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Anno XII - Num. 56 - 03 settembre 2024

Anno I - Num. 05 - 16 febbraio 2013 Politica e società

La politica non metta in liquidazione le imprese! Grido d’allarme di Confcommercio Palermo e Nazionale

di Tancredi Riina
         

Palermo – In Italia muore un’impresa al minuto – con questo verdetto shock si è aperta la giornata di mobilitazione nazionale promossa da Rete Imprese Italia, che riunisce Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani. Il 28 gennaio si sono svolte molteplici iniziative simultanee in tutto il territorio nazionale, incontri, assemblee aperte, caratterizzate da una riconsegna simbolica delle chiavi e delle autorizzazioni da parte delle imprese chiuse nell’anno appena trascorso. A Palermo la giornata di mobilitazione ha visto protagonista Roberto Helg, presidente di Confcommercio Palermo, che a margine dell’incontro alla Camera di Commercio ha fatto il punto sulla situazione siciliana e palermitana;insieme a lui anche la vicepresidente Rosanna Montalto e il direttore Vincenzo Costa.

La politica non metta in liquidazione le imprese – questo il titolo dell’iniziativa, ripreso in un grande bannerche è stato fatto calare sulla facciata del palazzo della Camera di Commercio di Palermo e che rimarrà esposto fino al 25 febbraio, data delle prossime elezioni politiche nazionali, con l’intento di servire come monito.

La manifestazione è iniziata con il collegamento streaming alla sede nazionale di Rete Imprese Italia, dove è stato proiettato un video introduttivo. Si muore di fisco recita innanzitutto il filmato: la principale accusa è rivolta all’eccessiva pressione fiscale per le imprese, pari al 56%, che si è concretizzata in 27 miliardi di euro nel 2012. Si muore di credito: e il dato è sconcertante, l’Italia è al 104° posto per l’accesso al credito da parte delle imprese. Infine, si muore di burocrazia, che in Italia è superiore del 76% alla media europea, un dato che si traduce in 120 adempimenti richiesti all’anno, praticamente uno ogni tre giorni. All’accusa verso una classe dirigente che negli ultimi anni ha permesso una tale situazione è seguita la riaffermazione del ruolo di primo piano delle imprese nell’attività produttiva italiana: pari al 62% del PIL. Rete Imprese Italia, che raccoglie due milioni e mezzo di imprese, dà lavoro a 14 milioni di persone.

Al filmato, che si è posto come un messaggio diretto innanzitutto alla prossima legislatura, è seguito l’intervento di Carlo Sangalli, presidente di turno di Rete Imprese Italia e presidente nazionale di Confcommercio, che ne ha ripreso le intenzioni, il messaggio che si vuole lanciare è che senza impresa non c’è futuro, non solo, non è possibile la salvezza dell’Italia. Il ruolo della politica resta determinante, ha proseguito Sangalli, soprattutto come comune responsabilità repubblicana, ma bisogna muovere dalle ragioni dell’economia reale.

Confcommercio manifestazioneLe nostre ragioni è proprio il titolo del documento presentato ufficialmente da Rete Imprese Italia, che illustra l’auspicio di un’Italia che divenga finalmente un paese normale – ciò significa, secondo Sangalli: un paese in cui è possibile avere certezza del diritto, disporre di infrastrutture efficienti, costi energetici secondo standard europei; un paese che consideri le piccole e medie imprese come risorsa e non come marginalità. Un paese, dunque, che punti innanzitutto sul made in Italy e sulla green economy, sull’occupazione giovanile e femminile, sul turismo e sulla cultura. Non chiediamo privilegi, ha concluso il presidente Sangalli, ma opportunità e strumenti per tornare a crescere: alla politica chiediamo parole di verità.

Di diverso tono la relazione di Roberto Helg, presidente di Confcommercio Palermo, che è partito da un dato fortemente allarmante: la previsione per il 2013 del 10% di famiglie palermitane in stato di miseria. Il quadro già dipinto dal presidente Sangalli valica così i confini delle imprese, estendendosi a una società e a una città che vive una situazione di insostenibilità, che non può che peggiorare: la già allarmante disoccupazione al 16% che, secondo le stime, salirà nel 2013 al 19,6%. Non siamo più disponibili, dichiara Helg, a pagare in Sicilia l’Irap più costosa d’Italia dopo Calabria e Campania, né a pagare nuova Ares senza che si risolva il problema dei rifiuti con una pressione fiscale reale del 56,1%, ormai diventata insopportabile. La nostra è terra di disoccupazione, continua Helg, in quanto il mercato del lavoro continua a dare segnali negativi, con una perdurante presenza di disoccupati di lunga durata, una disoccupazione che a dicembre ha superato il 31% e che nella fascia di età dai 15 ai 24 sale fino al 45%. A questo si accompagna il calo dei consumi, un 8,6% in meno dal 2008 che ci riporta indietro di quindici anni. Helg ha poi sfatato alcune illusioni che possono aver contribuito a falsare il quadro: dal successo dell’export, che al netto dei carburanti non incide più dell’1% nel PIL, alla realtà imprenditoriale palermitana, in cui la larghissima maggioranza di imprese appartenenti a categorie di minoranza – giovani, donne ed extracomunitari, che insieme fanno il 73% – sono di fatto ditte individuali, che non riescono ad affermarsi nel mercato, sparendo già dopo un anno dall’avvio dell’attività. Il dato che più dà il senso della gravità è rappresentato dal numero delle imprese con procedure concorsuali (2.988): aggiungendovi quelle in stato di liquidazione, secondo Helg risultano a rischio di chiusura 8.219 imprese. È miseria, afferma il presidente, è inutile stare a parlare di PIL e di consumi in calo.

Questa è la prova che l’attuale politica ci porta al dissesto totale, prosegue ancora Helg, quindi bisogna cambiare registro. Proprio in questi momenti storici gli Enti Locali assumono un ruolo di primo piano, con il dovere di attuare politiche amministrative sane, chiare, trasparenti, per rispondere alle esigenze della città, della popolazione e del mondo produttivo. Il messaggio rivolto alla politica è dunque chiaro: ripartire dalle imprese legate al territorio, cioè da quel tessuto produttivo che non si rassegna, che vuole continuare a produrre e dare occupazione. Non è un’impresa impossibile, anche il turismo, secondo Helg, può indicare la via della ripresa: dobbiamo certamente partire dalla catena del turismo, dove turismo per noi significa il turismo classico, ma significa anche cultura, enogastronomia, un percorso culturale-turistico che riporti Palermo al centro del mediterraneo. Bisogna agire e scegliere buone politiche, non rassegnarsi al miracolo di un turista che ti arriva la sera.

La palla passa, dunque, alla politica, in vista delle prossime elezioni. Lo striscione rimarrà a lungo visibile sulla facciata della Camera di Commercio: sarà impossibile pretendere di non averlo visto.

In alto trovate l’audiointervista proposta al Presidente Roberto Helg; queste le domande rivolte:

  1. Da cosa nasce l’idea di questa giornata di mobilitazione nazionale e quali sono le realtà e i soggetti coinvolti?
  2. Quali sono gli ostacoli e i problemi della realtà imprenditoriale nazionale e anche locale che intendete porre alla conoscenza della collettività e soprattutto delle istituzioni?
  3. Come cambia il quadro nella realtà palermitana? Ci sono più problemi e perché?
  4. Qual è la ricetta della ripresa e dell’uscita dalla crisi che intendete voi proporre?
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