Palermo – L’incontro con un poeta ha sempre qualcosa di magico, e non importa se l’hai conosciuto di persona, o meglio, se attraverso i suoi versi ritrovi una parte di te stesso. Come è possibile dividere il tuo mondo, fatto di ricordi di un’infanzia perduta, ma mai dimenticata, con quella di un giovane che ogni giorno ha sempre qualcosa da dire e lo scrive sia in forma di poesia, ma anche in aforismi, come Francesco Aprile?
I poeti non hanno età e non hanno tempo: sono poeti è basta. Anima, cuore, corpo, sole, cielo, mare, luna, voli di gabbiani…. parole, parole, parole. Questi noi siamo: poeti da strapazzo, poeti maledetti, poeti che parlano d’amore, poeti che parlano di patria, sentimentali e romantici.
Francesco Aprile nella sua ultima raccolta “Io scrivo sui muri” vuole essere tutto questo e il contrario di questo. In ogni suo componimento si nota, sotto traccia, il sorriso sornione di ha compreso tutto: il senso della vita. Ma quale vita? La sua o degli uomini errabondi in cerca di amore o fedeli all’amore. Sa cogliere l’attimo irripetibile, come irripetibile è ogni istante, inteso nell’impossibilità di una misurazione certa, sia esso un batter di ciglia o quell’eternità che rincorriamo e chissà se ne faremo parte? Ed eccolo il poeta.
“Scrivo sui muri perché nasco ogni volta in quel momento, senza sapere chi sono ancora. O forse perché in quel momento muoio, senza essere mai nato. L’anima, in fondo, non ha mai una fissa dimora. È un pendolo che oscilla su un corpo, o un pensiero, talvolta su una parola”.
ATOMI
Cercarti in me /per ritrovarti./Poi riperderti,/pezzo a pezzo. /È un incontro/senza incastro,/tra due pesi/che non cadono./Pagine vuote/da rileggere,/senza scriverne
il vero senso.
Le tue mani mi attraversano/come aquile in cerca di ombra./Nell’angolo di un/istante rubato/mi chiami silente
e io so che tutte le tue ossa/saranno coperte dal mio sale.
L’eternità è una parola scritta,come la morte,che ti porta lontano.
Così risponde ad alcune domande di una intervistatrice d’eccezione, la scrittrice Lara Cardella.
Nella poesia, più che in ogni altra forma di scrittura, si rischia di essere ridicoli: qual è il limite?
“Smettere di scrivere poesie se non si è poeti, cioè se non si ha questo vizio. La poesia non è un gioco, né un passatempo. E, soprattutto, evitare di scrivere come si faceva nel 1300”.
Che vorresti si dicesse di Francesco Aprile poeta? E di Francesco Aprile uomo?
“Di Aprile poeta che è un poeta con la P maiuscola. Di Aprile uomo che è un uomo con la U maiuscola.”
Questo è Francesco Aprile, poeta di ogni tempo e per ogni tempo, sempre alla ricerca di scrivere qualcosa sui muri.
Scheda biografica
Francesco Aprile è nato a Ragusa nel 1977. Vive e lavora a Milano. Da anni si dedica alla scrittura e alla poesia e, in qualità di autore e opinionista, è ospitato in alcuni programmi televisivi. Numerosi suoi componimenti sono stati inclusi in prestigiose antologie.
Ha pubblicato “Voce del verbo amare” (Ed. Il nodo, 2010) e “Un attimo di cielo” (Aletti, 2011).
Sito web: www.francescoaprile.com