Palermo – Anestesia della morale, trasparenza, ripulitura del bilancio, riaccertamento dei residui attivi e passivi, sono solo alcune espressioni e risultati emersi col Giudizio di parifica, tenutosi presso la sala Magna di Palazzo Steri, relativo alla parificazione del Rendiconto generale della Regione Siciliana per l’esercizio finanziario 2015.
All’udienza, presenti gli esponenti delle più alte cariche istituzionali civili e militari. Tra questi, il presidente della Sezione giurisdizionale, Luciana Savagnone, il Procuratore Regionale, Aloisio, esponenti delle altre magistrature, tra cui il presidente del TAR Sicilia, Ferlisi, il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari. Diverse le presenze di deputati regionali e Assessori, tra cui il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, Vincenzo Vinciullo, Marco Falcone, Antonello Cracolici, Vania Contrafatto, Bruno Marziano, Giuseppe Lupo, Giampiero D’Alia, Alessandro Baccei, Mariella Maggio. Inoltre, Enrico La Loggia, componente del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti. Diverse le presenze di studenti di Scienze Politiche e di Economia. Relatore del giudizio, il Primo Referendario, Giuseppe di Pietro. Pubblico Ministero è stata la titolare della Procura Generale presso la Sezione Giurisdizionale d’Appello, Diana Calaciura, neo-nominata Presidente di Sezione di Controllo per la Regione Veneto, a Venezia. Ha aperto i lavori il Presidente delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, Maurizio Graffeo, il quale dopo i saluti e i ringraziamenti per i vari supporti ricevuti per il giudizio di parificazione dal personale della Corte, ha espresso un pensiero personale per i poveri, i malati, i senza lavoro, gli emigrati, i minori a rischio, invitando a maggiore impegno i Pubblici poteri e la società tutta. Aperta l’udienza, questa si è svolta secondo le formalità della giurisdizione contenziosa e con l’intervento del Pubblico Ministero. Il Presidente Graffeo ha fatto emergere come “I conti della finanza pubblica regionale oggi, appaiono molto più attendibili e affidabili rispetto al passato. I risultati raggiunti nel 2015, supportati dagli esiti, vanno considerati come una buona base di partenza e di arrivo nell’opera di risanamento dei conti, ma anche per affrontare i nodi critici che le sezioni riunite hanno ritenuto di segnalare”. – Non a caso infatti, le sezioni Unite della Corte, al termine dell’audizione, hanno dichiarato regolare il rendiconto generale della Regione Siciliana, salvo alcune eccezioni.Nel corso dei lavori sono emersi dati significativi, criticità ed elementi di svolta di varia estrazione, che hanno caratterizzato l’esercizio 2015 della Regione Siciliana. Così, il Dott. di Pietro nella sua relazione, ha rilevato che “il rendiconto generale per l’esercizio 2015 rappresenta un documento peculiare in quanto segna il passaggio tra l’ordinamento vigente fino al 2014 e quello nuovo, applicabile alle regioni ad autonomia speciale” (D.Lgs. n. 118/2011 – disciplina in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio). Nella sua relazione, di Pietro ha fatto emergere che il carattere di centralità nell’ambito della riforma contenuta nel succitato decreto sono le modalità di “riaccertamento straordinario dei residui, attivi e passivi al 31 dicembre 2014. Rivisitazione tesa la superamento di tutte le criticità e opacità proprie della legislazione precedente il presente decreto.
L’operazione è stata avviata dalla Ragioneria generale della Regione – ha rilevato di Pietro – con un notevole impegno gravato sugli uffici delle Amministrazioni attive e delle Ragionerie centrali. Tale operazione ha condotto all’iscrizione di un Fondo Pluriennale Vincolato (FPV). Oggetto di revisione straordinaria sono stati i residui attivi e passivi, rispettivamente 11.275 e 2.823 milioni di euro, mentre ne sono stati cancellati 5.321 milioni di attivi e 124 di passivi, in quanto non correlati ad obbligazioni giuridicamente perfezionate, nonché 5.474 milioni di euro di attivi e 2.136 di passivi per reimputazioni ad esercizi successivi in funzione della loro esigibilità. Al termine delle operazioni si è infine generato un risultato di amministrazione complessivo negativo per 6.963 milioni.
