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Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno IV - Num. 25 - 05 dicembre 2016 Politica e società

“LEGAMI” violenza e relazioni d’intimità. Convegno contro la violenza di genere

Violenza sulle donne un tema da tenere sempre vivo e presente per poterlo sconfiggere

di Redazione TrinacriaNews

legami URL IMMAGINE SOCIALPalermo – L’Associazione ComeUnaMarea Onlus in occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” e dei “16 Giorni di Attivismo Contro la Violenza di Genere” ha posto in essere l’iniziativa “LEGAMI” violenza e relazioni d’intimità con la realizzazione, il 25 novembre 2016, di un convegno presso la sede istituzionale della Città Metropolitana di Palermo (palazzo Comitini) e, il 26/29  Novembre 2016, presso  Istituto Superiore Statale “Mario Rutelli” di  un’incontro/confronto con gli studenti delle ultime classi degli indirizzi  turismo, liceo scientifico e geometra.

Il Convegno ha riunito professionisti che a vario titolo si occupano di violenza di genere.

Dopo i saluti del Rappresentante dell’Istituzione ospitante, il Presidente dell’associazione ComeUnaMarea Onlus Concetta Bruno ha aperto i lavori introducendo i temi oggetto dell’incontro.

Segue la dott.ssa Francesca Rizzuto, docente in sociologia all’Università di Palermo, che interviene al dibattito con l’argomento “Violenza di prossimità e  comunicazione. Il femminicidio raccontato dai media”.

La dott.ssa Rizzuto, in primo luogo, definisce il termine “relazione prossimale” in cui aggressore e vittima sono parte di gruppi familiari o di pari, analizzando, di seguito,  le situazioni in cui all’interno della stessa trova realizzazione una dinamica reiteratamente violenta. L’intervento prosegue trattando il tema della spettacolarizzazione del “femminicidio” da parte dei media e quindi della banalizzazione della violenza.

Si sofferma sui termini “infotainment” ovvero spettacolarizzazione della realtà, “vetrinizzazione” del sociale e “patemizzazione” esasperata in cui il delitto efferato respinge ed attrae, sconvolge la quotidianità rassicurante. La dott.ssa Rizzuto conclude affermando che I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano, pertanto non bisogna essere solo spettatori ma anche attori nel risolvere i problemi alla radice.

Il secondo intervento è della dott.ssa Margherita Plaja, docente psicologa presso il Centro Armonia, che si occupa delle donne vittimizzate e della cura dei traumi subiti dalle stesse. L’esperta informa la platea sul ruolo del Centro Armonia e sulle attività che esso svolge in ambito della violenza di genere. Il centro “Armonia” è parte di una rete antiviolenza di cui fanno parte la Prefettura, gli Ospedali, i Servizi Sociali e gli Ordini Scolastici. Occorre evidenziare che i minori, vittime di violenza assistita, appartengono a tutte le fasce degli strati sociali. Il Centro si occupa di dare sostegno alle vittime procurando, in modo segreto un alloggio, assistendoli nel percorso giudiziario e garantendo l’assistenza psicologica per il superamento del trauma. Ovviamente le donne vittime che hanno minori, sono assistite in modo adeguato per evitare che le esperienze traumatiche si cronicizzino e che interiormente i bambini sviluppino l’idea di un mondo malevolo.

Le conseguenze dell’abuso si manifesta sia nel medio sia nel lungo termine. Gli esiti patologici possono essere vari, come l’uso di droghe, alcol, disturbi del sonno, ansia, dissociazione, tentativi di IMG_2374 OKsuicidio e depressione. I minori, diventati adolescenti, spesso presentano aspetti depressivi. Un altro aspetto da considerare è l’abbassamento delle difese immunitarie che può sfociare in gravi malattie quali problemi cardiaci e infarto. Anche la dissociazione è una risposta al trauma. Nel breve termine quasi due anni dopo il soggetto che subisce violenza, ha un estremo bisogno di vicinanza del suo simile tanto da focalizzare sugli altri tutta l’attenzione escludendo se stessi e annullando la propria personalità con conseguenze sulla salute. La dott.ssa Plaja conclude sostenendo che la prevenzione è importante come altrettanto importante è il lavoro dei Servizi Sociali.


Interviene la dott.ssa Salvina Mastrandrea
, avvocato penalista, che disquisisce sul tema “la tutela delle donne vittime di violenza all’interno dell’Ordinamento Italiano”, citando la “ Convenzione di Istanbul” che ha valore di Trattato, può essere considerata come il più completo tra gli strumenti vincolanti per prevenire la violenza sulle donne

L’intervento si focalizza sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne in generale e in particolare verso soggetti extracomunitari di nazionalità nigeriana ridotte in schiavitù.

Questo genere di reati è sanzionato dagli 8 ai 20 anni con l’aggravamento della pena in presenza di prostituzione minorile. Alcuni reati sono perpetrati dai carnefici quando hanno dei legami anche familiari con le vittime. Occorre pertanto adottare delle misure cautelari nei confronti di questi soggetti e in special modo, se convivono con la vittima. Le recenti normative, previste dall’Ordinamento italiano, stabiliscono che le vittime di violenza possono richiedere un congedo lavorativo o anche l’immediato trasferimento. Le donne extracomunitarie hanno diritto del permesso di soggiorno.

