Periodico registrato presso il Tribunale di Palermo al n.6 del 04 aprile 2012

Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno III - Num. 19 - 11 ottobre 2015 Cultura e spettacolo

Intervista a Magistrato Agliastro per Giornata Internazionale della lotta contro la violenza sulle donne

di Maria Pia Iovino

No-alla-violenza-sulle-donne URL IMMAGINE SOCIALOggetto di venerazione presso gli antichi Egizi, musa ispiratrice nell’antica mitologia greca, aiuto complementare all’uomo, secondo le tracce bibliche, tuttavia, la donna continua ad essere oggetto di violenza “ di genere”, figlia di un modello patriarcale che la vede storicamente assoggettata all’uomo “dominus”.

Lungo l’elenco di episodi a “matrice violenta maschile” che cresce esponenzialmente di numero e di casistiche, di cui la cronaca nazionale, regionale e locale ci tiene tristemente aggiornati. Nel solo mese di settembre 2015, a Castellammare del Golfo, i Carabinieri hanno arrestato un 45enne per «violenza sessuale aggravata» per avere “in più occasioni”, tra febbraio e luglio 2015, abusato della propria figlia di quindici anni; a Palermo, gli agenti della Polizia Ferroviaria hanno denunciato un minorenne di 17 anni,per violenza sessuale. Questi avrebbe attirato una donna di 44 anni, senza fissa dimora, in un vagone abbandonato della stazione centrale di Palermo, per violentarla subito dopo. Il caso del femminicidio di Siracusa, in cui un’infermiera incinta è stata uccisa a casa dal marito, confessando solo dopo otto mesi. Il mese successivo, a Niscemi un camionista di 54 anni ha sparato alla compagna, una romena 23enne, al culmine dell’ennesimo litigio per gelosia. A Nicolosi, nel catanese, una ventenne è stata uccisa a coltellate nella sua auto nel giorno in cui si apriva il processo all’ex convivente che aveva denunciato per stalking, Nei giorni scorsi una trentenne, è stata uccisa coltellate a Catania, dall’ex fidanzato senegalese che avrebbe dichiarato: «L’ho ammazzata perché non voleva tornare con me».

Come si può trarre dalle vicende appena illustrate, la lunga scia di sangue a carico di donne vittime di violenza maschile non sembra trovare tregua, nonostante diverse siano le misure repressive adottate per arginare tale emergenza, che non sembrano dissuadere gli autori di violenza.

A fianco delle donne numerose anche le associazioni, nate per mobilitarsi nella stessa direzione. A sostegno della causa femminile, anche svariate ratifiche delle Convenzioni internazionali (Istanbul, Lanzarote, Onu). A fare da eco a tali Convenzioni, in Italia è stata introdotta la legge n. 119/2013 di conversione del d.l. n. 93/13 che disciplina “la violenza in famiglia”. Pertanto, chiunque si riconosce vittima o riconosce altre vittime di “atti violenti”, secondo le indicazioni della normativa vigente, può segnalare alle Forze dell’Ordine e alle rispettive associazioni e centri antiviolenza il caso di specie:

TrinacriaNews.eu ha voluto intervistare la Dott. ssa MIRELLA AGLIASTRO, sostituto Procuratore della Repubblica presso la Corte di Appello di Palermo, esperta di casi giudiziari d violenza sessuale e Mirella-Agliastrofemminicidio e autrice del volume “La violenza sulle donne nel quadro della violazione di diritti umani e della protezione del testimone vulnerabile” – (Testo guida sui vari diritti messi in gioco dalla violenza dell’offensore sulla vittima ma anche, ausilio per gli addetti ai lavori tra avvocati, magistrati, psicologi, operatori dei centri sociali, polizia giudiziaria, operatori del pronto soccorso e mondo del volontariato – impegnati nella prevenzione, protezione del soggetto abusato) vedi nostro articolo al riguardo http://trinacrianews.eu/presentazione-libro-magistrato-agliastro-violenza-sulle-donne-nel-quadro-violazione-dei-diritti-umani-protezione-testimone-vulnerabile/

Intervista:

D. In Sicilia, gli ultimi casi denunciati di violenza a carico delle donne provengono da parte di uomini refrattari al riconoscimento del rispetto della identità femminile. Come si spiega tale fenomeno?

