Alla Biblioteca Regionale di Palermo il 15 aprile è stata inaugurata la mostra della preziosa collezione di Gesualdo Adelfio dei giornali palermitani dell’800. Il tutto è frutto di un lavoro più importante che ha visto Adelfio coautore insieme al giornalista ed editore Carlo Guidotti del primo volume de “I giornali di Palermo nell’Ottocento. L’informazione giornalistica e la pubblicità nella stampa dell’epoca” edito da Edizioni Ex Libris. Alla mostra, presenti oltre che gli autori del libro, Teresa Di Fresco, giornalista che ne ha curato la prefazione, Carlo Pastena, direttore della Biblioteca, Marco Romano, vicedirettore responsabile del Giornale di Sicilia.
Il tutto si è svolto in una location particolare, la Sala delle Missioni della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, via Vittorio Emanuele n. 429, Palermo. La mostra sarà visitabile fino al 9 maggio, con un’apertura straordinaria durante “La via dei Librai”, il 27 e 28 aprile, dalle 10.00 alle 20.00.
Questo volume, primo di un cofanetto, ha origine da un progetto che vede coinvolta Teresa Di Fresco, ex vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti: l’8 settembre 2017, infatti si realizza un suo progetto che vide allora il sostegno di Riccardo Arena, ex Presidente dell’Ordine. Il progetto era quello di organizzare una mostra all’Ordine di una parte del patrimonio giornalistico costituito dalle testate prodotte soprattutto a Palermo eventualmente da affiancare ad un corso di aggiornamento: e così fece. Nell’ambito del percorso formativo organizzato dall’Ordine, prese vita un’interessante mostra sull’editoria ottocentesca palermitana inserita nella pianificazione del corso intitolato “Ritorno al passato: dal web alla carta stampata.” In seguito a quell’evento, Adelfio, che aveva procurato a Teresa il materiale giornalistico dalla sua collezione privata, incontra Guidotti; da qui nascerà l’idea del libro.
Quindi la mostra alla Biblioteca oggi è frutto di un percorso fortemente voluto e la bellezza di quei giornali esposti nelle teche danno l’idea che forse la carta stampata non è del tutto morta.
Marco Romano nel suo intervento sottolinea che non è vero che la gente non legga più; 16 milioni e 300 mila italiani leggono almeno un quotidiano; e a fronte di questo dato, comunque enorme, ce n’è un altro, ovvero che 6 italiani su 10 leggono senza acquistare un giornale, per cui in realtà non contribuisce in maniera concreta alla sopravvivenza stessa del giornale. È un mondo un po’ particolare, perché il giornale si trova ovunque, dal barbiere, al bar, ai circoli… e purtroppo lo si trova nel mare magnum abusivo e fuori legge della rete con le rassegne stampe che circolano in maniera abusiva nelle chat, per altro perseguibili penalmente. Marco Romano continua dicendo che c’è ancora una certa attenzione verso la credibilità dell’informazione tradizionale, sia essa cartacea che nella sua trasposizione digitale della versione cartacea, ed è in queste occasioni, come una mostra in cui si conosce la storia che c’è dietro un giornale, diventa importante la testimonianza di chi lavora per un giornale cartaceo. Ben vengano iniziative come questa che testimoniano il percorso dei giornali che speriamo non venga interrotto.
La mostra, voluta sia dalla Biblioteca che dalla casa editrice Edizioni Ex Libris, ha il fine di far scoprire l’immenso patrimonio giornalistico costituito dalle testate prodotte a Palermo nella prima metà dell’Ottocento: la dott.ssa Zacco, addetta stampa della Biblioteca, nel suo intervento ricostruisce come sia stato fatto il lavoro nella suddivisione dei giornali esposti all’interno delle diverse teche. La mostra infatti è stata suddivisa in maniera cronologica, si parte dal 1800 fino al 1860 sottolineando che le vetrine più piene sono quelle del primo e del secondo semestre del ‘48 in cui uscirono ben 163 giornali.
Molto interessante l’intervento della Di Fresco che ripercorre appunto il percorso di questo progetto non nascondendo per altro anche una certa emozione: dall’idea della mostra all’Ordine, al libro che ne è conseguito e infine alla mostra in Biblioteca, aggiungendo un suo particolare ricordo del padre, del quale si parla anche nella prefazione da lei curata nel libro.
Infine l’intervento di Guidotti che ha curato la parte editoriale e la parte storica e introduttiva di questo primo volume della storia dei giornali il quale è suddiviso in tre parti: la prima parte è un’introduzione storica, la seconda parte è una descrizione dettagliata con una griglia di pertinenza e una selezione di qualche articolo particolarmente rilevante, la terza parte invece è la storia delle tipografie che hanno prodotto questi giornali. Passione e ricerca seria hanno contraddistinto lo studio di particolari date storiche come il 1812, il 1820, il 1837, il 1848, e infine il 1860 e 61, date e fasi storiche di rivoluzione sociale, che hanno contraddistinto le diverse pubblicazioni.
Gesualdo Adelfio infine racconta come sia nata questa sua grande passione per la collezione dei giornali, il suo innamoramento nato da alcune copie di giornali capitati fra sue le mani, in particolare la copia del “Mercurio Siculo”; da qui iniziò non solo la raccolta degli stessi giornali ma uno studio storico e approfondito di essi.
Quindi rivela che il cofanetto conterrà non solo i tre volumi previsti, di cui il secondo vedrà la luce entro quest’anno, ma anche un quarto volume che si occuperà esclusivamente della cospicua pubblicazione di giornali religiosi che avevano anch’essi un loro fascino.
Insomma la mostra, come il libro, definisce quel percorso storico definito da Teresa Di Fresco come un passato da imparare e raccontato senza filtri con la sola cronaca dei fatti accaduti registrati e incorruttibili proprio perché trascorsi in attesa di un domani migliore da raccontare alle generazioni future, magari, chissà, ancora una volta, sulla carta stampata.