IMG_2375 OKInterviene la sorella missionaria Anna Alonzo socia fondatrice e legale rappresentante dell’Onlus PROVI. DE. REGINA DELLA PACE che rappresenta il Centro Arcobaleno 3P della Guadagna. La stessa racconta le esperienze giornaliere delle donne vittime della violenza in generale e in particolare di “tratta” che sono accolte al Centro e delle difficoltà di intervenire nei casi che si presentano, diversi fra loro riguardo all’età e alla provenienza delle donne vittimizzate. Denuncia la mancanza di sostegno da parte delle Istituzioni pubbliche, ponendo l’accento sulla solidarietà manifestata da tutti coloro che, da volontari, che collaborano con il Centro. Sorella Alonzo, prosegue il suo intervento, ponendo l’accento sulla necessità di un lavoro di equipe per la gestione del progetto finalizzato al recupero delle vittime, di cui la maggior parte sono nigeriane, portate in Italia con l’inganno e messe in strada per farle prostituire. La loro condizione è drammatica, poiché, trovandosi in un paese straniero, in balia di sconosciuti e spesso vittime di riti vudu, non hanno strumenti per difendersi. L’intervento si conclude con un appello alla partecipazione e alla condivisione del progetto “Centro”

Segue Doris Ada, una donna nigeriana, già vittima di tratta, che fa parte dell’associazione “Donne di Benin City”. Essa porta la sua testimonianza, denunciando la realtà che le donne straniere vittime di tratta  vivono in Italia , ponendo l’accento sugli esiti drammatici degli atti di ribellione delle stesse.

La dott.ssa Livia Bellina, dottore in scienze umanistiche e patologia generale, nel suo intervento “piccoli veli e braccialetti bianchi” parla delle spose bambine che nel corso della sua professione di medico ha imparato a riconoscere. Un braccialetto bianco, messo al polso della bambina fa si che la stessa diventi automaticamente la sposa di qualcuno, anche di una persona anziana. In alcuni paese è pagata una somma (la dote) quando una donna è concessa in sposa. Se questa è bambina, la dote è più esigua. Altra ragione sta nel fatto che I familiari danno in moglie una figlia piccola per metterla al riparo da stupri. Ovviamente queste bambine sono private di un’educazione scolastica e sono obbligate a occuparsi della nuova famiglia, non escono mai di casa e quando lo fanno indossano sempre il burka. Le bambine che rimangono incinte hanno enormi difficoltà a partorire perché la conformazione fisica non è adatta a mettere alla luce un bambino. Molte di esse partoriscono da sole a diretto contatto con la terra perché si rifiutano di andare in Ospedale in quanto la loro cultura non prevede che un medico uomo possa farle partorire. La loro salute è messa a repentaglio e per tutta la vita avranno delle ripercussioni, senza contare le malattie trasmissibili che contraggono e non sono curate. I diritti umani di queste donne sono calpestati nel momento in cui si sposano. Il matrimonio forzato fa parte delle schiavitù che infesta il nostro mondo.

IMG_2400 OKInterviene il Prof. Francesco Seminara che dibatte sul tema “Prevenire la violenza sulle donne: una questione maschile”.

Nel suo intervento parla della sua scelta di appartenere a un piccolo gruppo di uomini di Palermo che, dall’idea che la violenza sulle donne è essenzialmente un problema maschile, giunge alla convinzione che la violenza è generata da problemi esistenziali e culturali. Gli aspetti da approfondire essenzialmente sono due che contraddistinguono la cultura maschilista. Questi due elementi sono modelli sociali patriarcali e maschilità ideale, in altre parole “il vero uomo” che esercita il potere attraverso la violenza sia fisica sia psicologica. Spesso quella psicologica precede quella fisica. In tali casi la violenza è la forma di rivalsa verso il potere procreativo e seduttivo delle donne che l’uomo vuole combattere. Il Gruppo del Prof. Seminara rivolge molta attenzione alle scuole, cercando di proporre ai giovani un modello alternativo comportamentale che gestisce i problemi in positivo. L’idea è quella della condivisione e autocoscienza che ribaltata in contesti differenti per età e per condizione sociale, costituisce gruppi di autocoscienza e condivisione. Il Prof. Seminara termina il suo intervento informando la platea sui Centri per uomini maltrattanti come il CAM di Firenze; il Cerchio degli uomini di Torino, e altri centri di ascolto per il sostegno e la cura.

Elisa Zarcone dott.ssa in Economia e fumettista per passione, racconta la sua esperienza di stagista al CISS Cooperazione Internazionale Sud Sud che l’ha condotta alla realizzazione del fumetto: “Contro la tratta di esseri umani-Una storia che si ripete. Insieme possiamo fermarla”

Chiude la giornata l’intervista del dott. Salvatore Tramacere  Regista e direttore artistico Cantieri Teatrali Koreja. Spiega il percorso che ha condotto alla realizzazione di “Parola padre”, spettacolo prodotto da Cantieri Teatrali Koreja nell’ambito del Progetto Archeo.S., finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliero IPA Adriatico. Lead Beneficiary Teatro Pubblico Pugliese.

A chiusura un trailer dello spettacolo.

Al convegno hanno partecipato, con la performance musicale e con letture sul tema, gli studenti Istituto Superiore Statale “Mario Rutelli”, protagonisti dei successivi incontri/confronto del 26/29  Novembre 2016.

Gli incontri, avvenuti nella sede dell’Istituzione scolastica, hanno proposto una riflessione sui fattori che, in soggetti di giovane età, possano favorire l’emergere di comportamenti violenti di genere al fine di ideare linguaggi nuovi e più efficaci per sensibilizzare i pari.

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