Tutta l’Italia è in forte apprensione per le condizioni del brigadiere siciliano Giuseppe Giangrande che domenica mattina è stato raggiunto al collo da un colpo di pistola 7,65 dall’attentatore Luigi Preiti, un uomo di 49 anni le cui intenzioni criminose sono ancora tutte da stabilire.
Ci si chiede:
- può un uomo comune spinto dal disagio sociale arrivare al punto di uccidere delle persone, anche se queste dovessero fare parte di Istituzioni o organismi governativi?
- può un uomo comune che non ha nessuna connessione con la criminalità possedere un’arma con matricola abrasa?
- può un uomo comune che ha una pistola conservata da quattro anni e, secondo quanto asserisce il Preiti, non utilizzata, colpire con tale precisione degli uomini di sicurezza oltre il giubbotto antiproiettile?
- può un uomo comune sparare fino all’ultimo colpo, sette per la precisione, e anche l’ultimo sparato al vice brigadiere Delio Marco, che lo stava affrontando (che il Preiti ha colpito al giubbotto operativo) con l’intenzione, quindi, di voler continuare a uccidere?
- può un uomo comune, anche se disperato segnare in una cartina il percorso da seguire per giungere nel luogo, davanti Palazzo Chigi, dove aveva intenzione di compiere una strage?
- e, infine, può un uomo comune portare con sé del materiale per la pulizia della pistola, all’interno della sua borsa e anche altri proiettili?
Tutte queste domande fanno sorgere tanti dubbi e perplessità su chi sia realmente Luigi Preiti. Certamente non un uomo il cui atto possa trovare una giustificazione, non è una vittima né sembrerebbe un balordo. Gli inquirenti sono, infatti, ancora al lavoro per stabilire cosa potrebbe averlo convinto ad agire nel modo che conosciamo. Sembra che, comunque, non ci sia dietro nessuna organizzazione terroristica, ma tutte le misure antiterrorismo sono state attivate e i sistemi di sicurezza sono nella massima allerta.
Martina, la figlia del brigadiere Giangrande, ancora addolorata per il grave lutto che l’ha colpita, ha perso la madre da soli due mesi, è una donna di grande forza che ha dovuto lasciare il lavoro per stare accanto al padre e che ha detto: ci definivamo un piccolo esercito sgangherato ma oggi siamo in un deserto e siamo un mezzo esercito e molto sgangherato
30 aprile 2013