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Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno II - Num. 07 - 10 luglio 2013 Politica e società

Il governatore Crocetta contrattacca: il PD non chiuda le porte al cambiamento e al rinnovamento

di Vilma Maria Costa

crocettaPalermo – Per il Presidente della Regione Crocetta non c’è stata la temuta espulsione dal partito, ma dal PD nazionale è, però, arrivata una sorta di ammonizione-avvertimento: “Non possono esistere strutture parallele al Pd”, ma oggi su questo in una nota Crocetta replica:  “Non possiamo accettare l’idea che un grande Partito Democratico chiuda le porte al cambiamento e al rinnovamento. Lo svolgimento del congresso regionale del Pd, sulla base del vecchio tesseramento, cristallizzerebbe i giochi di sempre e impedirebbe l’elezione di nuovi quadri giovani alla leadership del partito e soprattutto determinerebbe il gruppo dirigente formato da coloro che oggi magari potrebbero far finta di auto sospendersi dal partito ma che di fatto lo controllano”

Sempre nella stessa nota ha voluto chiarire la questione che riguarda il suo mancato contributo: e la smettano con la farsa del mancato contributo, potrei presentare la lista dei debiti elettorali rimasti sul mio groppone ma non lo faccio, non ho nessun legame coi soldi, verserò quel contributo per impedire azioni staliniste, che hanno sempre utilizzato per far fuori i dissidenti. In quanto iscritto alla lista Crocetta dovrei versare contributo a quella lista, ma di questo non ce ne facciamo un cruccio, verserò contributo anche a loro entro 24 ore”.

Ha anche mandato un messaggio al PD circa il futuro del movimento che potrebbe eventualmente diventare una forza politica autonoma: “nessuno può impedire al Megafono di organizzarsi, di fare la propria battaglia, di contribuire al rinnovamento della vita politica siciliana. Il Partito Democratico deve decidere se tale battaglia si può fare al proprio interno o se il Megafono deve diventare una forza politica autonoma. Decida Epifani, ma il Megafono non molla, non tace e sopratutto non si delegittima il rappresentante del popolo siciliano, eletto dai siciliani. Non consentirò a nessuno di umiliare la Sicilia e i colori della sua bandiera. Ancora una volta la Sicilia risulta incomprensibile a Roma e ancora una volta si continuano a fare gli errori di sempre. Non mi piegherò”.

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