Mussomeli (CL) – Scrivo ancora con dentro le orecchie il suono da Ninnaredda, una marcetta scritta appositamente per la festa della Patrona di Mussomeli, Maria S.S. dei Miracoli.
L’8 settembre, per chi mastica di storia, rievoca altri scenari, a dir poco tristi, ma a Mussomeli è il giorno più bello dell’anno e attesissimo dai paesani residenti e non. Chi scrive appartiene a questi del gruppo, “e non”, nulla di che, perché da lungo tempo risiedo stabilmente a Palermo, ma come tutti i mussomelesi, ogni anno, non manco alla sacrosanta processione, e tutti insieme attoniti, assistiamo all’uscita della Bedda Matri dal Santuario. Attoniti perché: il primo “miracolo” e già nell’uscita della statua, sembra che da un momento all’altro, la Madonna rivolgendosi ai tantissimi peccatori che l’attendono li voglia punire cadendo dai gradoni del Santuario; poi, invece, sembra sorridere e “aiuta” i devoti, che prendono il fercolo a spalla, a scendere senza affanno la pericolosissima scalinata. E’ un trionfo, un tripudio di gioia, d’amore per questa “Grande Madre” che vuol bene agli astanti, ma il suo pensiero sicuramente va ai mussomelesi sparsi per il Mondo perché possano trovare lavoro e un pizzico di benessere lontano da questa terra di Sicilia, martoriata, disillusa da sempre e tenuta in schiavitù.
Ogni anno si rinnova il rito e, apprissu, al seguito della statua si sentono i linguaggi più disparati (pardon, stavo scrivendo disperati): accenti piemontesi, lombardi, romagnoli, slang americano, australiano, tedesco, anglofono, palermitano e catanese. Sembra che tutto il Mondo si sia riunito per rendere omaggio alla Madonna dei Miracoli.!!
Nulla è cambiato da quando chi scrive, era un picciriddu ,un bambino, e seguiva la processione più per l’ennesimo gioco delle vacanze che per una convita e santa devozione. Nulla proprio nulla. Ma paroni, però, allora non c’erano le videocamere e le fotocamere digitali, i telefonini, e i tacchi alti venti centimetri, ma le belle ragazze, quelle sempre. Si usa ancora fare il cosiddetto viaggiu scanzu (seguire la processione a piedi nudi), quello continua sempre e l’8 settembre 2012, io ero fra quelli. Per grazia ricevuta o a questuare una grazia di là da venire. Io, a tempo perso, si fa per dire, perché, dedicare versi alla Madonna dei Miracoli non è mai tempo perso, e, spesso, mi riesce meglio esprimermi con dei versi sciolti e nel dialetto mussomelese che in prosa, e, per l’occasione li ho scritti ispirandomi alla Madonna. L’anno scorso non ho potuto partecipare alla festa, e l’8 settembre 2011 a Palermo per chi scrive è stata una giornata di estrema malinconia e di rimpianto per non essere stato lì a sentire A Ninnaredda.
Ecco la mia invocazione o senso di colpa che esprimo in questi miei semplici versi.
Preghiera (in fondo la traduzione in italiano)
U sacciu. Si siddiata cu mia ca l’annu passatu
un ti vinni a truvari.
U sacciu. Mi aspittavi cumu nu figgliu pirdutu.
U sacciu. Ca tuni mizzu a fudda mi vidisti
u stissu, ca un c’era.
U sacciu. Avìa a pinsari a me frati e
‘nanticchia
macari macari, puru a mia.
U sacciu. Ma figliu e ma muglieri, un ti canuscinu.
Idda, havi a Santa Rusalia
U picciriddu, fa u ministranti
n’avi tanti di chiddi santi!!
Si siddiata!!
U sacciu. Troppa confidenza mi pigliu cu tia
Oh Matri Bedda
Sta vota, vignu e ma fazzu a pidi scanzi.
Tuni u sa ca fari, vero?
Ia, ci mindi i pidi scanzi e i prighieri
a prucissioni, acchianati e sordi.
Oh, Bedda Matri Santissima, Madonna di Miraculi,
abbrazzami cumu quannu era picciriddu.
Pietro Ciccarelli
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Preghiera (traduzione)
Lo so. Sei offesa con me che l’anno scorso
Non sono venuto a trovarti.
Lo so. Mi attendevi come un figlio perso.
Lo so che tu in mezzo alla folla mi hai vsto
Anche se non c’ero
Lo so. Dovevo pensare a mio fratello
un pochino
magari magari anche a me
Lo so. Mio figlio e mia moglie non ti conoscono.
Lei, ha Santa Rosalia
Il ragazzo fa il ministrante
e ne ha tanti di quei santi!!
Sei offesa!!!
Lo so. Troppa confidenza mi prendo con te
Oh, Bedda Matri
Questa volta vengo e mi faccio la (processione) a piedi scalzi.
Tu sai cosa devi fare, vero?
Io, ci metto i piedi scalzi, faccio la salita e i soldi.
Oh Bella Madre Santissima, Madonna dei Miracoli
Abbracciami ancora, come quando ero un bambino.
Ascolta A Ninnaredda