Palermo – Nel mese di dicembre presso il Mondadori Multicenter il giornalista Gaetano Basile ha presentato un inconsueto dolce per la pasticceria siciliana, il panettone, realizzato dai Maestri pasticceri isolani tra i più famosi e apprezzati dell’isola.
Dopo una introduzione sulla storia delle pasticcerie siciliane durante la quale Basile ha detto: Le pasticcerie a Palermo non esistevano, ma esistevano i viscuttari, persone che si dedicano alla realizzazione di biscotti e dolci da forno. Nella seconda metà dell’800 arrivano gli svizzeri che conoscevano la lavorazione del latte perla creazione della panna e del latte,dando vita alla famosa pasticceria svizzera. Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, infatti, la pasticceria siciliana va incontro ad una vera e propria rivoluzione: arrivano, infatti, dalla Svizzera i signori Caflish, Caviezel e Greuter e con loro irrompono nella tradizione dolciaria siciliana il burro, la panna e nuove tecniche di lavorazione che saranno, come al solito, prima apprese, poi interiorizzate e alla fine straordinariamente “personalizzate” dai maestri pasticcieri siciliani.
E dopo la storia della nascita del dolce più tipico siciliano e famoso nel mondo, la cassata che ha raccontato Basile fu inventata dai Fratelli Gulì a Palermo in Corso Vittorio Emanuele 101/107 angolo Via Bottai. Enzo Biagi e Indro Montanelli sulla cassata siciliana scrivono: “questo dolce che nasce da mani mussulmane, prende forma nel periodo barocco, si intinge nel Liberty per arrivare ai nostri giorni”. Nel 1887 il cavaliere Gulì che aveva una fabbrica di canditi cerca di inventare qualcosa per agevolarne la vendita e li dispone sopra una sorta di cassata al forno, ma l’esperimento non riesce perché il peso dei canditi fa scricchiare, spaccare la torta. Ma l’ubicazione della fabbrica del Gulì che si trovava, appunto, vicino via Bottai dove, quindi, lavoravano i costruttori di botti, gli suggerisce l’utilizzazione delle doghe per arginare e sostenere la base dei canditi, doghe che pensò di realizzarle di pasta di mandorla, la pasta reale messa tutta a cornice e così nacque la cassata alla siciliana, perché il dolce con il nome cassata già esisteva.
Il giornalista Basile è poi passato a presentare i cinque maestri pasticceri palermitani i quali fanno tutti parte dell’Accademia dei maestri pasticceri italiani: Salvatore Cappello, Antonino Accardi, Giovanni Pace, Santi Palazzolo e Carmelo Sciampagna che hanno deciso di realizzare in collaborazione un panettone, che tende a rappresentare l’espressione pasticciera siciliana.
Il panettone ha, infatti, al suo interno pistacchio, fastuca, di Bronte, mandorle di Avola, fichi secchi che seguono un particolare procedimento di ammorbidimento nel vino Marsala e Passito di Pantelleria, così come tutti i canditi al suo interno, cioccolato di Modica, burro di latteria e lievito madre, in questo panettone c’è praticamente il riassunto di tutte le bontà siciliane in una sinfonia di sapori. Questo panettone ha asserito Basile nella forma è simile a quello di provenienza tradizionale, ma nell’assaporarlo dà altre sensazioni, grazie alla professionalità e all’arte creativa dei signori presenti qui questa sera che lo hanno realizzato.
Si tratta di un prodotto che non può essere consumato oltre 20 giorni dalla sua preparazione perché non contiene additivi né coloranti.
Ogni maestro pasticcere ha la propria azienda e lo produce singolarmente rifacendosi, però, alla ricetta che è stata formulata unitariamente ed è pedissequamente seguita dai cinque pasticceri che l’hanno realizzata e per la quale ognuno ha dato il suo contributo creativo.
Il panettone è andato in produzione dall’8 dicembre, giorno in cui si celebra l’inizio delle festività natalizie, ma è stato precisato che può essere ordinato nelle pasticcerie in cui viene prodotto in qualsiasi mese dell’anno per gustarlo ogniqualvolta se ne avesse desiderio.
Alla presentazione è seguita una degustazione del panettone siciliano accompagnato da vini siciliani di alta qualità e ne è risultato un ampio apprezzamento positivo da parte del numeroso pubblico presente.