Palermo- Il 10 gennaio è stato presentato alla libreria Feltrinelli di Palermo, il graphic novel Il tempo materiale di Luigi Ricca, edito dalla casa editrice Tunué e tratto dal romanzo omonimo di Giorgio Vasta. A moderare il dibattito Matteo Di Gesù, docente di letteratura italiana alla Facoltà di Lettere di Palermo. Il lavoro di Ricca non è un semplice adattamento, ma un’opera autonoma e indipendente, che porta alla luce intuizioni latenti, pur nell’assoluta fedeltà del testo originario. Con i suoi disegni dalla china sottile, il tratteggio caotico e disordinato, il bianco e nero spalmato su tutte le pagine, Ricca restituisce l’essenzialità della storia, ma anche una certa tensione delle figure e delle scene, quasi fossero state tracciate “con del filo spinato”. Un tratto graffiato, come se venisse strappato – a detta di Giorgio Vasta.
È il 1978, l’anno del sequestro di Aldo Moro e mentre lo Stato italiano viene colpito al cuore dalle Brigate Rosse, a Palermo tre ragazzini di undici anni, Nimbo, Volo e Raggio, seminano il terrore per le strade della città. Sullo sfondo, la tv dà aggiornamenti, in tempo reale, sul rapimento del presidente DC, mentre Nimbo, l’io narrante, riflette fra sé e sé: Tutta Italia cerca Aldo Moro e Aldo Moro giace sul fondo del mio piatto. Sembra essere il solo ad aver capito, che per il presidente democristiano non c’è più speranza. Nimbo è lucido e impaziente. Di lì a poco si compirà il suo destino e quello degli altri due compagni di classe. Un destino, che li avvolgerà in una spirale di violenza assoluta.
A fare da sfondo alle vicende è Palermo, la città natale degli autori, la Palermo banale, con le sue strade banali, da cui si dipanano le storie dei personaggi, tre ragazzini già adulti, che fondano un gruppo terroristico e portano avanti la lotta armata. Si ritrovano, così, a leggere giornali e manifesti politici nella “Radura del Porno”, un luogo realmente esistito, alla Fiera del Mediterraneo, dove i palermitani erano soliti ritrovarsi per leggere giornaletti scandalistici.
I tre protagonisti sono dei piccoli mostri. Pianificano la morte con rigore e lucidità. Pedinano le loro vittime e codificano un nuovo linguaggio corporale e cifrato, “l’alfamuto”, che prende spunto da spot, programmi tv e personaggi dello spettacolo. Mutano i loro corpi e muta con essi il linguaggio, un linguaggio cinico e utopico, verso il quale nutrono un’incrollabile fiducia. I tre compagni ammirano le Br e attingono continuamente al loro frasario e repertorio iconografico, dall’unicorno fallico, presente in alcuni loro manifesti alla sigla NOI (Nucleo Osceno Italiano) con cui firmano i comunicati. In questo scenario, anche la violenza trova una sua giustificazione. Non nasce da un disagio giovanile, ma è qualcosa di necessario. La violenza è il coraggio della colpa, diversamente non c’è vita -sottolinea Volo, l’ideologo del gruppo. Nel mondo che essi immaginano, la politica deve diventare azione e non c’è spazio per alcun tentennamento. A incarnare il simbolo della necessità della lotta, perfetta vittima sacrificale, sarà la bambina creola, una ragazzina muta, che sta in classe con loro e di cui Nimbo è segretamente innamorato.
Fino all’ultimo il lettore assiste a gesti di inaccettabile ferocia e resta con il fiato sospeso, immerso in una lettura crudele e vertiginosa, al limite della sopportazione. Come ha spiegato Giorgio Vasta ai nostri microfoni: Ho scelto dei ragazzini, degli undicenni, perché l’inverosimiglianza poteva tornare utile alla costruzione del romanzo (…) Ho immaginato che costringere chi legge ad avere continuamente a che fare con una frizione, con un attrito (…) potesse essere utile alla storia stessa, generando un altro tipo di tensione.
