Nella foto, il Palermo, stagione 1969-70, in serie A.
In altro da sinistra a destra: Giubertoni, Reja, Ferrari, Troja, Bercellino, Landri.
Accosciati da sinistra a destra: Sgrazzutti, Costantini, Causio, Lancini e Ferretti.La formazione era: Ferretti, Sgrazzutti, Costantini, Lancini, Giubertoni, Landri, Causio, Reja, Troja, Bercellino, Ferrari.
Allenatore Carmelo Di Bella.
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Pitruzzu scoprì il gioco del calcio (meglio detto a Palermo: u palluni) per caso. Ma viste come sono andate, nel corso della sua vita, le cose, era destino che succedesse perché prima o poi sarebbe, comunque, accaduto!
Dovete sapere che quando Pitruzzu era ragazzo, a Mussomeli, non esisteva alcun campo di calcio e, mancando anche la televisione, raramente i ragazzi giocavano a u palluni.
Certo un calcio ad una palla lo davamo un po’ tutti, ma le formazioni della Juve, Inter, Milan, Palermo e via squadrando (neologismo inventato da chi scrive, nda) nessuno di noi ragazzi era in grado di saperle.
Di comprare qualche giornale non se parlava affatto. Cu ci l’aviva i picciuli !
Ma, il destino volle che, vicino la casa di Pitruzzu venne ad abitare un giovane di 25 anni proveniente da Caltanissetta, che era stato assunto come postino.
Costui appena prese cunfidenza mi disse che aveva giocato nei pulcini della Nissa: la squadra del capoluogo di provincia (Caltanissetta) che allora come adesso milita in serie D.
Questo giovane, di nome Benito, comprava tutte le settimane il periodico Il Calcio Illustrato che, oltre alle cronache delle partite presentava innumerevoli e bellissime fotografie.
Ragion per cui, Pitruzzu, dal postino Benito, addivintò di casa. Andava spesso e volentieri a spulciare, con occhi avidi di sapere, pagina per pagina quella magnifica rivista illustrata.
Pitruzzu imparò a conoscere che nell’Internazionale di Milano (per i pochi che non sanno trattasi dell’attuale Inter) giocava un certo, mancu a farlu apposta, Benito Lorenzi, detto Veleno (Borgo a Buggiano, 20 dicembre 1925 – Milano, 3 marzo 2007), per la sua mania di prendere in giro, sia con dribbling ubriacanti che con parole non proprio da educande, gli avversari. Poi nella Juventus c’era un giovane di appena 16 anni, un vero fenomeno di nome Bruno Nicolè (Padova, 24 febbraio 1940). Poi c’era anche nel Milan il trio GreNoLi (acronimo di Gunnar Gren, il professore: Göteborg, 31 ottobre 1920 – Göteborg, 10 novembre 1991; Gunnar Nordahl, il pompiere: Hörnefors, 19 ottobre 1921 – Alghero, 15 settembre 1995; è ; e Nils Liedholm, il barone: Valdemarsvik, 8 ottobre 1922 – Cuccaro Monferrato, 5 novembre 2007; nda).
Insomma per non farla lunga, leggi oggi e leggi domani il calcio parlato, scrivi oggi e scrivi domani il calcio scritto (dal 1968), per Pietro Ciccarelli il calcio divenne una delle sue ragioni di vita. Passione immensa che, ancora oggi a 68 anni, coltiva girando per i campi polverosi delle periferie del capoluogo siciliano.
Pitruzzu, abitando nel periodo scolastico a Palermo, andava spesso a vedersi gli allenamenti del Palermo, ma anche delle squadre dilettanti della città, che allora erano numerose: l’indimenticabile Cantieri Navali, l’Amat, Juventina, in serie D. E poi la Bacigalupo, che giocava nel campo di via Resuttana, la Stella Maris di Mondello e l’immancabile visita domenicale al Papireto, dove si assisteva, oltre alle partite di calcio del cosiddetto campionato libero, a delle frequenti “appendici” di pugilato (!), lotta libera e anteprime di autentiche cavallerie rusticane i cui protagonisti non erano Compare Turiddu, ma U Marinaru, Pinizzu u brunellu, Cicciu a lippusa ecc.
In estate, Pitruzzu, tornando a Mussomeli raccontava agli amici storie condite anche da qualche solennissima balla. Come quella, che lui dava del tu a Tonino De Bellis, Alvaro Biagini e Totò Sutera, un allora giovane riserva del Palermo. E che giocava in una squadra allievi accanto a Tanino Troja: questa era davvero grossa!
Tanti anni dopo, con Pitruzzu diventato nel frattempo il giornalista esperto di calcio dilettante Pietro Ciccarelli, le balle d’allora per stupire gli amici paesani erano diventate realtà: chi l’avrebbe mai detto!!! Pitruzzu non ha mai giocato seriamente a calcio, ma nella sua, ormai quarantennale esperienza di cronista sportivo, il tu a Tonino De Bellis a Totò Sutera è diventata realtà. Passione, passione e ancora passione…