Per quanto riguarda la gestione di cassa dell’esercizio 2015, che presenta profili di criticità relativamente a tutti i risultati differenziali, la Corte aveva avvertito “lo stress di liquidità” che, a fine esercizio 2015 aveva colpito la cassa regionale. Si è proceduto a specifica audizione sul tema presso vertici politici ed amministrativi della Regione al fine di accertarne cause ed effetti. Ne sono seguiti provvedimenti della Giunta con cui si sono disposti limiti all’assunzione di impegni di spesa.
Il risultato complessivo è una “ripulitura” del bilancio indotta dall’applicazione delle nuove regole di contabilità armonizzata che ha fatto emergere un significativo disavanzo occulto di 6.371 milioni di euro. Ciò nonostante, ha fatto osservare il primo Referendario di Pietro, grazie ad un nuova strategia posta in essere dall’Assessorato Regionale all’Economia, la pesante situazione di partenza innanzi descritta è stata alleggerita, migliorando il disavanzo di 6.363 milioni di euro che, a fine esercizio è risultato in effetti pari a 5.735 milioni di euro. In ordine al conto del Patrimonio dell’esercizio 2015, questo presenta un netto patrimoniale negativo di 8.533 milioni di euro, di cui 8.183 di euro per mutui e finanziamenti con durata ventennale o trentennale. Pertanto, secondo queste Sezioni riunite emerge una situazione patrimoniale della Regione ancora più seria e a carico delle generazioni future e dell’ormai costante crisi economica. Nella sua relazione, il Primo Referendario di Pietro ha riferito anche i dati sull’incidenza della spesa corrente che, nell’esercizio 2015 è stata pari all’86,1% per gli impegni, dell’87% per i pagamenti. Gli impegni in conto capitale invece, rappresentano il 9,9 % del totale della spesa. Evidente la rigidità del bilancio regionale, determinato dalle retribuzioni del personale, dai trasferimenti al settore sanitario, agli enti locali e alle società partecipate. Di riflesso, le risorse per gli impieghi produttivi resta esiguo rispetto all’entità della spesa, comunque, non in grado di incidere sull’intera economia della Regione, fornendo strumenti utili per la ripresa del reddito delle famiglie e dei settori imprenditoriali maggiormente colpiti dalla contingenza economica ancora sfavorevole. Un altro elemento, già noto alla cronaca e confermato da di Pietro sono i costi del personale riconducibile alle strutture periferiche del Corpo forestale della Regione e del Dipartimento dello sviluppo rurale, i cui emolumenti non figurano tra i capitoli di spesa per il personale ma, diluiti in numerosi capitoli del bilancio regionale, assorbendo anche risorse extraregionali. Non meno rilevanti i costi delle società partecipate sul bilancio regionale (nel 2015 ammonterebbero a 190 milioni di euro, al netto di società come Riscossione Sicilia S.p.a. – pari a 39,3 milioni nel 2014 – ed A.S.T. S.p.a. – 38,7 milioni nel 2014), nonché delle società in liquidazione e di quelli per rapporti di collaborazione o atipici.
