Bagheria (PA) – A Villa Cattolica, sede del Museo Guttuso, si è tenuta la presentazione del libro del regista Giuseppe Tornatore Il collezionista di baci edito da Mondadori.
Un libro nato dalla collaborazione con il vero collezionista di baci, Filippo Lo Medico protagonista insieme ai fratelli Giovanni e Vincenzo, tra il 1927 e sino al 1984, della gestione di alcune delle storiche sale cinematografiche bagheresi, tra la quali il Cinema Nazionale, sala frequentata dal giovanissimo regista. Una passione che lo ha portato a collezionare migliaia di manifesti cinematografici e la conclusione del film di Tornatore Nuovo Cinema Paradiso gli ha suggerito l’idea di selezionare quelli relativi ai grandi baci del cinema per ripercorrere in un modo originale, come un cantastorie con i suoi manifesti, un periodo di storia del cinema di quasi un secolo.
La presentazione ha preso il via con i saluti del Comissario Straordinario di Bagheria la dott.ssa Michela La Iacona: questo volume che ci dà l’occasione di poter ripercorrere i momenti più belli della storia del cinema e sono qui accanto a un grande regista che ha meritato gli importanti riconoscimenti che gli sono stati conferiti e a un personaggio, Filippo Lo Medico, che ha avuto la pazienza di raccogliere questi manifesti che ci aiutano a raffinare la memoria. Del resto il cinema è una forma di arte che ha inciso nella nostra società e costume e sui nostri comportamenti e aiutato a vivere forme di cultura e ci ha sempre emozionato, un’arte espressiva che vale la pena di tenere viva e coltivare. Bagheria è, senz’altro, orgogliosa di viere questi momenti di cultura perché testimonianza di desiderio positivo del fare e ciò conferisce alla nostra Bagheria e alla Sicilia quell’immagine bella che meritiamo di avere
Subito dopo a fare gli onori di casa è stato il prefetto presso il Ministero per i Beni Culturali Fabio Carapezza Guttuso che ha voluto sottolineare l’importanza della donazione della cartellonistica cinematografica effettuata al Museo Guttuso da parte di Filippo Lo Medico perché testimonianza di storia, cultura da non disperdere e perché frutto del lavoro di grandi artisti dell’arte contemporanea quindi degne di essere collocate in un museo con altre opere d’arte. E ha voluto spendere alcune parole sul Museo: Il museo che ci accoglie per il benvenuto è la sintesi della cultura di Bagheria, di memorie che Guttuso, donando delle opere, ha voluto creare in questa Villa. Guttuso ha fatto da attrattore e insieme alla pittura e alla scultura è venuta anche la fotografia e a mano a mano tutto questo mosaico si stava completando ma mancava qualcosa di fondamentale, mancavano i manifesti cinematografici era un’assenza terribile di cui non ci rendevamo conto, ma quando per generosità di Filippo Lo Medico si sono scoperti si è visto qualcosa di più: un ponte tra la pittura e la cinematografia, il ponte che ci mancava per la cultura antica bagherese.
E’ stata poi la volta del regista Tornatore che con molta semplicità e simpatia ha raccontato di alcuni aneddoti che lo legano al Cinema Nazionale di Bagheria e ai suoi gestori, appunto i fratelli Lo Medico. E a raccontato della grande passione per il loro lavoro e della precisione quasi da gran pignoli che li rendeva dei duri agli occhi della gente di Bagheria. Ecco cosa ha detto: Posso sicuramente raccontare quale fosse il loro amore per il loro mestiere che non erano soltanto gli esercenti del cinema, ma una presenza mitica del loro cinema. Per loro l’indice di gradimento di un film era decisamente più rilevante dell’indice di ascolto e tenevano dei film importanti anche per pochi avventori. Era una sorta di missione. Qualcuno li criticava per il loro incaponirsi sul cinema di qualità perché questo portava poche persone al cinema ma questo a loro sembrava poco importare. Furono i primi negli anni sessanta a decidere di avvisare le persone quando i posti erano esauriti e fecero realizzare un cartello da un famoso pittore di carretti siciliani, Onofrio Ducato, da apporre vicino la cassa con scritto “posti a sedere esauriti”, un atto di grande civiltà. Nella direzione del Cinema Nazionale quando arrivava il corredo pubblicitario di un film c’era uno studio del manifesto e della fotografia, dell’affisso. Le copie dei film arrivavano qualche giorno prima e venivano conservate e solo quando andava in programmazione per il giorno successivo la copia veniva consegnata al proiezionista che poteva montare il film per non farla confondere con altre copie di film cosa impossibile per Pintacuda, o ancora perché si poteva cambiare idea sulla programmazione. C’erano dei riti che vivevo allora con grande stupore che in parte capivo allora ma che capisco solo adesso.
Ha voluto esprimere un ringraziamento verso tutte quelle persone che in qualche modo hanno contribuito alla sua crescita professionale: Ecco io sono grato a tutta questa umanità che ho avuto il privilegio di conoscere non soltanto per aver visto tanti film, che mi ha aiutato, ma vedere questa umanità cosi legata al cinema e questo mi ha insegnato l’amore per il film. I Cinema di Bagheria sono stati la mia scuola, anche di comportamento perché ho saputo con lo stesso loro rigore difendere con i produttori le mie idee quindi, devo ai fratelli Lo Medico a Gabriele Pampinella a Giovanni Costanzo a tutti loro gestori di sale cinematografiche la passione che ho messo e spero di riuscire a mettere sempre nel mio mestiere.
E, infine, ha voluto riconoscere il merito della realizzazione di questo libro a Filippo Lo Medico: Quando si dice il libro di Tornatore mi sento ladro perché l’idea del libro non è mia ma di Filippo Lo Medico, lui dice che gli è stata suggerita dalla conclusione del finale del mio film Nuovo cinema Paradiso, ma da lì ha selezionato tutti i materiali e me li ha sottoposti qualche anno fa con il desiderio che se ne facesse un libro, questo desiderio l’ho portato con me e alla prima occasione l’ho proposto ed è stata accettata poi mi è stato chiesto di scrivere un pezzetto in prefazione.
A chiuso la presentazione Filippo Lo Medico con dei piacevoli ricordi su alcuni episodi accaduti durante proiezioni in sala e in modo molto genuino ha detto: E’ incredibile la memoria di Giuseppe Tornatore e come esalta le figure di Bagheria facendole diventare mitiche. Ho donato dieci anni fa i manifesti al Comune di Bagheria per ricordare mio fratello e la nostra attività. E subito il Sindaco ha pensato di inserirli in un Museo. In Italia è stato il primo Museo, quello di Bagheria, ad accettare la cartellonistica al suo interno. Ringrazio Tornatore che ci ha messo la faccia e che se anche dovesse vincere altri 10 oscar rimane sempre il cineasta di Bagheria.
Il regista Tornatore ha gentilmente concesso a TrinacriaNews.eu una videointervista. Ecco le domande che gli abbiamo rivolto:
- Maestro perché un libro che raccoglie le locandine di baci di grandi film del cinema?
- L’idea di questa raccolta è scaturita dal finale del film Nuovo cinema Paradiso? E come si è proceduto alla scelta tra la collezione dei manifesti cinematografici di Filippo Lo Medico o si tratta dell’intera collezione?
- Quale messaggio vorrebbe che venisse recepito da chi lo legge?
- C’è un bacio che preferisce tra quelli che ha inserito nel libro?
- Non le posso ancora chiedere nulla circa il suo prossimo impegno o possiamo sapere qualcosa sul primo ciak?