Arrivato ieri pomeriggio in redazione un appello del presidente della regione Crocetta ai sindacati affinché riprendano il dialogo intrapreso sulla finanziaria. Ecco il contenuto qui di seguito:
Crocetta: Colgo con sofferenza e amarezza il fatto che le organizzazioni sindacali abbiano deciso di rompere la trattativa sulla nuova finanziaria. Il governo si è mostrato dall’inizio completamente disponibile adaccettare suggerimenti e proposte. Inspiegabilmente dopo che erano stati apertialcuni varchi importanti per possibili mediazioni, oggi è prevalsa l’idea direspingere in toto le misure che riguardano i lavoratori, ritenendo che tuttoquesto vada rinviato a un disegno di legge specifico. Sono già due anni che cisentiamo dire a ogni finanziaria che dobbiamo sempre rinviare a un ddl organicotutte le riforme. Il risultato è che poi tali riforme non vengono fatte, salvoalcune cose importanti già approvate, con la conseguenza che la Corte dei Contiogni anno ci parla di eccesso della spesa corrente e di assenza di interventi.Abbiamo una partita estremamente importante di fronte a noi, quella di salvarela Sicilia. E questa partita si gioca tutti insieme, governo, parlamento esindacati. Nessuno si può tirare indietro perché non è in gioco il destino diuna categoria, ma della Sicilia, il futuro dell’economia, delle imprese e deigiovani siciliani. Nessuno si può chiudere in posizioni corporative, ma occorrefarsi carico dei bisogni generali del popolo siciliano e degli interessi dellaRegione. Negli oltre due anni di governo ci siamo caratterizzati per averportato avanti politiche di riforme e austerità, senza fare massacro sociale.Nella nuova finanziaria stiamo proponendo lo stesso schema: tagli agli sprechie ai privilegi, semplificazione amministrativa, sburocratizzazione, rilanciodelle attività produttive, riforma della burocrazia. Tutto questo perrisparmiare, senza togliere nulla ai lavoratori. Non si può pensare di fare unoscontro sui prepensionamenti per il semplice motivo che tali prepensionamenti,sia nel pubblico, sia negli enti collegati, sia nelle partecipate, sia tra iforestali, non sono obbligatori ma volontari.
Perché i sindacati dovrebbero opporsi a misure volontarie di fuoriuscita? Sia pure se esse introducono ilprincipio che in modo progressivo, si debba applicare il sistema dipensionamento contributivo? Sinceramente non lo comprendiamo. In tanti sonointeressati al prepensionamento, altri non lo sono. Si dia possibilità a queilavoratori di poter fuoriuscire. Nel frattempo, solo tra dipendenti direttirisparmieremmo 40 milioni in tre anni senza considerare le decine di milioni dirisparmio che avremmo negli altri settori. Non possiamo avere un approccioideologico per i problemi dei dipendenti. Per quanto riguarda gli altri temi,mi sembra che siano contenuti elementi di razionalizzazione della spesapubblica, garantendo fortemente lo stato sociale in un momento di difficilequadratura dei conti.
Non possiamo presentarci al tavolo romano con ungenerico impegno che forse faremo riforme. Abbiamo in corso una trattativamolto delicata, che per la prima volta pone il rispetto dello Statuto, cioèdella Costituzione repubblicana, il riconoscimento delle prerogative dellaRegione in materia di entrate, che risolverebbe definitivamente i problemifinanziari della Regione. Per aver riconosciuti tali diritti, occorre mostrareil segno e la volontà che i soldi non continueranno a essere sprecati come inpassato, che la Sicilia ha cambiato logica. Se non lo facciamo, saremo pococredibili. Non è in gioco un qualsiasi accordo contrattuale, per gli accordic’è sempre tempo. Sono in gioco il futuro e stessa salvezza della Sicilia. Noncredo sinceramente che ci siano gli estremi per uno sciopero generale e speroche questa decisione venga rivista.
Occorre che tutti quanti prendano atto delgrande lavoro che si sta facendo e che dobbiamo continuare a fare insieme,imprese, lavoratori, parlamento, governo. Occorre che tutti vedano che, graziealla politica di austerità degli ultimi due anni, per la prima volta dopo 7anni di perita Pil (circa il 2% l’anno), non abbiamo avuto nessun calo di Pilnel 2014, registrando un incremento dello 0,5% e, nel 2015, secondo glianalisti si profila un incremento dell’1,5%. Ciò può determinare una situazionedi crescita, rilancio dell’occupazione, ripresa del lavoro. Tutto ciò grazieanche al rilancio della spesa comunitaria che abbiamo portato dal 17,5% dispesa certificata al 60% e dal 25% di spesa impegnata all’85%.
L’attuale fasedella storia non è quella dello scontro, sarebbe nocivo per tutti e negativoper la Sicilia. Invito i sindacati a riprendere il dialogo e il confronto interrotti, per salvare la Sicilia e scrivere una nuova pagina della sua storia.