene commercializzata fuori dal territorio nazionale.
Una giornata ricca d’interventi, dedicata interamente all’oro verde della nostra Sicilia, e a coloro che quotidianamente operano nel settore olivicolo.
Sono intervenuti al dibattito, moderato da Felice Cavallaro, Annamaria Buccellato, Presidente del CO.FI.OL, Alessandro Chiarelli (Presidente Coldiretti-Sicilia), Manfredi Barbera, Amministratore unico Manfredi Barbera & figli S.p.a. Inoltre, hanno partecipato alla discussione, il Direttore Acquisti Coop Alleanza 3.0, Giorgio Gabrielli, il Rettore dell’università di Palermo, Fabrizio Micari, L’On.Michela Giuffrida, (parlamentare europeo e unico componente siciliano della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale a Bruxelles) e l’ On.Antonello Cracolici, Assessore regionale Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca mediterranea.
TRINACRIANEWS HA INTERVISTATO L’ON. MICHELA GIUFFRIDA, EUROPARLAMENTARE CON DELEGA ALL’AGRICOLTURA.
D. Un grande successo per la Sicilia. Il suo impegno è stato fondamentale. Un iter complesso. Perché?
Un iter lungo e difficile. Tant’è vero che, quando sono diventata parlamentare europea, era praticamente bloccato. La storia dell’IGP, inizia prima del mio mandato, con una documentazione che aveva delle problematiche, e con molto scetticismo, quello della Commissione europea, che non voleva riconoscerci questo marchio. Appena arrivata in Parlamento europeo, considerato che era comprensibile a tutti, l’importanza di questo riconoscimento per la nostra agricoltura e per, l’olivo-cultura in particolare, mi sono interessata sin da subito, quale unico componente siciliano della Commissione Agricoltura, per capire quale fosse il problema. E così abbiamo rimesso sui binari giusti questa richiesta, questa documentazione inviata, e abbiamo risposto a tutte le problematiche sollevate dalla Commissione. In sostanza, il problema era che la Commissione riteneva la Sicilia troppo grande, per avere un solo marchio che raggruppi addirittura sei cultivar. Li abbiamo convinti. E infatti sulla Gazzetta Europea di ieri è stato sancito che, quest’olio ha delle particolarità uniche. Così siamo riusciti ad ottenere un marchio che ci porrà a riparo da diverse problematiche che ci sono sui mercati e non farà altro che certificare un prodotto di qualità, di eccellenza, nell’interesse dei consumatori che in fin dei conti chiedono questo. Quando votai no all’import di olio tunisino in Europa, dissi proprio questo: se fossimo riusciti ad avere questo riconoscimento, certamente non ci avrebbe neppure sfiorato quella ricaduta di olio tunisino che stava per arrivare anche qui da noi, anche perché deve essere chiaro che non arriva solo qui in Italia, bensì in Europa.
D. L’Europa si sta accorgendo adesso delle eccellenze della Sicilia?
Non è che l’Europa non si accorga della Sicilia. E’ che spesso la Sicilia non riesce a far valere i propri diritti; ho sempre affermato che un deputato europeo serve proprio a questo: cioè a collegare il territorio siciliano con la politica di Bruxelles, a rappresentare al meglio gli interessi della propria gente, della propria economia, del proprio territorio. Ecco perché ritengo di aver fatto semplicemente il mio dovere, e nello stesso tempo sono doppiamente felice, perché questo riconoscimento è arrivato proprio ieri; proprio nella giornata di ieri si è concluso l’iter con la definitiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ed è arrivato proprio durante questo appuntamento. “L’isola del Tesolio” è proprio questo: un tesoro che dobbiamo coltivare, uno dei nostri tesori, l’oro verde. Adesso possiamo vincere nei mercati internazionali e mondiali, però il compito della politica è finito. Adesso è giunto il momento di saper coordinare, ad esempio da parte dell’ IRVOS, e di certificare (compito che spetta ai produttori), altrimenti questo marchio non servirà proprio a nulla.
TRINACRIANEWS.EU HA POSTO ALCUNE DOMANDE ALL’ASSESSORE REGIONE SICILIA, AGRICOLTURA, SVILUPPO RURALE E PESCA MEDITERRANEA, ANTONELLO CRACOLICI.
D. Cosa rappresenta l’iniziativa di oggi?
Certamente è una manifestazione importante, che si ripete ogni anno.
In particolare, quest’anno coincide con un momento esaltante per la Sicilia, cioè il riconoscimento e la registrazione del marchio IGP, che darà, e questo è l’auspicio di tutti, un valore aggiunto al nostro olio ed una capacità di commercializzazione più incisiva rispetto a prima, di uno dei prodotti fra i più diffusi della nostra terra.
D. Cosa significa ottenere il marchio IGP?
Vuol dire avere un’occasione straordinaria per veicolare il territorio, ma soprattutto i prodotti del nostro territorio. Già la Sicilia stessa rappresenta un brand assolutamente in grado di arrivare dovunque, perché viene associata al mondo della genuinità, della tipicità, oltreché alla bellezza, al sole e al mare.
IGP non vuol dire solo marchio, ma anche avere un disciplinare di produzione certo e qualificato. Vuol dire che la produzione, la trasformazione, le metodologie utilizzate, insieme al risultato finale del prodotto, cioè il grado di purezza o l’acidità dell’olio, sono parametri che devono essere vincolati ad un disciplinare.
Il consumatore sarà in grado di scegliere così, non solo in funzione del prezzo, ma anche in funzione della qualità garantita.