Catania – Sono ancora le 18:30 quando l’Aula Magna del dipartimento di Fisica e Astronomia è gremita all’inverosimile, eppure manca mezzora all’inizio della conferenza di Luca Parmitano, l’astronauta catanese “ambasciatore” del semestre della presidenza italiana dell’Unione Europea.
Alla conferenza, hanno partecipato, oltre all’astronauta di origini paternesi, il prorettore dell’Università degli Studi di Catania Alessandra Gentile, il vicedirettore del dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università degli Studi di Catania, prof. Claudio Spitaleri, il colonnello pilota Vincenzo Sicuso, comandante del 41° stormo e dell’aeroporto militare di Sigonella.
Presente anche il team “Sicilian Space Program” del quale fanno parte i siciliani Fabio Leone, Paolo Capasso e Antonella Barbera.
A introdurre gli interventi la professoressa Francesca Zuccarello, docente di Astrofisica e Astronomia.
Prima dell’incontro TrinacriaNews ha intervistato il vicedirettore del dipartimento di Fisica e Astronomia prof. Claudio Spitaleri
Un personaggio come Luca Parmitano che stimolo può dare agli studenti?
La presenza di un personaggio di primo piano come è il nostro astronauta fa capire come a queste mete si può arrivare solo con una forte conoscenza scientifica, oltre che con una capacità professionale che viene fuori dall’addestramento, ma alla base di ciò c’è la conoscenza scientifica e come tale in questo senso il dipartimento di Fisica e Astronomia è la sede naturale di quest’incontro. Gli astronauti poi sono dei navigatori dello spazio, mentre noi studiamo l’universo nei laboratori, perciò c’è qualcosa a livello filosofico che ci unisce e la cosa principale è che gli astronauti sono dei messaggeri della scienza. Per noi è molto importante fare vedere come questa parte della nostra cultura è stata dimenticata e messa da parte. Abbiamo riscontrato un successo di pubblico inaspettato che ci ha colto di sorpresa. L’università di Catania con questo appuntamento sta dando la disponibilità di dialogare con un astronauta.
Concretamente qual è la strada che deve seguire uno studente per diventare astronauta?
Lo studio è molto importante poi la costanza, l’allenamento, l’addestramento, perché qui abbiamo un misto di addestramento militare e cultura scientifica: quindi è tutto l’insieme che porta ad avere come risultato finale un astronauta che viene selezionato tra tantissimi candidati.
Finita l’intervista è iniziato l’incontro, durato oltre due ore, dove l’astronauta catanese ha raccontato, seppur su grandi linee, la sua esperienza.
Dopo i saluti e i ringraziamenti iniziali del prorettore, prof.ssa Alessandra Gentile è intervenuto il vicedirettore del dipartimento di Fisica e Astronomia, prof. Claudio Spitaleri, che ha presentato brevemente la struttura del dipartimento.
Grandi assenti invece il comandante Fyodor Yurchikhin e il flight engineer Karen Nyberg, compagni di viaggio.
Prima dell’intervento di Parmitano, toccanti sono state le parole del colonnello Vincenzo Sicuso, amico di vecchia data dell’astronauta: Il sogno viene incoraggiato da noi stessi e va accoppiato alla preparazione che significa tanta, tanta professionalità; poi dovete mettere un piccolo ingrediente che si chiama etica che ti fa rispettare chi ti sta accanto e dal quale c’è molto da apprendere – continua il colonnello – poi c’è un’altra piccola componente che è la terza, la passione, senza la quale l’obiettivo ti sfugge.
Infine è intervenuto Luca Parmitano che, dopo avere portato i saluti dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’Agenzia Spaziale Europea, ha ricordato un po’ quella che è stata la “genesi” della sua carriera: 19 anni fa io ero al Secondo anno di Accademia e di fronte a me, in un un’assemblea come questa in Accademia, c’era un uomo che ha segnato un po’ la mia storia: si chiama Maurizio Cheli, un tenente colonnello che era appena rientrato da una missione. Dico questo per dirvi che probabilmente c’è un futuro astronauta fra di voi.
Dopo questa piccola introduzione l’astronauta ha mostrato il video della sua missione. Svariati gli esperimenti compiuti dai tre astronauti nello spazio, dove anche i gesti più semplici possono risultare difficili o diversi dal quotidiano: Io non ho potuto partecipare a tutti gli esperimenti però non ho mai potuto lavare i capelli, in cambio però ho potuto sperimentare come si comporta l’acqua nello spazio, ovvero quasi come una gelatina, facendola camminare sulla mia testa.
Parmitano quindi racconta le varie esperienze avvenute sulla navicella: dall’allenamento giornaliero alla creazione del liquido intorno al casco, problematica che non si era mai verificata.
Dopo il racconto, è il momento delle domande da parte del numerosissimo pubblico intervenuto, domande su Marte, sulla Luna e in generale sulla vita da astronauta.
In merito alla sensazione di volare spiega: Non sono un poeta e non so bene spiegare cosa significa a chi non l’ha mai provato. Potrei dire che è come tornare nella pancia della mamma, ma credo che sia un po’ come la polvere magica di Peter Pan.
Alla fine della serata è stato mostrato il video del team “Sicilian Space Program”. Nel video è stato mostrato l’ironico esperimento scientifico che grazie a un pallone sonda riempito di gas elio ha inviato un cannolo ai confini dello spazio, a bordo della nave “Cannolo Transporter”.
Una serata davvero particolare all’insegna della scienza che ha coinvolto centinaia di persone intervenute per l’occasione.