Chi attende il lieto fine dovrà rivolgersi altrove. Nell’epilogo, si resta confusi e disorientati. L’intero sistema va in frantumi. Solo Nimbo riuscirà, in un fugace momento di consapevolezza, a comprendere, come ricorda Vasta, che il linguaggio da solo non è in grado, nonostante sia una tecnologia straordinaria, di dire tutto e che occorre avere contemporaneamente fiducia in tutto quello che è extra-linguistico o pre-linguistico. Così, Nimbo, il più critico e indifeso, ritorna per un istante un ragazzino, capace di tradire la causa, per salvare la bambina creola di cui è innamorato, il solo legame che gli resta con la realtà.
Luigi Ricca con le sue splendide tavole è riuscito, rimestando tra i ricordi e spargendo qua e là citazioni fumettistiche e cinematografiche, in un ardua impresa: rendere ancora più avvincente, un romanzo, già di per sé, appassionante.
Queste le domande, che abbiamo rivolto a Luigi Ricca.
- 1. L’idea di trasformare, appunto, “Il Tempo materiale”, il romanzo di Giorgio Vasta in un graphic novel rientra in questo progetto della casa editrice Tunué di adattare i recenti romanzi italiani. Il tempo materiale è, però, più di un adattamento. In questo passaggio, volevo chiederle, cosa si perde del romanzo originario e cosa si aggiunge?
- 2. La trasposizione a matita, il bianco e nero utilizzato, anche l’assenza di colore o comunque il bianco, la luce che emana, che è totalmente diverso dal libro che è, invece, abbastanza denso, cupo, da che cosa deriva?
- 3. Quali sono state, effettivamente, le difficoltà incontrate durante la realizzazione di questo graphic novel?
- 4. Oltre al romanzo, quali sono state le fonti di ispirazione, riferimenti per la creazione dei suoi personaggi?
Queste le domande che abbiamo rivolto a Giorgio Vasta
- 1. Lei ha esordito, nel 2008, con questo romanzo “Il tempo materiale”, che narra la storia di tre ragazzini palermitani, della media borghesia, che fondano un gruppo terroristico e seminano il terrore nella città di Palermo emulando le gesta delle Brigate Rosse. Sono, in realtà, dei ragazzini già adulti, dei non-ragazzini, si legge nel romanzo, può spiegarci per quale motivo questa scelta?
- 2. Come è nata l’idea di trasformare il suo bellissimo romanzo in un graphic novel, qual è il suo intento, il vostro intento?
- Alla fine del romanzo non resta altro che la rassegnazione, l’ineluttabile considerazione che l’assolutismo porta con sé solo morte e distruzione. Lei cosa pensa a riguardo?
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Schede Biografiche
Luigi Ricca
(Palermo, 1966). Vive e lavora a Roma. Lavora come illustratore e grafico per pubblicità ed editoria, ha pubblicato brevi storie a fumetti, realizzato animazioni per spot, sigle, documentari e corti autoprodotti, selezionati e premiati in vari festival internazionali. Il tempo materiale è il suo primo graphic novel per Tunué.
Giorgio Vasta
(Palermo, 1970) editor e consulente editoriale, insegnante di scrittura narrativa presso la Scuola Holden e lo IED di Torino, dal 1999 è stato curatore e poi direttore della collana di saggistica Holden Maps di Rizzoli. Editorialista nella trasmissione Atlantis (Radio2Rai), fa parte della redazione di Nazione indiana. È ideatore e coautore di NIC. Narrazioni In Corso. Laboratorio a fumetti sul raccontare storie (Holden Maps/Rizzoli, 2005). Ha curato l’antologia Deandreide. Storie e personaggi di Fabrizio De André in quattordici racconti di scrittori italiani (Bur 2006) e il libro fotografico di Alberto Negrin Niente resterà pulito. Il racconto della nostra storia in quarant’anni di scritte e manifesti politici (Bur2007). Il suo primo romanzo è Il tempo materiale (Minimum fax 2008), candidato al Premio Strega 2009 e sempre per Minimum fax ha curato l’antologia Anteprima Nazionale, edita nel 2009.