R. In effetti, molte uccisioni di donne sono espressione del disprezzo provato da figure maschili verso donne loro vicine, che con le stesse hanno condiviso una relazione d’affetto, o sentimentale, o una convivenza, spesso completata da esperienza genitoriale e ad un certo momento, queste compagne manifestano il desiderio e la volontà di interrompere il rapporto, di allontanarsi da quell’uomo che in passato avevano scelto. Per il loro partner questa decisione diventa inaccettabile. Questi uomini rifiutano la scelta della loro donna di non volerli più al loro fianco e la puniscono, dando loro la morte, sottraendole alla vita che non vogliono più condividere con loro. In questo conflitto, c’è sempre alle spalle un legame che si spezza e l’uomo reagisce, spezzando la vita di colei che si è ribellata, di colei che mostra di sapere vivere autonomamente,  senza quel partner.

D.Perché l’uomo per auto-rafforzare il proprio ego maschile deve esprimersi con la violenza contro il corpo femminile?

R. Perché, in virtù del pregresso rapporto vissuto, l’uomo ha acquisito confidenza con il corpo della sua donna, lo conosce, lo ha posseduto e lo considera una sua pertinenza; pertanto, non può tollerare che gli venga sottratto: deve accoltellarlo, sfregiarlo, in una parola, deve denigrarlo per affermare il proprio ego e la propria supremazia.

D. Chi è il soggetto abusante?

R. Come riporto nel mio libro, il maltrattante, che resta un soggetto socialmente pericoloso, è un individuo che non accetta la valorizzazione del ruolo e della soggettività femminile. Si tratta di un soggetto che (esulando dalla sua estrazione sociale, economia e culturale) deve dominare la propria donna, perché spesso prova verso di essa un senso, sottaciuto, di inferiorità e di inadeguatezza. Per sconfiggere questo suo senso di inferiorità, egli pone in essere una serie reiterata e premeditata di condotte violente e maltrattanti nei confronti della donna con cui condivide una relazione (sentimentale, lavorativa, familiare, amicale) volte ad annientare la sua autostima e condurla alla fase finale della sua piena sottomissione.

D. Quali sono gli errori della vittima di violenza?

R. Gli errori della vittima sono numerosi, imputabili, in larga parte ad una  condizione di scarsa fiducia in se stessa e di poca autostima. In particolare, la vittima: può essere affetta “dalla sindrome della salvezza”, ritenendosi, “erroneamente” l’unica persona in grado di aiutare l’abusante a cambiare; tende a dimenticare ed a rimuovere il ricordo dei maltrattamenti subìti; cerca di modificare i propri comportamenti, auto-colpevolizzandosi per la esplosione di violenza del proprio uomo, non rivendicando il rispetto per la propria persona al primo cenno di violenza; non denuncia la verità agli operatori sanitari che le prestano le prime cure, dopo essere stata malmenata e violentata dal partner; prova vergogna e pudore nel rivelare alla cerchia delle persone più vicine (parenti, vicine e colleghe/i) le vessazioni subìte, temendo una ulteriore denigrazione della sua “già provata” identità. Da ultimo, non è da sottovalutare la componente affettivo/sentimentale che comunque, tiene legata la donna all’uomo che si è scelto.

D. Come può difendersi la donna da un rapporto di violenza e di prevaricazione?

R. La risposta più radicale, anche se crudele, è quella di “fuggire a gambe elevate” dall’uomo da cui la donna subisce la violenza (psicologica, sessuale, fisica ed economica). In ogni caso, la donna non deve illudersi di potere cambiare un uomo dall’indole violenta; deve “lucidamente” scegliere la propria sopravvivenza fisica e la conservazione del proprio equilibrio psichico, rispetto al mantenimento in vita di un rapporto sentimentale patologico. In conclusione, anche l’innamoramento non deve portare la donna all’annientamento della propria identità.

Il giudice Agliastro, forte della sua esperienza quotidiana nella materia relativa alla violenza sulla donna ed avendo trattato numerosi processi riguardanti fatti di sangue, invita le donne a non farsi travolgere, distruggendosi, da un rapporto “d’amore” malato, perché la violenza non è, non è stata e non sarà mai amore!

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