Nella sua requisitoria orale il Procuratore generale d’Appello presso la Corte dei Conti, la Dott.ssa Diana Calaciura ha evidenziato il ruolo di “stimolo” alla buona amministrazione che la Costituzione attribuisce alla Corte dei Conti, chiamata a controllare sulla gestione della spesa della P.A., in cui, spesso, la corruzione dilagante e persistente affonda i suoi gangli. La Calaciura stigmatizzando il verificarsi di tale fenomeno predatorio, si è appellata a Papa Francesco che ha recentemente definito tale sistema come il martirio dell’onestà. Il Procuratore generale ha definito la corruzione come una ruggine che corrode le fondamenta del sistema, una vera e propria malattia inguaribile, un’”anestesia della morale” per la quale occorre una medicina preventiva: la trasparenza. Anzi, l’assoluta trasparenza e la semplificazione delle procedure. Per la Calaciura, per reprimere i fatti corruttivi essenziale è la certezza della punizione, laddove – spesso – chi delinque ha davanti a sé, invece, una prospettiva di impunità. Attraverso la disamina del rendiconto 2015, la Calaciura ha rilevato alcuni segnali positivi. In particolare, un aumento della produzione agroalimentare, una ripresa del settore turistico, delle compravendite residenziali, in gran parte legato al miglioramento delle condizioni creditizie. Dal punto di vista occupazionale, la Calaciura ha fatto rilevare come il mercato del lavoro siciliano esce molto indebolito con una contrazione tripla rispetto alla media del Paese. Il Procuratore Regionale, tuttavia, non ha trascurato di denotare elementi negativi che sono ben più numerosi e preoccupanti. In particolare, le esportazioni sono diminuite, la crescita dei depositi bancari affievolita. Circa la scolarizzazione terziaria, si denunciano tempi di laurea sono più lunghi in Sicilia rispetto alla media nazionale; una notevole riduzione delle immatricolazioni, mentre la mobilità degli studenti verso il Centro Nord, accresciuta. Per i dati contabili la Calaciura ha evidenziato un aumento rispetto al 2014, pari al 24, 12% circa, delle entrate complessivamente accertate, passate da 17.638 milioni di euro pari a 21.947 milioni di euro; le spese complessivamente impegnate sono diminuite, rispetto al precedente esercizio, passando da 19.908 milioni di euro a 19.432 milioni di euro, entrando nel vivo della requisitoria. La Calaciura ha inoltre, evidenziato i dati salienti di due settori significativi delle spesa e la sanità, ponendo attenzione alla situazione della finanza locale, all’indebitamento e al conto generale del patrimonio. Così, alla data del 31 dicembre 2015, i dipendenti a tempo indeterminato della Regione siciliana, esclusi i Dirigenti, erano 14.139. I Dirigenti della Regione a tempo determinato erano 1.561 e, pertanto, poco meno del 2014, quando erano 1.737, con una diminuzione di 176 unità. Il rapporto tra dirigenti e restante personale regionale è pari a 1 dirigente ogni 9 dipendenti. Al personale a tempo indeterminato va, però, aggiunto il personale “esterno” a tempo determinato. Il totale dei dipendenti regionali, alla fine del 2015 era di 16.341 unità, mentre nel 2014 di 17.325 unità. Se si considera unitamente il personale utilizzato ad altro titolo (RESAIS, EAS, ESA) si perviene a 19.007 unità. Nel corso del 2015 la spesa per il personale regionale è stata di 909 milioni di euro, con una diminuzione di circa 29 milioni rispetto al 2014. Sono state apportate delle innovazioni che riguardano le modalità di calcolo della quota retributiva di pensione, le pensioni ai superstiti, i limiti di cumulabilità della pensione di reversibilità con gli altri redditi fruiti dal beneficiario. Sono state introdotte misure volte a ridurre le piante organiche: in particolare, una riduzione del 30% delle strutture. La Calaciura ha continuato evidenziando la “inadeguatezza dei controlli effettuati dalla Regione nei confronti delle società partecipate, non essendo ammissibile che gli organi di amministrazione delle società partecipate, di cui l’Ente Regione è l’unico socio o il socio di maggioranza, non rispondano adeguatamente alle richieste di informazioni da parte della Ragioneria generale”. La Calaciura ha altresì raccomandato che “la Regione eserciti a pieno, la Governance e i relativi poteri di controllo”.
A proposito di Riscossione Sicilia S.p.a., partecipata della Regione al 95%, rispetto all’anno precedente si è registrata una flessione del 12% nelle riscossioni da ruoli. Ciò a causa della contrazione della capacità dei contribuenti di assolvere al pagamento dei propri debiti fiscali per la perdurante crisi economico-finanziaria. Imponente l’urgenza delle strategie richieste dalle Sezioni riunite per rivitalizzare il settore. Il debito della Regione al 31 dicembre 2015 – ha ancora sottolineato il Procuratore generale – era pari a 5 miliardi e 575 mila euro, ancora in aumento rispetto alla stessa data dell’anno precedente. Il trend di crescita è determinato dalla stipula nell’anno in discorso di ulteriori contratti di mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti ed il ricorso allo strumento contabile delle “anticipazioni di liquidità”. Peraltro, la restituzioni di queste anticipazioni (gravate da interessi) peseranno sulle già esangui casse dalla Regione siciliana per il trentennio 2015-2045. Infine, per la Finanza degli enti locali siciliani preoccupa la costante flessione dei livelli di spesa per investimento, la drastica riduzione dei trasferimenti erariali ai Comuni nel 2014, in uno al pur lieve calo delle entrate extratributarie e il progressivo aumento delle anticipazioni di liquidità. Per la Sanità, le spese dell’intero settore ammontano al 54% del totale della spesa regionale. Una parte rilevante il personale che al 31 dicembre 2015 si attestava a 47.274 unità). Sono in corso di approvazione linee di indirizzo prodromiche all’eventuale reclutamento di nuovo personale. Per ciò, la Calaciura ha auspicato estrema cautela e ponderazione nell’espletamento di tali procedure.
