PALERMO. “Le nostre proteste non sono inutili. Questo sindacato è sceso in strada, dopo mesi di confronto con il Governo regionale, perché non ha mai ricevuto risposte concrete sul futuro dei lavoratori e del settore della Formazione professionale. Siamo stanchi di inutili proclami. Adesso chiediamo interventi immediati ma soprattutto veri. La prima vera emergenza riguarda il futuro dei lavoratori degli enti definanziati. Senza un piano preciso assisteremo, infatti. a licenziamenti di massa e a un’ondata di nuove assunzioni”. Lo sostiene Giuseppe Raimondi, della segreteria della Uil Sicilia, che continua: “Dichiarare poi che 1.400 lavoratori siano pronti ad essere prepensionati con 35 milioni è, ad esempio, una delle tante improvvisazioni di questa Amministrazione. Dati alla mano ci risulta che i lavoratori pronti ad andare in prepensionamento siano solo 400. E pur volendo considerare l’accompagnamento alla pensione di tutti i 1.400, con un anno di anticipo occorrerebbero alla Regione circa 40 milioni. E non 35. Questi ricordiamo, inoltre, sono fondi già previsti nel Piano Giovani”. Ma gli inutili proclami non si fermano qui. “Nessuna certezza c’è per i 1.800 ex sportellisti che attendono una ricollocazione nell’ambito del programma Garanzia Giovani. La Uil, per risolvere questa emergenza, chiede di utilizzare i 100 milioni del vecchio Fse 2007/2013 mai utilizzati e che rischiano di tornare indietro”. Ma Raimondi non si ferma: “Non è nemmeno vero che i fondi del Pac da 242 milioni siano già pronti per essere utilizzati. Non ci risulta, infatti, che il Governo regionale abbia messo a punto un piano di utilizzo di questi soldi, che deve essere prima approvato dal Ministero del Lavoro e poi dalla Commissione europea. Infine – conclude il segretario regionale – non c’è ancora una data certa sull’avvio dei corsi Oif e di buona parte dei corsi del Progetto Prometeo. Possiamo concludere, quindi, che le soluzioni del presidente Crocetta al momento siano inesistenti. Per questo, la Uil Sicilia mantiene lo stato di agitazione. Dobbiamo garantire prima di tutto il futuro dei lavoratori. Al Governo regionale, con cui siamo sempre pronti al confronto, chiediamo di smetterla e di passare dalle parole ai fatti”.