“Il ministero si sostituisca ad Eni nel processo delle bonifiche e istituzionalmente quantifichi il danno prodotto a Gela, i cittadini devono sapere di ciò di cui si parla”.
E’ chiara la linea del M5S sulla questione Gela che da giorni vede la protesta degli operai che protestano per le bonifiche, la riconversione e la ripresa dell’occupazione.
Ieri il deputato all’Ars Giancarlo Cancelleri e quelli alla Camera Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno incontrato gli operai presenti ad uno dei blocchi in atto.
“Vogliamo aumentare l’attenzione sulla vicenda – hanno detto – basta poco per andare avanti, il ministero è socio di maggioranza dell’Eni, se vuole può intervenire; è dovere del governo salvaguardare la salute dei cittadini, a maggior ragione se parliamo di uno dei siti più inquinati d’Europa e dichiarato SIN dallo stesso ministero”.
“Il governo di questa regione e di questa nazione – ha detto Cancelleri – non hanno nessun interesse a risolvere i problemi di Gela, si continua a promettere che verrà accelerato il protocollo del 6 novembre del 2014, siglato da governo, regione, comune e sindacati; si continua a dire che bisogna scioperare per chiedere ad Eni di riavviare il processo di raffinazione, insieme alla green rafinery, quindi la politica a tutti i livelli continua a dire bugie ai cittadini ed a cercare una copertura ad Eni per permettergli di andare via senza dover fare le dovute bonifiche. Ma la vera notizia è, che oggi, i lavoratori sono consapevoli degli errori commessi nel credere ad uno sviluppo che conduce solo a morte e disoccupazione. A gran voce loro stessi oggi chiedono bonifiche e risanamento.
Chi vuole portare avanti il piano dell’Eni non è del movimento 5 stelle”
“La nostra linea – hanno sottolineato i deputati – è ben chiara. Da sempre proponiamo il risanamento ambientale, chiediamo una soluzione ponte attraverso la concessione dei fondi Feg per poi passare alle bonifiche. Per noi l’unico sviluppo per questo territorio è da ricercare nel turismo, nel settore della piccola pesca e nel settore agroalimentare. I governi succedutisi, invece, hanno sacrificato la salute dei cittadini sull’altare dello sviluppo industriale e continuano a farlo, cercando escamotage per lasciare fuori Eni dalle responsabilità sulle bonifiche. Non abbiamo abbandonato Gela, abbiamo soltanto sacrificato una poltrona perché abbiamo sempre proposto un programma che Messinese non ha portato avanti. Il sindaco Messinese avrebbe dovuto rispettare il patto coi cittadini, non lo ha fatto e non si è neanche dimesso, ha solo usato il Movimento per raggiungere una posizione che non avrebbe mai potuto raggiungere diversamente”.