TRINACRIANEWS.EU HA INTERVISTATO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE ROSARIO CROCETTA, L’ASSESSORE REGIONALE ALL’ECONOMIA ALESSSANDRO BACCEI E IL PRIMO REFERENDARIO GIUSEPPE DI PIETRO
Rosario Crocetta
D. A proposito di Riscossione Sicilia, in sede di audizione delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti sono emerse delle criticità, rappresentate dal mancato raggiungimento, per l’anno 2015, dell’obiettivo dell’aumento delle entrate tributarie. Come spieghiamo?
R. Non è vero. Sto dicendo che nell’anno in corso, in questi sei mesi, le entrate che si stanno verificando nel bilancio della Regione sono superiori rispetto alle previsioni. Significa che, Riscossione sta incominciando ad andare bene. Non è che la realtà è una realtà statica. Dal punto di vista contabile, ovviamente si fissa una data: il bilancio è del dicembre 2015. Però, va segnalato che noi abbiamo fatto un’operazione “verità”. Non facciamo bilanci finti, ma denunciamo qual’era la situazione dei residui attivi e passivi e questo naturalmente, significa che poi, dobbiamo andare a pagare i debiti.
Alessandro Baccei
D. Alla luce dei trasmessi dalle Sezioni riunite della Corte dei Conti ci sono diverse criticità che delineano una opacità di fondo, e scarso interesse per la tutela della Cosa pubblica. L’intervento dell’Assessorato al Bilancio in cosa si è tradotto?
R. Ma, veramente il Presidente Graffeo ha parlato di Svolta epocale, pulizia e trasparenza.
D. Solo che il Pubblico Ministero ha stigmatizzato la corruzione e i dati su molte spese del personale realizzate dalla Regione per l’esercizio 2015. Quindi?
R. E’ chiaro che se si fanno le operazioni sui residui e diminuisco l’attivo è più basso del passivo. Tolto questo, è stata apprezzata l’operazione di trasparenza e di svolta che è stata fatta. A proposito del personale è quello assunto nel passato. Noi non abbiamo assunto nessuno.
D. E con l’aumento delle spese del personale a tempo determinato fatto emergere dalla Calaciura, come replichiamo?
R. Non è possibile. Probabilmente avrà ridotto l’indice, diminuendo il Comune denominatore. Che è l’A, B, C, dell’analisi. Non avendo assunto nessuno, non è possibile che la spesa cresca
D. Un dato impietoso è la riduzione della spesa per gli investimenti nella nostra isola. Come giustificarla?
R. Per l’anno 2016, per la prima volta nella storia, 700 milioni che prima venivano utilizzati per coprire la spesa corrente non viene più fatto. Quindi, rimangono 700 milioni in più per investimenti.
D. Come vede crescere la sensibilità della governance siciliana per promuovere la prosperità della nostra isola?
R. Innanzitutto, per il 2015, ora che hanno dentro le linee, ora va a diminuire il disavanzo di 636 milioni di euro, non aumenta. Stiamo poi firmando il Patto per il Sud e sono altri 2.miliardi e 400 per investimenti che arrivano sulla Sicilia. La spesa corrente sta scendendo. Abbiamo fatto un accordo che porta un miliardo e 7 di euro in più ogni anno.
D. Perché i Comuni vedono ridotte le proprie entrate, appellandosi alle anticipazioni di liquidità?
R. A livello nazionale, la Sicilia è quella che dà più soldi ai Comuni, rispetto a tutte le altre Regioni. Solo che, nelle altre Regioni, i Comuni riscuotono le tasse. In Sicilia, molto meno. Il livello di evasione delle imposte comunali è la più alta d’Italia. Molto più alta della Calabria, della Campania, della Puglia. I trasferimenti dalla Regione verso i Comuni sono i più alti d’Italia.
D. Come sciogliere il Nodo SEUS E SAS?
R. Io non penso che il problema si risolva licenziando le persone. Se licenziassimo le persone, il giorno dopo ci sarebbe una rivolta sociale. Allora, la soluzione è utilizzare al meglio le persone, come stiamo facendo, di verificare nella congruità del prezzo e i servizi rispetto a quello che abbiamo. L’importante che facciano servizi. Qui, si la verifica dei numeri, ma non si fa l’analisi contestualizzata. Secondo me, il 90% di queste analisi sono fine a se stesse, non servono a niente. Per la SAS l’importante che faccia servizi di qualità ed a prezzi di mercato. Tutto il resto è per la cronaca.
Giuseppe di Pietro
D. A fronte delle opacità fatte emergere in tale sede e stigmatizzate dalla Dott.ssa Calaciura, tuttavia c’è chi, in ambito regionale e assessoriale ha affermato trattarsi solo di numeri. Lei cosa aggiunge?
R. L’aspetto relativo alla trasparenza dei dati è un po’ più complessa. Fino al 2014 si applicavano le vecchie norme contabili. Con il 2015 si applica il Decreto Legislativo n. 118/2011 che ha compiutamente, riformato tutti gli schemi contabili di bilancio. Con questa riforma si applicano norme uniformi, tra cui quella della “competenza finanziaria potenziata”. In tal modo, i dati contabili sono più chiari. La Regione Siciliana aveva mantenuto una gran mole di residui attivi, cioè di somme accertate ma, non riscosse. In teoria, c’era un’entrata accertata in 100, in realtà, esigibile in 10. Con questo nuovo sistema hanno fatto un’operazione di ripulitura di questi residui attivi. Quindi, ora, la rappresentazione delle entrate è più fedele. Infatti, sono venuti fuori dei saldi di cassa negativi.
D. La Dichiarazione di regolarità del Rendiconto generale 2015 della Regione Siciliana è stata fatta con delle eccezioni. Quindi, una regolarità a denti stretti?
R. La dichiarazione di regolarità fa emergere, intanto l’attendibilità del conto, se la rappresentazione di fatti contabili è corretta o meno. Per questo, si fanno dei controlli a campione, con un’indagine che si chiama “verifica”. Poi, nel corso dei decenni, il giudizio sulla regolarità del rendiconto si è ampliata, divenendo un documento di esame della Finanza pubblica e quindi, ciò che conta è più la relazione in cui noi evidenziamo le varie criticità sulla finanza pubblica regionale, ciò che si dovrebbe cambiare. Il problema è la lettura dei dati. Non si può contestare che la percentuale delle riscossioni potrebbe migliorare di gran lunga. Si può contestare che della spesa di investimento è rimasto pochissimo.
D. La Regione ha dichiarato di avere ridotto le spese del personale. Conferma?
R. Si, ma tale riduzione non è avvenuta in virtù di un disegno riformatore, che teoricamente l’Amministrazione regionale dovrebbe fare, come una qualunque società privata. Quindi, si dovrebbe fare una ricognizione del fabbisogno del personale necessario, ed un programma dei lavoratori che servono. Invece, in Sicilia, nel corso dei decenni, le politiche assunzionali sono state influenzate – e questo è innegabile – dai bacini elettorali, perché si tratta di una Regione che non ha un’economia. E questo, noi non possiamo non rilevarlo perché teoricamente, se il personale della Regione si è ridotto un po’ è per i prepensionamenti.
D. Lei cosa suggerisce alla politica regionale, a chi cura la governante? Si potranno irrogare sanzioni per gli inadempimenti?
R. Intanto il suggerimento è di riorganizzare la macchina amministrativa regionale. Non dimentichiamo che, il nostro controllo è collaborativo. Non dimentichiamo che le Regioni sono Enti dotati di autonomia politica. Noi riferiamo all’ARS e alla collettività sull’esito dei controlli per stimolare processi di auto-correzione dell’Amministrazione. I nostri controlli servono a stimolare la riflessione da parte dell’ARS che fa le leggi e che ha, in qualche modo, il controllo indiretto sugli atti della Giunta, ma anche dell’amministrazione stessa se vuole seguire questi suggerimenti e organizzare la macchina amministrativa in maniera più efficiente.